Il solista |
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Un film di Joe Wright.
Con Robert Downey Jr., Catherine Keener, Jamie Foxx, Stephen Root, Robyn Jean Springer.
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Titolo originale The Soloist.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Gran Bretagna, USA, Francia 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 23 luglio 2010.
MYMONETRO
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Riflessioni
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lunedì 23 febbraio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Scrivo questo commento per controbilanciare con un voto esageratamente alto una valutazione media ingiustamente bassa e in particolare la stroncatura di Sinkro, basata su tre interrogativi cui il film non darebbe risposta: 1) perchè Ayes diventa pazzo? 2) perchè il giornalista si prende a cuore il barbone? 3) perchè Lopez ha divorziato dalla moglie? Alla domanda 2) risponde Giancarlo Zappoli come meglio non si potrebbe fare. Le risposte alla 3) potrebbero essere tante quante sono le ragioni per cui due coniugi divorziano, ma sarebbero tutte irrilevanti nel contesto del film. Quello che importa è la condizione di solitudine in cui Lopez si viene a trovare, oltre che per la sua "diversità" anche perchè è un divorziato; credo che il titolo Soloist in ambito musicale alluda anche alla solitudine in senso più generale. E qui arriviamo alla domanda 1). E anche qui il perchè è irrilevante, quello che conta è il come. Nella sequenza della prova d'orchestra alla Juilliard School (che è la più prestigiosa scuola musicale degli States) Ayes a un certo punto abbandona la partitura e comincia ad improvvisare a modo suo; il direttore d'orchestra si interrompe e gli chiede se per caso non è capace di suonare quel brano. Ovviamente dal punto di vista pragmatico il direttore deve richiedere che tutti rispettino lo spartito, ma come musicista dovrebbe anche essere in grado di capire che Ayes è perfettamente capace di eseguire la parte, solo che in quel momento sta volando molto più alto, come gli uccelli nella vituperata sequenza del tunnel. Non lo capisce e ferisce a morte la sensibilità patologicamente malata di Ayes che da quel momento si rifiuta di far parte dell'orchestra, come si rifiuta di far parte di una società dove non c'è posto per chi è diverso e non si vuole uniformare. Arriverà anche a trattare brutalmente l'unico amico, Lopez appunto, quando questi gli vuol fare firmare dei documenti in cui viene definito schizofrenico. No, lui sa di non essere "normale", ma sa anche di non essere schizofrenico e si rifiuta di essere etichettato in quel modo. Pazzia? Non lo so, se ne potrebbe discutere a lungo. Diversità? Sì, e il regista lo sottolinea anche quando sceglie per la sequenza finale il Triplo Concerto di Beethoven, denigrato per anni dai puristi perchè poco canonico e solo recentemente riabilitato. Certo è che se invece di Beethoven ci avesse messo il Rock il giudizio di molti sarebbe stato più benevolo.
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