cateri
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venerdì 17 gennaio 2020
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c'è chi lo apprezza io no
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Decisamente insopportabile, noioso, inutile, orribile, il film più brutto che mi sia capitato, sono uscita dalla sala.
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cateri
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venerdì 12 dicembre 2014
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noioserrimo
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No, non è neanche appena corretto, è l'opera di un autore che sentondosi ormai quel maestro indiscusso che alcuni dicono, pensa forse - al pari di esimii pittori con le loro tele - di poter fare ciò che vogliono con la cinepresa, tanto il pubblico li amerà a prescindere.
Insopportabile, noioserrimo, impossibile da seguire. Se non sotto acidi.
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hatecraft
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mercoledì 4 maggio 2011
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no comment
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un'opera che andrebbe vista almeno due volte per coglierne un (almeno) punto(/i) di vista. troppo complessa per decriptarla o forse troppo elementare per capirla. l'incedere macchinoso e frastagliato, affastellato da una risma di elementi audio visivi di ogni tipo, in una anti-sceneggiatura, rende la visione come lo scalare faticoso di una montagna. difficile dire se si raggiunga la vetta al termine del lungometraggio. un linguaggio straniante e una narrazione quasi (a tratti) auto-referenziale ne fanno un fim di difficile accesso. no comment.
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reservoir dogs
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venerdì 17 dicembre 2010
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"mi abbandono ad un paesaggio d'altri tempi"
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Promesso che risulta praticamente impossibile descrivere accuratamente tutte le continue informazioni, impulsi audio-visivi che Film Socialisme ci sottopone, è percettibile comunque la bellezza concettuale e demagogica insita nel film.
Principalmente il film si dirige su due differenti binari.
Il primo su una nave da crociera che si sposta "immaginariamente"in quell'oceano chiamato cinema, dalla Russia alla Palestina sino all'Europa passando per alcune delle più grandi città che racchiudono in loro storia e cultura; Egitto-Palestina-Odessa-Napoli-Barcellona, mentre i passeggeri intrattengono tra loro conversazioni dei più svariati argomenti.
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Promesso che risulta praticamente impossibile descrivere accuratamente tutte le continue informazioni, impulsi audio-visivi che Film Socialisme ci sottopone, è percettibile comunque la bellezza concettuale e demagogica insita nel film.
Principalmente il film si dirige su due differenti binari.
Il primo su una nave da crociera che si sposta "immaginariamente"in quell'oceano chiamato cinema, dalla Russia alla Palestina sino all'Europa passando per alcune delle più grandi città che racchiudono in loro storia e cultura; Egitto-Palestina-Odessa-Napoli-Barcellona, mentre i passeggeri intrattengono tra loro conversazioni dei più svariati argomenti.
Il secondo su una stazione di servizio dove una ragazza legge Balzac "offendendo"gli avventori con un lama "parcheggiato" al fianco mentre un bambino chiede l'elezioni per i minorenni perchè futuri contribuenti dei debiti degli adulti.
Progetto che verrà poi attuato dai giovani che intanto ne discutono con i genitori ed analizzato da una troupe che si è fermata nella stazione e dopo un'analisi fra giustizia e legge il film si conclude con un NO COMMENT.
All' età di ottant anni, Godard gioca col cinema come ha sempre fatto: utilizzandolo come strumento di critica mentre crea giochi di parole (così, come, così come oppure Hellas diventa hell as=inferno come).
Opera bellissima e difficilmente comprensibile a pieno così come un quadro di Renoir raffigurante "un paesaggio d'altri tempi".
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