ale9191
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domenica 27 febbraio 2011
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c'è sempre qualcosa dietro
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Questo film l'ho guardato quasi per sbaglio e non avrei mai immaginato che si sarebbe potuto rivelare a questo modo. Stupendo, angosciante, uno di quei film che ti lascia incollato allo schermo fino alla fine e non deludono, un thriller investigativo che a me piace tanto e che in questa pellicola Polanski mi ha fatto riassaporare. Ewan McGregor ben si comporta nel ruolo del ghostwriter assetato di verità e disgustato dalla politica e tutto quello che c'è dietro, bravo soprattutto a reggere tutto il film sulle sue spalle riuscendo pure a non farci pensare troppo alla non troppo buona interpretazione di Brosnan. C'è poi una cosa che mi chiedo: Adam Lang non è altro che il Tony Blair di Polanski? I tempi di svolgimento lo farebbero pensare.
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Questo film l'ho guardato quasi per sbaglio e non avrei mai immaginato che si sarebbe potuto rivelare a questo modo. Stupendo, angosciante, uno di quei film che ti lascia incollato allo schermo fino alla fine e non deludono, un thriller investigativo che a me piace tanto e che in questa pellicola Polanski mi ha fatto riassaporare. Ewan McGregor ben si comporta nel ruolo del ghostwriter assetato di verità e disgustato dalla politica e tutto quello che c'è dietro, bravo soprattutto a reggere tutto il film sulle sue spalle riuscendo pure a non farci pensare troppo alla non troppo buona interpretazione di Brosnan. C'è poi una cosa che mi chiedo: Adam Lang non è altro che il Tony Blair di Polanski? I tempi di svolgimento lo farebbero pensare. E come l'ha presa? Pensando che il suo alter ego è stato indagato per crimini di guerra, penso non bene.
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jacopo b98
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giovedì 16 maggio 2013
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polanski guida con eleganza un cast eccezionale
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Mike McAra è il ghost writer (il biografo)di Adam Lang (Brosnan), uomo politico di successo, e quando muore ci si chiede se sia stato suicidio o omicidio. Subentra al suo posto uno scrittore inglese (McGregor) che, esaminando il manoscritto di McAra, che deve sistemare e completare, scoprirà una verità nascosta. Il diciottesimo film di Polanski, tratto dal romanzo di Robert Harris, con cui il regista ha scritto la sceneggiatura, è, a detta dell’autore del libro, persino migliore della sua opera letteraria. È un thriller politico complesso e raffinato, ambientato su un’isola dove le tonalità prevalenti sono il grigio e l’azzurro del mare, è uno dei migliori film del regista, teso ed intricato, mantiene per tutta la sua durata quella tensione che suggerisce che c’è sempre qualcosa non ancora detto o scoperto.
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Mike McAra è il ghost writer (il biografo)di Adam Lang (Brosnan), uomo politico di successo, e quando muore ci si chiede se sia stato suicidio o omicidio. Subentra al suo posto uno scrittore inglese (McGregor) che, esaminando il manoscritto di McAra, che deve sistemare e completare, scoprirà una verità nascosta. Il diciottesimo film di Polanski, tratto dal romanzo di Robert Harris, con cui il regista ha scritto la sceneggiatura, è, a detta dell’autore del libro, persino migliore della sua opera letteraria. È un thriller politico complesso e raffinato, ambientato su un’isola dove le tonalità prevalenti sono il grigio e l’azzurro del mare, è uno dei migliori film del regista, teso ed intricato, mantiene per tutta la sua durata quella tensione che suggerisce che c’è sempre qualcosa non ancora detto o scoperto. Polanski descrive i suoi personaggi con perizia creando due protagonisti molto inquietanti ed inquietati. È un film di ombre, di tradimenti, di misteri e di politica, un film sugli USA come non mai nella carriera del regista. Inevitabile il paragone tra Lang e Tony Blair, fatto da molti critici e spettatori. Polanski mette in scena con perizia, in modo raffinato, come anche nelle scenografie e, con alcune semplici immagini, come l’uomo che perennemente spazza le foglie, dice più di quel che sembra dire. Colossale, come sempre il lavoro sugli attori, tutti strepitosi, su tutti McGregor, scozzese giovane che si era già fatto notare, Brosnan, che non aveva mai avuto una parte così interessante e complessa e la Williams, assolutamente straordinaria, che disegna un’inquietante first lady, sempre vestita di blu scuro o nero. Le ultime immagini, con McGregor che viene investito dalla macchina, senza che lo spettatore lo veda, sono di grandissimo cinema. Orso d’Argento a Berlino per la regia, sei European Film Awards: miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura, colonna sonora, e quattro premi César: miglior regia, sceneggiatura, montaggio e musica, oltre a numerosi altri premi internazionali.
