lovemovies
|
giovedì 16 marzo 2023
|
come cambia il mondo
|
|
|
|
Premetto che fa una certa impressione guardare oggi questo amabile film che vede la partecipazione anche di artisti russi, che contiene varie scene girate a Mosca e che a tratti viene parlato in lingua russa. Come cambia il mondo, e come spesso cambia purtroppo in peggio. Chissà quanti anni passeranno per poter almeno teorizzare una analoga collaborazione artistica e culturale. A parte questa premessa che mi sembrava però opportuna, il film a mio parere è un sorprendente gioiello cinematografico. Forse un po' pretenzioso raccontare la storia di un amore per ben dieci anni, ma probabilmente quello era il tempo necessario che serviva ai due protagonisti per crescere, imparare a perdonare, comprendere se stessi e gli altri.
[+]
Premetto che fa una certa impressione guardare oggi questo amabile film che vede la partecipazione anche di artisti russi, che contiene varie scene girate a Mosca e che a tratti viene parlato in lingua russa. Come cambia il mondo, e come spesso cambia purtroppo in peggio. Chissà quanti anni passeranno per poter almeno teorizzare una analoga collaborazione artistica e culturale. A parte questa premessa che mi sembrava però opportuna, il film a mio parere è un sorprendente gioiello cinematografico. Forse un po' pretenzioso raccontare la storia di un amore per ben dieci anni, ma probabilmente quello era il tempo necessario che serviva ai due protagonisti per crescere, imparare a perdonare, comprendere se stessi e gli altri. Ambientazione inconsueta, soprattutto per l'accavallarsi dei viaggi fra Mosca ed una Venezia di periferia, nella quieta laguna. Ottima l'interpretazione dei due attori di punta, fresco, frizzante e pronto a cedere alle tentazioni lui e più riflessiva e focalizzata sugli impegni di studio e di lavoro lei, una aggraziata Isabella Ragonese. Film pluripremiato, con pieno merito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lovemovies »
[ - ] lascia un commento a lovemovies »
|
|
d'accordo? |
|
mirko tommasi
|
mercoledì 28 ottobre 2020
|
una più che decorosa opera prima
|
|
|
|
Storia di due ragazzi raccontata lungo dieci inverni. Fra tentazioni iperbolico-amorose e una certa scioltezza narrativa Mieli porta a compimento una più che decorosa opera prima.
|
|
[+] lascia un commento a mirko tommasi »
[ - ] lascia un commento a mirko tommasi »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
mercoledì 2 maggio 2018
|
dieci gelidi inverni
|
|
|
|
Una strana storia d'amore, un (non) corteggiamento lungo 10 inverni, dove i due protagonisti della storia Camilla e Silvestro si incontrano e scontrano lungo i freddi inverni fra la cupa Venezia, la gelida Mosca e Valdobbiadene. Tante cose cambieranno nell'arco di questo decennio, un decennio che porterà i due ragazzi ad un processo di maturazione riuscendo finalmente a venirsi incontro e ad unirsi.
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
stefano capasso
|
giovedì 29 maggio 2014
|
la difficile individuazione di se
|
|
|
|
Camilla e Silvestro si incontrano, diciottenni, sul vaporetto per Venezia. Cominciano la loro avventura nella vita di adulti, autonomi, lontano da casa. Si innamorano senza dirselo, si cercano, si avvicinano e si allontanano per dieci anni. Un tempo nel quale avranno modo di fare diverse esperienze, al termine delle quali si ritroveranno definitivamente sullo stesso traghetto, nella stessa prima casa.
Valerio Mieli racconta a flash anno dopo anno il lento e difficile percorso di individuazione di due giovani. Un percorso che è fatto di tante prove, di tentativi che servono a togliere i fardelli di quello che non appartiene alla loro identità. Sono piccole conquiste, che di anno in anno compiono, che se da una parte confermano l'immutabilità del carattere dall'altra conferiscono alle personalità spessore diverso.
[+]
Camilla e Silvestro si incontrano, diciottenni, sul vaporetto per Venezia. Cominciano la loro avventura nella vita di adulti, autonomi, lontano da casa. Si innamorano senza dirselo, si cercano, si avvicinano e si allontanano per dieci anni. Un tempo nel quale avranno modo di fare diverse esperienze, al termine delle quali si ritroveranno definitivamente sullo stesso traghetto, nella stessa prima casa.
Valerio Mieli racconta a flash anno dopo anno il lento e difficile percorso di individuazione di due giovani. Un percorso che è fatto di tante prove, di tentativi che servono a togliere i fardelli di quello che non appartiene alla loro identità. Sono piccole conquiste, che di anno in anno compiono, che se da una parte confermano l'immutabilità del carattere dall'altra conferiscono alle personalità spessore diverso.
