fedilla
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mercoledì 19 settembre 2012
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era necessario?
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L'ho guardato senza sapere di cosa parlasse, senza aver letto nessuna critica o recensione, l'ho visto al buio e l'inizio mi ha sorpreso. Siamo nel 1991, è sera e una mamma con la sua bambina aspetta l'arrivo della metro. Il timore all'inizio ingiustificato che trapela dallo sguardo della madre di lì a poco trova conferma nel più tragico degli epiloghi. Fin qui, bel film, inaspettato proprio come il finale che, lo ammetto, mi ha fatto veniri i brividi. Ma il problema secondo me è tutto quello che ci sta in mezzo. Dopo i primi 10 minuti, ci ritroviamo nel 2001, vediamo una famiglia piangere la morte di un proprio caro, ma non capiamo chi sia e cosa c'entri con la storia iniziale.
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L'ho guardato senza sapere di cosa parlasse, senza aver letto nessuna critica o recensione, l'ho visto al buio e l'inizio mi ha sorpreso. Siamo nel 1991, è sera e una mamma con la sua bambina aspetta l'arrivo della metro. Il timore all'inizio ingiustificato che trapela dallo sguardo della madre di lì a poco trova conferma nel più tragico degli epiloghi. Fin qui, bel film, inaspettato proprio come il finale che, lo ammetto, mi ha fatto veniri i brividi. Ma il problema secondo me è tutto quello che ci sta in mezzo. Dopo i primi 10 minuti, ci ritroviamo nel 2001, vediamo una famiglia piangere la morte di un proprio caro, ma non capiamo chi sia e cosa c'entri con la storia iniziale. Ci aspettiamo di rivedere la bambina cresciuta e invece troviamo un ragazzo un po' sballato con un'altra storia, un'altra vita. Questa condizione di incertezza senza collegamenti apparenti dura un po' e non è piacevole. La storia con la quale era iniziato il film viene lasciata da parte per la maggior parte del tempo dando spazio ad altre vicende abbastanza piatte ma raccontate come se fossero tragedie. Ritroviamo anche la bambina cresciuta (male) ma non ci è simpatica. Litiga con il padre, si lamenta, fa la sciocchina. Ma perchè?
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francesco2
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mercoledì 1 giugno 2011
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un (solo) inverno
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Un film che inizia con due traumi -Uno, peraltro, provocato dall'attegggiamento di una donna che continua a guardare in faccia un losco figuro che le ha intimato di non farlo(?)- potrebbe e dovrebbe fare sperare in un cinema autenticamente DI ROTTURA, che sradichi i canoni. Ed invece, lui è il classico maledetto che fuma sempre, lei la tipica ventenne "Grintosa" che non stimola più neanche la mia fantasia. Per non parlare del padre di lui.
La storia sa sicuramente di sentimentalismo adolescenziale, ma il film è attento a non giudicare o idealizzare nessuno, fatta eccezione forse per il padre, al quale comunque per certi versi dà ragione, quando ha una reazione veemente col ragazzo.
Ciò detto, mi appare uno sguardo un pò superficiale quello di chi lo accomuni a roba come "Dieci inverni" e simili, se si guarda la tensione (Relativamente) impalpabile che si respira nel film.
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Un film che inizia con due traumi -Uno, peraltro, provocato dall'attegggiamento di una donna che continua a guardare in faccia un losco figuro che le ha intimato di non farlo(?)- potrebbe e dovrebbe fare sperare in un cinema autenticamente DI ROTTURA, che sradichi i canoni. Ed invece, lui è il classico maledetto che fuma sempre, lei la tipica ventenne "Grintosa" che non stimola più neanche la mia fantasia. Per non parlare del padre di lui.
La storia sa sicuramente di sentimentalismo adolescenziale, ma il film è attento a non giudicare o idealizzare nessuno, fatta eccezione forse per il padre, al quale comunque per certi versi dà ragione, quando ha una reazione veemente col ragazzo.
Ciò detto, mi appare uno sguardo un pò superficiale quello di chi lo accomuni a roba come "Dieci inverni" e simili, se si guarda la tensione (Relativamente) impalpabile che si respira nel film. Si pensi alle scene in cui i due ragazzi vengono picchiati (Ancora) dal padre, o a una delle quelle che precede il finale: la bambina viene violentemente derisa senza apparente(?) motivo, quasi a voler smpre insinuare il dubbio che dietro il "Coté" adolescenziale cui stiamo assistendo ci sia "Un altro film" sottotraccia. Il finale, che riprende forse una delle frasi più felici, sembra messo lì più che altro per cercare il colpo a effetto, come determinate scene plateali (Il ragazzo che fa la scenata al padre durante la riunione), che appaiono fforzate, e di cui comunque non avrei assolutamente sentito la mancanza.