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themaster
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sabato 22 agosto 2015
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esteticamente perfetto e narrativamente complesso
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Che Roman Polanski sia uno degli autori del cinema più importanti dell'universo e un regista poliedrico da fare paura è più che risaputo,prima dello splendido La Venere In Pelliccia e dopo un capolavoro come Carnage,una parabola della guerra borghese vista dietro quattro pareti e poco più,il maestro offre una ennesima prova di stile con L'Uomo Nell'Ombra,una pellicola mistery/thriller/noir che lascia il pubblico a bocca aperta,esteticamente perfetto e narrativamente complesso,questo film è uno dei maggiori esempi di settima arte degli ultimi sette anni almeno.
Ewan McGregor si dimostra essere come al solito un attore eclettico e bravissimo e,dopo lo scivolone fatto con film orrendi come La Minaccia Fantasma e L'Attacco dei Cloni,ha iniziato ad accettare ruoli sempre più belli,e la sua carriera culmina,con questa interpretazione che se posso è LA sua interpretazione definitiva,il suo personaggio,quello del Ghost Writer è un character fantastico,un uomo costretto a vivere nell'ombra per l'appunto,senza mai essere nominato nè ricordato,egli scrive biografie per conto di personaggi famosi e,quando gli verrà affidato il lavoro della sua vita,in seguito alla morte del suo predecessore,i guai in cui si andrà a ficcare lo cambieranno per sempre,qui McGregor,è un personaggio molto stupidotto,ignorante perfino a detta sua "non ci capisce nulla di politica" e risulta fin dall'inizio molto antipatico,in quanto fa delle cose spinto dalla sua stupidità che lo spettatore è portato a detestare,poi abbiamo uno spettacolare Pierce Brosnan,che qui,a parte i vari riferimenti al vero primo ministro inglese ha sfoderato tutto il suo savoir faire tipicamente british e ne risulta quindi un personaggio gradevolmente ironico e molto arguto,anche se le scelte che ha fatto in vita sono discutibili,vi è inoltre Olivia Williams che qui interpreta la moglie di Brosnan e anche lei è stata bravissima,ambigua,lunatica,capace di essere affettuosa e dolce e un attimo dopo subdola e cattiva,pronta a tutto pur di difendere i suoi segreti.
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Che Roman Polanski sia uno degli autori del cinema più importanti dell'universo e un regista poliedrico da fare paura è più che risaputo,prima dello splendido La Venere In Pelliccia e dopo un capolavoro come Carnage,una parabola della guerra borghese vista dietro quattro pareti e poco più,il maestro offre una ennesima prova di stile con L'Uomo Nell'Ombra,una pellicola mistery/thriller/noir che lascia il pubblico a bocca aperta,esteticamente perfetto e narrativamente complesso,questo film è uno dei maggiori esempi di settima arte degli ultimi sette anni almeno.
Ewan McGregor si dimostra essere come al solito un attore eclettico e bravissimo e,dopo lo scivolone fatto con film orrendi come La Minaccia Fantasma e L'Attacco dei Cloni,ha iniziato ad accettare ruoli sempre più belli,e la sua carriera culmina,con questa interpretazione che se posso è LA sua interpretazione definitiva,il suo personaggio,quello del Ghost Writer è un character fantastico,un uomo costretto a vivere nell'ombra per l'appunto,senza mai essere nominato nè ricordato,egli scrive biografie per conto di personaggi famosi e,quando gli verrà affidato il lavoro della sua vita,in seguito alla morte del suo predecessore,i guai in cui si andrà a ficcare lo cambieranno per sempre,qui McGregor,è un personaggio molto stupidotto,ignorante perfino a detta sua "non ci capisce nulla di politica" e risulta fin dall'inizio molto antipatico,in quanto fa delle cose spinto dalla sua stupidità che lo spettatore è portato a detestare,poi abbiamo uno spettacolare Pierce Brosnan,che qui,a parte i vari riferimenti al vero primo ministro inglese ha sfoderato tutto il suo savoir faire tipicamente british e ne risulta quindi un personaggio gradevolmente ironico e molto arguto,anche se le scelte che ha fatto in vita sono discutibili,vi è inoltre Olivia Williams che qui interpreta la moglie di Brosnan e anche lei è stata bravissima,ambigua,lunatica,capace di essere affettuosa e dolce e un attimo dopo subdola e cattiva,pronta a tutto pur di difendere i suoi segreti.