Uno spessore ed una conoscenza che servono dopo dieci anni a poter essere sufficientemente adulti per potersi riconoscere nella propria individualità, con le proprie debolezze, e riconoscere l'altro che pure è sempre stato lì, per quello che è
In fondo dopo dieci anni la situazione che si ripresenta somiglia molto alla prima, ma potranno viverla da persone più consapevoli con un finale decisamente più soddisfacente
Dieci inverni è un film dai toni malinconici, Venezia con le sue nebbie mattutine, la Russia innevata e l’inverno rappresentano in modo perfetto questo sentimento che è anche la malinconia per un tempo Eì ben raccontato ed è interessante l'idea dei piccoli flash inveranali anno dopo anno perduto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano capasso »
[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
|
|
d'accordo? |
|
minnie
|
lunedì 11 giugno 2012
|
l'amore a prima vista funziona!
|
|
|
|
Ho visto finalmente in tv "Dieci inverni" dopo averlo inseguito invano al cinema: l'ho trovato un film splendido. L'idea ricalca "The way we werw" e non era facile reggere il confronto con la mitica coppia Streisand-Redford, però Riondino e Ragonese ci sono riusciti benissimo. La loro recitazione è superba, così come ho provato vera gioia per gli occhi nelle riprese di Valerio Mieli, il giovane regista, a Venezia, una città che si ama anche nei suoi scorci più scontati e però qui fotografati nel miglior modo (vedi la scena fra Camilla e il suo amore, ormai passato, russo, in piazza San Marco), a Rialto, nella piccola casa che sembra una dacia ai Castelli, e anche Mosca io al cinema non l'avevo mai vista così, addirittura la pista di pattinaggio mi sembra proprio quella descritta da Tolstoj nella scena in cui s'incontrano Kitty e Levin.
[+]
Ho visto finalmente in tv "Dieci inverni" dopo averlo inseguito invano al cinema: l'ho trovato un film splendido. L'idea ricalca "The way we werw" e non era facile reggere il confronto con la mitica coppia Streisand-Redford, però Riondino e Ragonese ci sono riusciti benissimo. La loro recitazione è superba, così come ho provato vera gioia per gli occhi nelle riprese di Valerio Mieli, il giovane regista, a Venezia, una città che si ama anche nei suoi scorci più scontati e però qui fotografati nel miglior modo (vedi la scena fra Camilla e il suo amore, ormai passato, russo, in piazza San Marco), a Rialto, nella piccola casa che sembra una dacia ai Castelli, e anche Mosca io al cinema non l'avevo mai vista così, addirittura la pista di pattinaggio mi sembra proprio quella descritta da Tolstoj nella scena in cui s'incontrano Kitty e Levin. Un film poetico, che affronta varie tematiche - la depressione post partum, la gelosia, l'amicizia controversa fra uomo e donna, l'amore per il teatro e per la scienza, Riondino sa fare anche il tenero oltre che il nevrotico, Ragonese è così saggia, sa dare un'impronta a tutto il film che però è anche un film di ricordi visivi, di paesaggi, di sensazioni ed è stupendo! Bravi tutti! Bravissimi, anzi!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a minnie »
[ - ] lascia un commento a minnie »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
domenica 4 settembre 2011
|
due cuori in inverno
|
|
|
|
Avrei voluto vederlo alla prima alla mostra del cinema di Venezia, sia perchè mi trovavo là, sia per l'ambientazione nella città lagunare, ma per motivi di orari ( avevo un treno da prendere), non ho potuto farlo; l'ho recuperato qualche tempo dopo e devo dire che le aspettative che avevo sul film non sono affatto rimaste deluse, anzi. Trovo sia un'ottima prova d'esordio, diretta con sensibilità e delicatezza, forse con qualche incertezza che tuttavia arricchisce alla storia e al carattere dei protagonisti. Silvestro e Camilla sono due ragazzi come tanti, studiano a Venezia, s'incontrano durante un rigido inverno e s'incontreranno per dieci anni, sempre in inverno, prima di dichiararsi reciprocamente il loro amore.