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davidestanzione
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venerdì 2 aprile 2010
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un nichilismo sbrindellato,ma non avulso
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Una bambina che assiste sotto i suoi occhi al barbaro omicidio della madre ad opera di due teppistelli metropolitani,trauma assordante e squarcio impalpabile(come la sfumata ombrosità della sequenza d'apertura,e anche di chiusura)che investirà la sua crescità diluendone la tacita sofferenza tra le sfilacciate braccia di un padre(il poliziotto Chris Cooper)non di rado incline alla violenza e scavato,razziato nell'anima almeno quanto lei.Il destino di una bambina,divenuta una donna semischiva ma dotata di sapienti meccanismi di autodifesa,che si intreccia casualmente con quello di Tyler(Robert Pattinson),figlio di un danaroso manager(Pierce Brosnan)col quale é in aperto ed esarcerbato conflitto e ormai ben deciso a immergersi nelle gelide ma solleticanti acque del solipsismo più estraniante in seguito alla morte del fratello Michael,suicidatosi per impiccagione.
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Una bambina che assiste sotto i suoi occhi al barbaro omicidio della madre ad opera di due teppistelli metropolitani,trauma assordante e squarcio impalpabile(come la sfumata ombrosità della sequenza d'apertura,e anche di chiusura)che investirà la sua crescità diluendone la tacita sofferenza tra le sfilacciate braccia di un padre(il poliziotto Chris Cooper)non di rado incline alla violenza e scavato,razziato nell'anima almeno quanto lei.Il destino di una bambina,divenuta una donna semischiva ma dotata di sapienti meccanismi di autodifesa,che si intreccia casualmente con quello di Tyler(Robert Pattinson),figlio di un danaroso manager(Pierce Brosnan)col quale é in aperto ed esarcerbato conflitto e ormai ben deciso a immergersi nelle gelide ma solleticanti acque del solipsismo più estraniante in seguito alla morte del fratello Michael,suicidatosi per impiccagione.Un po' per noia un po' per desiderio(il nichilismo è un terreno fertile per il proliferare di "sfizi" d'ogni genere)Tyler decide perlappunto,incitato dal suo farfallone&sfigato migliore amico,di sedurre Ally,proprio lei,la figlia del poliziotto che ha colpito Tyler per la sua insolenza "assetata di giustizia" a seguito di una rissa suburbana che lo ha visto protagonista.Fedelmente ad uno dei più classici topos d'impronta sentimentaloide,i due finiscono però con l'innamorarsi tra desserts in posizione incipitale,luna park,panda-peluches e baci rubati al tassametro,col litigare e col ricongiungersi infine con poche parole e tanti sguardi complici.L'happy end incosciamente auspicato dallo spettatore medio e intravisto in quei cocci esistenziali pericolosamente sparsi nella marea dell'autodistruzione che sembravano essere per ricompattarsi crolla però dinanzi al materializzarsi della tragedia fino ad allora lievemente sottesa ma che nel finale esplode,roboante e implacabile.E non resta altro da fare se non raccogliere le scorie bruciacchiate di ciò che rimane e contemplare i dilaniati(e dilanianti)resti di qualcosa che é ineluttabilmente crollato,per sempre...Diciamolo subito:si tratta di un film che poteva essere senz'altro scritto meglio:il dramma psicologico del personaggio di Pattinson é pacchianamente tratteggiato e al motore imbeccante della sua angoscia esistenziale(ovvero la morte dell'amato fratello)si dedica davvero troppo poco spazio ragion per cui insorge il sospetto che si tratti di un banale artificio narrativo confezionato ad hoc al fine di impregnare lo script di una (non troppo)vaga carica drammatica precostituita e della quale bisogna prendere atto quasi a priori(e in quest'ottica si colloca anche l'assassinio della madre di Ally);se da un lato il dipanarsi della storia in sé tende dunque a sbrindellare il nichilismo pattinsoniano,dal canto suo il vampiro di Twilight non fa certo carte false per far brillare di magnetica conflittualità il suo personaggio(altro che James Dean)e si affida ad un'interpretazione monocorde per non dire manualistica.Il suo nichilismo,nonostante tutto,é però tragico e quantomai veritiero stendardo di un'America che(ri)scopriamo essere allo sbando già prima dell'11 Settembre,ma che può e DEVE trovare nella tragedia un'incitamento alla riflessione e all'autoanalisi,a guardarsi dentro,a godere soprattutto dell'"effimero" in quanto tale,e a riassaporare il delicato prodigio dell'umana naturalezza.La stessa disarmante naturalezza di un padre riscopertosi tale che poggia delicamente la mano sulla spalla della figlioletta troppo a lungo trascurata.