Il modo in cui Polanski porta avanti il film è Hitchockiano puro,ovvero serissimo,molto dark e cupo e svuotato di ogni possibile risvolto action immaginabile,la pellicola infatti pur non presentando nessuna scena movimentata a parte qualche fugacissimo inseguimento anche molto adrenalinico nella sua semplicità,scorre perfettamente e nonostante duri ben 131 minuti è talmente ben diretto e coinvolgente da portare lo spettatore a volerne ancora,complice la bravura degli attori.
Registicamente è un'opera immensa,la macchina da presa tallona i personaggi e non da mai l'idea dell'eccessivo movimento nel senso che anche in inquadrature mosse,da sempre una sensazione di staticità,inoltre vi sono dei momenti in cui Polanski prende congedo dai personaggi e mostra dei fugaci scorci di paesaggio davvero affascinanti,per quanto mi riguarda la scena iniziale in notturna con il rumore del mare e le luci delle torcie elettriche che spezzano l'oscurità in campo lunga a mio parere è pura poesia.
Il messaggio inoltre del film non è ben definito in quanto non si sa mai se dare ragione a Pierce Brosnan per le azioni compiute durante la guerra,oppure se stare dalla parte di chi lo vorrebbe dietro le sbarre,come anche il ghost writer,un attimo prima adirato con Adam Lang(Pierce Brosnan) e un minuto dopo grazie alla parlata potente e incisiva dell'uomo finisce per dargli quasi ragione,insomma un film che mette in dubbio la moralità stessa dello spettatore e che risulta sempre intrigante grazie alla sceneggiatura complessa e ben realizzata.
Un film in sintesi che nella sua apparente semplicità regala delle emozioni,mette una gran tensione e fa riflettere chi guarda non tanto con spiegoni ma con trovate visive,tutto ciò riporta al cinema vero,alla poetica dell'immagine,cui la settima arte dovrebbe dare più importanza,da molti considerato minore,tuttavia a queste persone io rispondo che se Nolan facesse un film così potrebbe cominciare a essere considerato al pari di Roman Polanski. Inoltre la scena finale fuori campo è quanto di più artistico si possa volere da un film,il simbolo della verità che scivola come semplici pagine di un libro nel vento. Semplicemente splendido. Voto 8,5/10
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greatsteven
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sabato 18 agosto 2018
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l'eminenza grigia di un criminale in incognito.
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L'UOMO NELL'OMBRA (FR/GERM/UK, 2010) di ROMAN POLANSKI. Con PIERCE BROSNAN, EWAN MCGREGOR, OLIVIA WILLIAMS, KIM CATTRALL, TIMOTHY HUTTON, TOM WILKINSON, JIM BELUSHI, JON BERNTHAL, ELI WALLACH
L’ex primo ministro britannico Adam Lang vive su un’isola degli Stati Uniti assieme alla moglie, la segretaria e le guardie del corpo. Viene raggiunto da un ghostwriter suo connazionale cui è stato affidato dal suo agente letterario l’incarico di rivedere da cima a fondo l’autobiografia del politico. Il ghostwriter che lo scrittore va a sostituire, Mike McHara, è morto cadendo da un traghetto in circostanze misteriose. Sembrerebbe l’occasione della sua vita, anche per guadagnare un bel pacco di soldi, ma fin dall’inizio il ghostwriter capisce quanto sia maledetto il progetto: scopre non solo che Lang è stato accusato di un crimine di guerra, ma anche che il suo predecessore potrebbe essersi imbattuto in un segreto oscuro che collegava Lang alla CIA e che forse qualcosa si nasconde nel manoscritto che ha lasciato.