[+]
Avrei voluto vederlo alla prima alla mostra del cinema di Venezia, sia perchè mi trovavo là, sia per l'ambientazione nella città lagunare, ma per motivi di orari ( avevo un treno da prendere), non ho potuto farlo; l'ho recuperato qualche tempo dopo e devo dire che le aspettative che avevo sul film non sono affatto rimaste deluse, anzi. Trovo sia un'ottima prova d'esordio, diretta con sensibilità e delicatezza, forse con qualche incertezza che tuttavia arricchisce alla storia e al carattere dei protagonisti. Silvestro e Camilla sono due ragazzi come tanti, studiano a Venezia, s'incontrano durante un rigido inverno e s'incontreranno per dieci anni, sempre in inverno, prima di dichiararsi reciprocamente il loro amore. In una Venezia quasi inedita ( anche per chi la conosce bene, come me), fredda e incolore, ben lontana dalle immagini da cartolina, ma una Venezia della gente comune, quella che lavora ( alle bancarelle del mercato, alla guida del vaporetto), i due ragazzi impareranno a conoscersi un pò alla volta, anno dopo anno, anche se non sanno ancora riconoscere il sentimento che li unisce e che ogni volta li farà reincontrare. Vivranno altre storie, anche importanti, ma si troveranno sempre uno di fronte all'altra. in un certo qual modo si può dire che i sentimenti sono come ibernati, in attesa di una primavera che finalmente darà vita a nuovi germogli, ma contemporaneamente sono tenuti al caldo, protetti "covati", fino alla schiusa.
Mi è venuto da associare il film di Mieli a "Amici, amanti e..", proprio per l'antitesi dei protagonisti, anche Adam ed Emma si rincorrono per più di dieci anni, intanto fanno sesso cercando di tenere l'amore fuori dalla porta, mentre Camilla e Silvestro fanno sesso solo al decimo inverno, quando è chiaro ad entrambi il loro amore, Sicuramente il lento crescere di un sentimento, pur con le contraddizzioni , le difficoltà della maturazione, emoziona e commuove, forse perchè è una storia semplice di due ragazzi semplici, (così lontani per fortuna dai ragazzi di Moccia tre metri sopra il cielo), e piace anche il finale, d'altronde, se un amore è riuscito a superare, dieci lunghi e freddi inverni, non ci resta che apprezzare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
ce1973
|
lunedì 16 maggio 2011
|
buona opera prima con colonna sonora straordinaria
|
|
|
|
una buona opera prima.
La colonna sonora è certamente il punto più alto
capossela è straordinario
e solo questo è un motivo suff x vedere il film
ma poi c è il film. carino, delicato, a tratti divertente, (ogni tanto irritante)
una buona opera prima
che fa ben sperare ....
|
|
[+] lascia un commento a ce1973 »
[ - ] lascia un commento a ce1973 »
|
|
d'accordo? |
|
nicorex
|
mercoledì 22 dicembre 2010
|
dieci inverni un amore
|
|
|
|
Purtroppo mi era sfuggito questo ottimo film forse perché credevo che fosse uno di quei film di contenuto vacanziero destinato a esaltare Venezia (in inverno é la vera Venezia!!) e la Russia di non so quale paese. Ma il film é la storia semplice del divenire delle nostre stagioni dall'adolescenza alla maturità e "gioca" -in maniera ineccepibile- su sentimenti che quando si é giovani non si riesce a comprendere appieno, l'amicizia tra due universitari, questo andare e venire tra stimmate di amore e senso di amicizia,un vero e proprio guazzabuglio, un lasciarsi e rivedersi apparentemente incomprensibile, ma che rispecchia la natura non sempre quieta dei nostri sentimenti.Camilla e Silvestro rispecchiano nel loro intenso ed apparentemente scombinato rapporto il percorso obbligato ed umano indotto dalla vita, insomma il dispiegarsi “naturale” ed “obbligato” delle stagioni della nostra vita.
[+]
Purtroppo mi era sfuggito questo ottimo film forse perché credevo che fosse uno di quei film di contenuto vacanziero destinato a esaltare Venezia (in inverno é la vera Venezia!!) e la Russia di non so quale paese. Ma il film é la storia semplice del divenire delle nostre stagioni dall'adolescenza alla maturità e "gioca" -in maniera ineccepibile- su sentimenti che quando si é giovani non si riesce a comprendere appieno, l'amicizia tra due universitari, questo andare e venire tra stimmate di amore e senso di amicizia,un vero e proprio guazzabuglio, un lasciarsi e rivedersi apparentemente incomprensibile, ma che rispecchia la natura non sempre quieta dei nostri sentimenti.Camilla e Silvestro rispecchiano nel loro intenso ed apparentemente scombinato rapporto il percorso obbligato ed umano indotto dalla vita, insomma il dispiegarsi “naturale” ed “obbligato” delle stagioni della nostra vita.Ne esce quindi una storia niente affatto banale, intensamente interpretata e vissuta dai bravissimi protagonisti Isabella Ragonese e Michele Riondino immersi come sono a non dare banalità al loro rapporto,a darne un concreto significato specialmente quando Silvestro nella scena finale dice di aver terrore a parlare con lei.Fa da sfondo una non convenzionale Venezia, ritratta (fatta eccezione per una scena, quella di Piazza S.Marco con il suo ex russo) nelle sue calle più sconosciute e periferiche,livida,metallica e dalla bellezza più riposta ed intima.Circa 100 minuti di ottimo cinema non minimalista a dimostrazione che vive, in maniera non volgare, la nostra cultura che é senso della vita e della libertà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nicorex »
[ - ] lascia un commento a nicorex »
|
|
d'accordo? |
|
francesco2
|
domenica 28 novembre 2010
|
il cinema ininverno: un concetto che il pensiero n
|
|
|
|
Per il nostro cinema il film a episodi non è un concetto nuovissimo. Qualcuno recensendo questo ha citato "Un amore ", opera di Tavarelli elogiata (A ragione?) da certa critica, ma io ho pensato anche a "Tracce di vita amorosa" di Peter Del Monte, film massacrato a Venezia vent'anni fa, forse a ragione forse no. In fondo lo "Stanno tutti bene" di Tornatore, di cui è uscito in questi giorni un remake, non si divideva in episodi nel
Senso stretto, ma (E) seguiva il percorso (In tutti i sensi) di un padre, e le tante piccole storie che ritrovava viaggiando per l’ Italia. Sempre a quegli anni risale "Scugnizzi" di Loy, che partendo da uno spettacolo teatrale parlava dei ragazzini di Nisida che lo interpretavano.
