Atmosfera alienante, luci fredde e intermittenti, personaggi sinistri, trama inquietante, musiche ossessive: gli ingredienti ci sono tutti e a preparare il risultato finale è un regista che si dimostra ancora una volta all'altezza della situazione, anche e soprattutto per l'esperienza ormai maturata in tal genere. Ma questa volta Carpenter cambia le carte in gioco e sfida lo spettatore a capire o anche semplicemente intuire la verità che si cela dietro tutto il film, e di certo si diverte a mostrarla solo negli ultimissimi minuti. Impossibile immaginarsi una trovata narrativa capace di ridare improvvisamente senso a tutto ciò che accade prima proprio quando pensi che la storia non possa celare null'altro.
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Atmosfera alienante, luci fredde e intermittenti, personaggi sinistri, trama inquietante, musiche ossessive: gli ingredienti ci sono tutti e a preparare il risultato finale è un regista che si dimostra ancora una volta all'altezza della situazione, anche e soprattutto per l'esperienza ormai maturata in tal genere. Ma questa volta Carpenter cambia le carte in gioco e sfida lo spettatore a capire o anche semplicemente intuire la verità che si cela dietro tutto il film, e di certo si diverte a mostrarla solo negli ultimissimi minuti. Impossibile immaginarsi una trovata narrativa capace di ridare improvvisamente senso a tutto ciò che accade prima proprio quando pensi che la storia non possa celare null'altro. Ma è lì il colpo di genio: lo spettatore si trova ad assistere alla messinscena di ciò che "appare" e dunque può cadere nel tranello di giudicare come ovvio e prevedibile ogni classico elemento narrativo mostrato. Carpenter, astutamente, asseconda questa impressione, facendo credere che il tutto sia la solita storia di spettri assassini o loschi e folli individui, ma ecco che il regista si appresta a sconvolgere ogni cosa e infine a sorprendere davvero. E non lo fa con effetti speciali strabilianti, né con scene splatter a iosa e né tanto meno con astruse spiegazioni arzigogolate, bensì con semplicità e stile. Carpenter, così, vince in pieno la scommessa realizzando non un thriller e nemmeno un vero horror, bensì l'innesto di un genere nell'altro e viceversa, come un metatesto, rendendo onore a ciò che, in definitiva, dà senso a un film di qualità: la sceneggiatura.
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[+] ma quale originalità??? plagio da identity (2003)
(di dirk83)
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[+] l'originalità è nella messinscena
(di fabian t.)
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