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L'UOMO NELL'OMBRA (FR/GERM/UK, 2010) di ROMAN POLANSKI. Con PIERCE BROSNAN, EWAN MCGREGOR, OLIVIA WILLIAMS, KIM CATTRALL, TIMOTHY HUTTON, TOM WILKINSON, JIM BELUSHI, JON BERNTHAL, ELI WALLACH
L’ex primo ministro britannico Adam Lang vive su un’isola degli Stati Uniti assieme alla moglie, la segretaria e le guardie del corpo. Viene raggiunto da un ghostwriter suo connazionale cui è stato affidato dal suo agente letterario l’incarico di rivedere da cima a fondo l’autobiografia del politico. Il ghostwriter che lo scrittore va a sostituire, Mike McHara, è morto cadendo da un traghetto in circostanze misteriose. Sembrerebbe l’occasione della sua vita, anche per guadagnare un bel pacco di soldi, ma fin dall’inizio il ghostwriter capisce quanto sia maledetto il progetto: scopre non solo che Lang è stato accusato di un crimine di guerra, ma anche che il suo predecessore potrebbe essersi imbattuto in un segreto oscuro che collegava Lang alla CIA e che forse qualcosa si nasconde nel manoscritto che ha lasciato. Lo scrittore comprende ben presto di essersi accollato un’impresa incandescente, e non solo a livello letterario. Non a caso, infatti, Lang, come verrà a sapere, ha ricevuto, durante il suo mandato, imputazioni penali per aver favorito la tortura di prigionieri sospettati di terrorismo islamico. Polanski si aggancia alla scuola di Hitchcock girando questo magnifico thriller che vanta una consapevolezza della classicità evitando abilmente la trappola di scadere nel banale del facile rifacimento. Il regista francese di origini polacche ha sempre prestato molta attenzione nel suo cinema all’ambiguità dell’esistenza umana, sia che parlasse di donne in attesa di partorire figli del demonio o di poveri bambini costretti a rubare nell’Inghilterra dickensiana. Approda adesso a un genere per lui fondamentalmente inedito, con risvolti spionistici, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris, con un E. McGregor in gamba e in forma che ricorda, senza sbagliare una virgola, i Cary Grant e i James Stewart delle epoche trascorse: introverso, curioso comunque di svelare i misteri, affiatato, sempre sul pezzo, attento a non commettere errori che potrebbero costargli cari. Il film non perde nulla nemmeno in fatto di modernità, giacché Al Qaeda e CIA fungono da presenze costantemente minacciose. McGregor è a suo agio nei panni di un uomo qualunque, senza famiglia e desideroso di una vita senza vette stratosferiche, costretto a destreggiarsi in una trama (letteraria, di rapporti politici, gerarchici e sentimentali) che rischia ad ogni passo di tramortirlo con le sue parziali delucidazioni che fanno la loro comparsa pian piano come si addice ad ogni thriller procedente per gradi col gusto della suspense. Inoltre si avverte il divertimento di Polanski che finisce con il non essere disgiunto da una sorta di auto-attribuzione preveggente. Il suo Adam Lang vive negli States, dove non esiste un trattato di estradizione col Regno Unito. Polanski, com’è risaputo, è stato arrestato in Svizzera per un lontano reato di abuso sessuale con una minorenne. Svizzera e Stati Uniti possiedono invece un trattato di estradizione. Che ci sia un pizzico di parabola autobiografica? Al di là di questo, colpisce anche per gli stupendi contributi tecnici: la fotografia virante al grigio di Pawel Edelman, il montaggio cangiante al momento opportuno di Hervé de Luze e le musiche soavemente dissocianti di Alexandre Desplat. Troviamo d’altronde un P. Brosnan mascalzone come non l’avevamo mai visto, una O. Williams indisponente e quasi crudele e una K. Cattrall perfetta nelle vesti di Amelia Bly, la factotum di Adam Lang che dirige i lavori all’interno della sua superaccessoriata villa sulla spiaggia dove tira sempre un vento che pare anch’esso presago di fatti infausti al pari delle vicende invereconde con cui il protagonista deve misurarsi in pratica appena sceso dall’aereo che gli ha fatto attraversare l’Atlantico. Il finale è degno di un maestro del giallo, e qui la matrice d’ispirazione hitchcockiana fa sentire tutto il suo meraviglioso peso, ma c’è dell’altro: la pellicola si presta ad una lettura pure introspettiva che trascende dalle trame politiche, in quanto esse coinvolgono la vita dei cittadini, compresi quelli che, come lo scrittore, non si sono mai interessati di politica e hanno votato per Lang soltanto perché in quel determinato momento andava di moda. Proprio qui sta l’anello di congiunzione della catena: dipende tutto dalla persona in sé. Nessuno può tirarsi fuori dal ballo in questione, perché le scelte dei nostri governanti ci riguardano sempre e comunque, che lo vogliamo o meno: resta a noi decidere se contare sul serio o rimanere anonimi ghostwriters che permettono che passino sotto silenzio torture, crimini inimmaginabili, malvagie bestialità e disumane contravvenzioni ai diritti universali. Presentato in concorso al 60° Festival di Berlino, dove ha vinto l’Orso d’Argento per il miglior regista. Altri premi: 6 European Film Awards (film, regia, sceneggiatura, scenografia, attore protagonista, colonna sonora).