[+]
Per il nostro cinema il film a episodi non è un concetto nuovissimo. Qualcuno recensendo questo ha citato "Un amore ", opera di Tavarelli elogiata (A ragione?) da certa critica, ma io ho pensato anche a "Tracce di vita amorosa" di Peter Del Monte, film massacrato a Venezia vent'anni fa, forse a ragione forse no. In fondo lo "Stanno tutti bene" di Tornatore, di cui è uscito in questi giorni un remake, non si divideva in episodi nel
Senso stretto, ma (E) seguiva il percorso (In tutti i sensi) di un padre, e le tante piccole storie che ritrovava viaggiando per l’ Italia. Sempre a quegli anni risale "Scugnizzi" di Loy, che partendo da uno spettacolo teatrale parlava dei ragazzini di Nisida che lo interpretavano.
Tutti titoli, secondo me, nient’affatto memorabili, Ma anche film come "Dieci inverni" sono un esempio di presunto cinema autoriale, solo in apparenza non giovanilistico. Il titolo si può leggere in tanti modi, il più contorto si potrebbe riallacciare alla scelta della protagonista, che si autoconfina in un paese freddo parlando una lingua difficile (Che anche io ho studiato: da che pulpito….) , quasi a volere scontare un percorso di espiazione (Non è una lettura così distorta, se si parla di “Monastero”): ed in quella dimensione, che aveva sostituito quella giocosa di russe imbranate e feste infantili( che non le andavano a genio), la sua scelta cadrà su un uomo del posto. In fondo, quando rifiuta (Ma veramente?) all’inizio Silvestro , è come se in cuor suo rimuovesse qualsiasi futilità in quella dimensione che, per misteriosi motivi, voleva far sua, fatta di stanzette fatiscenti e cappotti di lana.
Ma più semplicemente(Sic!) “Dieci inverni” è il titolo di un film che vorrebbe essere freddo, ma non lo è mai abbastanza. Può avere spunti curiosi, come il russo che dice a Camilla, nella sua lingua, di levarsi di torno Silvestro. Ma il cinema, in chiave generale, non vive solo di spunti curiosi. Nello specifico, poi, pretendere di raccontare un rapporto spesso irrisolto tra due persone, in cui l’amore si sia incrociato con l’odio, la stima col fastidio, richiede la capacità “fotografica” di catturare momenti che restituiscano il senso di un rapporto che col tempo aveva conosciuto tante sfumature, che qualche volta si era forse estinto, e forse no. Ed in questo senso, spiace dirlo, il massimo che riesca a fare “Dieci inverni” è costruire situazioni da “Ultimo bacio” come le lumache regalate e poi cucinate insieme alla sventola del momento, o far sì che i due si (Ri)trovino ad un’asta e poi si dicano qualcosa che non sapremo mai, stile “Lost in Translation”, ma lontani dal film della Coppola. Frasi come “So che è colpa mia, ma ora vattene” si disperdono in spunti da commedia priva di nerbo, come il gatto riportato in Russia che non era neanche quello giusto,o in personaggi folcloristici come la giovane russa imbranata (Uno dei soliti vizi dei nostri film, osservava Enrico Terrone: la commiserazione per il diverso ). “Dieci inverni”, purtroppo, assomiglia di più al finale, secondo me non ambiguo, come qualcuno ha scritto, ma banalmente consolatorio, che non alla bella scena accompagnata dalla musica di Capossela.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesco2 »
[ - ] lascia un commento a francesco2 »
|
|
d'accordo? |
|
|