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roberta gilmore
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domenica 4 aprile 2010
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forget me, please!
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Remember Me è la storia dei tormentati anni adolescenziali di Tyler e Ellie. Il nostro protagonista maschile è un ragazzo introverso, in perenne lotta contro un padre che troppo poco cura i suoi figli e non riesce a riprendersi dalla perdita del fratello Michael, morto suicida a soli 22 anni. Ellie, invece, ha assistito all'omicidio della madre in metropolitana ad opera di due balordi e vive con suo padre, un severissimo agente di polizia incline alla violenza. Come si suol dire, Dio prima li fa e poi li accoppia. Il loro amore nasce dalla brama di vendetta di Tyler nei confronti del padre della ragazza, reo di avergli spaccato la faccia in seguito ad una rissa che, francamente, il buon Tyler poteva anche evitare! Da cosa nasce cosa, però, Ellie è problematica almeno quanto lui e Tyler si innamora davvero di lei che, al momento opportuno, viene messa al corrente del perchè il ragazzo l'abbia avvicinata, allora, super-irritata, se ne va e torna dal padre violento che, però, è pur sempre suo padre.
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Remember Me è la storia dei tormentati anni adolescenziali di Tyler e Ellie. Il nostro protagonista maschile è un ragazzo introverso, in perenne lotta contro un padre che troppo poco cura i suoi figli e non riesce a riprendersi dalla perdita del fratello Michael, morto suicida a soli 22 anni. Ellie, invece, ha assistito all'omicidio della madre in metropolitana ad opera di due balordi e vive con suo padre, un severissimo agente di polizia incline alla violenza. Come si suol dire, Dio prima li fa e poi li accoppia. Il loro amore nasce dalla brama di vendetta di Tyler nei confronti del padre della ragazza, reo di avergli spaccato la faccia in seguito ad una rissa che, francamente, il buon Tyler poteva anche evitare! Da cosa nasce cosa, però, Ellie è problematica almeno quanto lui e Tyler si innamora davvero di lei che, al momento opportuno, viene messa al corrente del perchè il ragazzo l'abbia avvicinata, allora, super-irritata, se ne va e torna dal padre violento che, però, è pur sempre suo padre. Ci si mette in mezzo il Cupido di turno, tutto s'aggiusta, ma la tragedia è in agguato: l'11/09/2001 Tyler si trova nello studio del padre in una delle Torri Gemelle e muore per gli attentati terroristici. La cosa balorda in questo film non è tanto la trama, perchè, ahimè, a noi piace l'Amore ed amiamo la Tragedia, quindi, i presupposti per una buona riuscita c'erano tutti, ma il problema è stata la TOTALE ASSENZA di sentimenti. Il film si apre con Tyler, la sorellina, la madre ed il nuovo compagno (classico tema del cinema americano che quasi pretende di farcelo accettare come una normalità) ed il padre che pregano sulla tomba di Michael: ti è morto un figlio, hai perso un fratello, come fai a non versare nemmeno una lacrima? Stessa scena, doppia lapide alla fine del film: tu, madre che hai perso due figli giovanissimi, come puoi non versare nemmeno una lacrima? Il dolore per la perdita di un figlio/ di un fratello è immensa, inimmaginabile, come potete rimanere così freddi e indifferenti davanti alle lapidi di due ventenni? Dispiace dirlo, l'idea del film poteva funzionare, anche perchè il regista voleva commemorare i caduti negli attentati alle Twin Towers ma qui c'è da commemorare soltanto la sua regia, perchè non c'è il minimo riferimento a quella tragedia. Sì, molti lo apprezzeranno perchè non è retorico, ma a volte è necessario, soprattutto difronte a tragedie del genere, immense ed incolmabili. E poi, diciamocelo, Pattinson sa fare solo una faccia, quella di Edward: finchè non si libererà dall'espressione agonizzante del vampiro buono, non merita il successo che sta ottenendo. Inoltre, a mio modesto avviso, ci voleva un finale alla "Donnie Darko": canzone struggente e dolore dei familiari alla notizia della tragedia. Quello sì che avrebbe emozionato.
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(di myself94)
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(di roberta gilmore)
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(di warningsign)
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(di myself94)
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(di roberta gilmore)
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(di laurenziac)
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