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the_end
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sabato 24 aprile 2010
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polansky esce dall'ombra
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L’uomo nell’ombra, il cui titolo originale è the ghost writer, segna il ritorno di Roman Polansky alla regia dopo cinque anni di pausa. Tratto da un romanzo di Robert Harris, racconta la storia di Ewan McGregor, ovvero di un ghost writer. Ewan è calmo, pacato, quasi malinconico. La sua personalità si adatta perfettamente al suo mestiere: questo particolare tipo di autore, infatti, scrive testi per conto di terzi – generalmente famosi – che vengono poi pubblicati con la sola firma del committente; il ghost writer, che emblematicamente – in italiano – viene anche chiamato negro, resta immerso nell’ombra (non deve, ad esempio, nemmeno presentarsi all’anteprima del libro). Il committente di Ewan, però, non è soltanto famoso: si tratta di Adam Lang, ex-premier inglese, il cui precedente ghost writer, che aveva già completato una prima – apologetica – stesura della biografia, è morto in circostanze sospette.
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L’uomo nell’ombra, il cui titolo originale è the ghost writer, segna il ritorno di Roman Polansky alla regia dopo cinque anni di pausa. Tratto da un romanzo di Robert Harris, racconta la storia di Ewan McGregor, ovvero di un ghost writer. Ewan è calmo, pacato, quasi malinconico. La sua personalità si adatta perfettamente al suo mestiere: questo particolare tipo di autore, infatti, scrive testi per conto di terzi – generalmente famosi – che vengono poi pubblicati con la sola firma del committente; il ghost writer, che emblematicamente – in italiano – viene anche chiamato negro, resta immerso nell’ombra (non deve, ad esempio, nemmeno presentarsi all’anteprima del libro). Il committente di Ewan, però, non è soltanto famoso: si tratta di Adam Lang, ex-premier inglese, il cui precedente ghost writer, che aveva già completato una prima – apologetica – stesura della biografia, è morto in circostanze sospette. Ewan intuisce che la situazione sarà pericolosa – specialmente dopo esser stato aggredito e derubato perché in possesso di quella che sembrava una copia della biografia già esistente – ma accetta il lavoro perché persuaso dal suo ben più carismatico agente, e quindi ancor prima di sapere che sarebbe stato ben ricompensato. Dopo aver letto la lunga e solenne biografia scritta dal precedente ghost writer, Ewan comincia a fare domande a Lang per poter modificare lo scritto e renderlo più interessante; durante il suo lavoro, però, scopre delle contraddizioni e capisce che il suo predecessore aveva scoperto qualcosa prima di morire. Giochi di potere, corruzione, cospirazioni, relazioni con gli Stati Uniti; segreti che Ewan ha chiaramente difficoltà a gestire, ma che non possono essere ignorati, e che lo portano a seguire la strada che il vecchio ghost writer aveva tracciato, una strada che non può che portare ad un vicolo cieco. Le sequenze si susseguono in modo rilassato e composto – come tipico del regista – ed i dialoghi sono tutt’altro che prolissi. Pur essendo un thriller, non gioca molto sulla tensione: il suo procedere lento può renderlo noioso e questo lo rende un film non adatto a tutti. Assolutamente degna di nota la scena finale che relega l’incidente al fuori-campo e che mostra i fogli svolazzanti. Molto interessante anche l’approccio psicologico del protagonista che riesce a nascondere, grazie anche al suo pacato carattere, l’inquietudine che scaturisce dalle scoperte che rendono improvvisamente inedito ciò che prima era familiare. Va considerato, inoltre, da un lato che il film a suo modo è affine ai precedenti lavori del regista mantenendo il senso claustrofobico e pessimista sui rapporti interpersonali; e dall’altro che vengono toccati temi – quali inchieste internazionali e rifugio in altri Paesi per evitare l’incarcerazione o l’estradizione – che riguardano da vicino il regista polacco.
