Elegantissimo lungometraggio a firma Antonio Monti.
Per la sua natura, fiabesca, introspettiva e volutamente complessa, corre, coscientemente, il rischio di risultare impenetrabile, condizione comune, non a caso, agli studi sulla mente.
Ciò che colpisce maggiormente, come detto, è l'eleganza del tutto: fin dai titoli di testa, passando per le raffigurazioni, arrivando ovviamente alla regia, capace di coniugare sapientemente morbidezza ed incisività, adattandosi alla narrazione.
Di interesse altresì la struttura temporale del racconto, infarcita di continue analessi esplicative, riallacciatesi, parzialmente, solo sul finale.
Validissime le interpretazioni, consone alla profondità della narrazione: convincente la giovane Giovanna Gardelli, drammatico e consumato Giampiero Bartolini, sorprendentemente cinico Gianni Fantoni.
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Elegantissimo lungometraggio a firma Antonio Monti.
Per la sua natura, fiabesca, introspettiva e volutamente complessa, corre, coscientemente, il rischio di risultare impenetrabile, condizione comune, non a caso, agli studi sulla mente.
Ciò che colpisce maggiormente, come detto, è l'eleganza del tutto: fin dai titoli di testa, passando per le raffigurazioni, arrivando ovviamente alla regia, capace di coniugare sapientemente morbidezza ed incisività, adattandosi alla narrazione.
Di interesse altresì la struttura temporale del racconto, infarcita di continue analessi esplicative, riallacciatesi, parzialmente, solo sul finale.
Validissime le interpretazioni, consone alla profondità della narrazione: convincente la giovane Giovanna Gardelli, drammatico e consumato Giampiero Bartolini, sorprendentemente cinico Gianni Fantoni.
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