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[+] bela analisi
(di giuliana li vigni)
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crucia
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domenica 21 novembre 2010
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the ghostwriter
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Trama:
Quando un bravissimo ghostwriter britannico accetta di completare le memorie dell'ex Primo Ministro britannico Adam Lang, il suo agente gli assicura che è l'occasione della vita.
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Trama:
Quando un bravissimo ghostwriter britannico accetta di completare le memorie dell'ex Primo Ministro britannico Adam Lang, il suo agente gli assicura che è l'occasione della vita. Ma il progetto sembra maledetto fin dall'inizio, quantomeno perché il suo predecessore, è stato trovato morto sulla riva del mare. Un ex ministro accusa quindi Lang di un crimine di guerra. Il ghostwriter scopre che il suo predecessore potrebbe essersi imbattuto in un segreto oscuro e che forse qualcosa si nasconde nel manoscritto che ha lasciato. Le domande che si pone sono tante, "Lang era nella CIA mentre era primo ministro?" "Il primo ghostrider è morto xkè aveva scoperto tutto ciò?"
Lang muore, ma al ghostwriter è concesso finire la stesura della biografia. Durante il giorno della pubblicazione, scopre un messaggio nel manoscritto: Ruth (la moglie di Lang) era stata arruolata nella CIA per far entrare Land in politica ed influenzarne le decisioni. Dopo aver scoperto tutto, il ghostwriter lascia l'edificio e viene investito.
cast: voto 8
Ewan McGregor ha dato una prova più che ottima (anke con i suoi discorsi "tra se e se"), anke Pierce Brosnan, anke se si è visto molto poco, verso la fine ha dato una buona prova.....poteva parlare di più Kim Cattrall, che tutti sappiamo che è molto brava....ma ha detto forse 2 o 3 frasi/parole in tt il film...
regia: voto 7
Anche se le ultime scene Polasky le ha dirette dal telefono del carcere, non si può dire che sia diretto male...le inquadrature degli immensi paesaggi sono stupende, per non parlare dell'inquadratura finale....ARTE PURA
scen.: voto 6,5
Harris ha dato una mano per la sceneggiatura, che andava bene, anche se non mi sono rimaste impresse particolari frasi tranne "chi è lei? - sono la sua ombra" oppure "La moglie Ruth è stata reclutata come un agente della CIA dal professor Paul Hemmet" (frase chiave del film)
trama: 9
trama molto bella devo dire, il libro non l'ho letto, ma mi basta il film per capire com'è la storia, misteri a non finire, quasi su ogni cosa, finale a sorpresa, che nessuno si può aspettare....
film: 6,5
commento: non è il solito thriller, anzi, un thriller diverso dagli altri, diretto da Roman Polasky (attualmente in carcere) e tratto dall'omonimo libro di Robert Harris. il mistero avvolge questo film, tanto ke non viene mai detto il nome del protagonista...ndico solo che tutto il film si è svolto lentamente (e anke molto bene) e alla fine molti misteri rimangono irrisolti....l'ho trovato un po' lento, anche se avvincente, McGregor è sempre piacevole da vedere
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(di leooooo)
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framenne
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lunedì 18 ottobre 2010
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lo scrittore anonimo
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The ghost writer e' lo scrittore che si occupa di redigere una biografia di un noto personaggio, in questo caso politico. La storia gira intorno allo scrittore che cerca di fare luce sulla vita del'ex premier inglese, scoprendo intrecci con la CIA e molto altro. Il film e la storia sono ben congeniati, lo scrittore e' davvero un uomo fantasma di cui non veniamo mai a conoscenza del nome, gli ambienti nel quale si muove sono cupi, uggiosi, tetri e la musica e' esilarante, spinge lo spettatore a seguire il tutto. Non so pero' se la definizione thriller calzi proprio a pennello...perche' non e' che il film lascia grande suspence...
Una nota del tutto negativa per la conclusione, che ho trovato un po' scontata.
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The ghost writer e' lo scrittore che si occupa di redigere una biografia di un noto personaggio, in questo caso politico. La storia gira intorno allo scrittore che cerca di fare luce sulla vita del'ex premier inglese, scoprendo intrecci con la CIA e molto altro. Il film e la storia sono ben congeniati, lo scrittore e' davvero un uomo fantasma di cui non veniamo mai a conoscenza del nome, gli ambienti nel quale si muove sono cupi, uggiosi, tetri e la musica e' esilarante, spinge lo spettatore a seguire il tutto. Non so pero' se la definizione thriller calzi proprio a pennello...perche' non e' che il film lascia grande suspence...
Una nota del tutto negativa per la conclusione, che ho trovato un po' scontata. Nonostante cio' il film merita di essere visto, al di la' di tutte le connessioni con capolavori precedenti di Polanski, anche un non addetto ai lavori puo' apprezzare questa storia.
Una critica la muovo alla traduzione del titolo in italiano, non poteva essere lasciato cosi' com'e' in inglese?...
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giofredo'
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lunedì 2 agosto 2010
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delusione senza ritorno
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Si parte da un manoscritto cui uno esperto aveva il compito di limarlo e rettificarlo la dove ve ne era bisogno.
Si tratta di un manoscritto per cui lo stesso uomo che l'aveva scritto lo trovano morto sulla riva di una spiaggia.
Le poche e lente indaggini dello Ghost Writer, lo portano piu' avanti ad appurare che la morte dello biografo verte su un alta carica della politica inglese.
Morale della favola ,tanto per farla breve, la causa scatenante della trama, risiede inevitabilmente sul manoscritto in cui alla fine pur riuscendolo a stampare,ilGhost Writer, viene ucciso non prima della presentazione dello stesso libro, in cui l'uomo dell'ombra, riesce a decodificare afftraverso alcune pagine iniziali, il nome della moglie del ministro incolpato e a ulteriori notizie scottanti, cia compresa.
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Si parte da un manoscritto cui uno esperto aveva il compito di limarlo e rettificarlo la dove ve ne era bisogno.
Si tratta di un manoscritto per cui lo stesso uomo che l'aveva scritto lo trovano morto sulla riva di una spiaggia.
Le poche e lente indaggini dello Ghost Writer, lo portano piu' avanti ad appurare che la morte dello biografo verte su un alta carica della politica inglese.
Morale della favola ,tanto per farla breve, la causa scatenante della trama, risiede inevitabilmente sul manoscritto in cui alla fine pur riuscendolo a stampare,ilGhost Writer, viene ucciso non prima della presentazione dello stesso libro, in cui l'uomo dell'ombra, riesce a decodificare afftraverso alcune pagine iniziali, il nome della moglie del ministro incolpato e a ulteriori notizie scottanti, cia compresa.
Film decisamente orchestraro bene dal punto della regia, ma tutto lascia prevedere una di quelle pellicole, impressate senza nessuna struttura feconda che dovrebbe regalare alla tematica appigli reali di cui lo spettatore si avvantaggia per capirne l'intento dello scrittore o dello sceneggiatore; buonanotte al secchio, ovvero personalmente sono rimasto ancora a " I TRE GIORNI DEL CONDOR ".
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giofredo'
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lunedì 2 agosto 2010
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decisamente meglio non provarci piu'
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Vada per la bravura del nostro regista e gli attori.
Male per la scelta, studiata o meno della sceneggiatura o del soggetto inerente ad essa.
Male per il regista per la scelta di questo copione, poiche come risultato artistico e mediatico se vogliamo,i e' il risulto ineplicatamente in una pellicola tanto gravida quanto scarna: in definitiva si e' lasciato dietro una inefferrabile e lanquida scia impalpabile e graduatamente alitoria.
[+] infatti
(di francesco2)
[ - ] infatti
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ultimoboyscout
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martedì 9 novembre 2010
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pesante!
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Interpreti molto bravi e film stilisticamente impeccabile. Tra l'altro una bella storia e un bell'intreccio restando sempre sul filo della tensione. però nel complesso è lento, lungo, a tratti noioso e un pò difficile da digerire. Kim Cattrall dimostra di sapersi staccare e svincolare dal ruolo in "Sex and the city" che l'he resa famosissima, sempre bravissimo McGregor. Due stelle di stima, ma il finale delude.
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