sasa83
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venerdì 6 marzo 2015
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eccezionale film "pulp"
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Riuscitissimo film pulp che mette insieme sapientemente tutti gli elementi specifici del genere: un gruppo di gangster o aspiranti tali, una "mitica" rockstar, boss della mala e mafia russa intrecciano i loro destini in questo film rapido, divertente, che fino alla fine mette in fila un rapido susseguirsi di colpi di scena in una Londra malavitosa che ad ogni angolo sembra sfornare un criminale oppure un ricettatore che prova ad esserlo, più o meno seriamente. Anche (o forse soprattutto) i dialoghi, in pieno stile tarantiniano, contribuiscono a rendere Rocknrolla il miglior film di Guy Ritchie.
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fabian t.
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giovedì 19 novembre 2015
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nulla a che vedere con "the snatch"
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Ritchie ci riprova. Purtroppo, nonostante indiscusse qualità sparse qua e là, "RockNRolla" non lascia il segno e pecca anzitutto in mancanza di originalità e coinvolgimento. Inevitabile, infatti, è il confronto con il precedente "The Snatch" cui questo film si ispira in gran parte. Proprio per questa sua voluta vicinanza registica e narrativa, la storia di "RockNRolla" risulta in gran parte blanda e inerte tanto che bisogna attendere l'ultima mezzoretta di film per assistere alla parte più interessante ed efficace. I personaggi non convincono e la storia stenta a decollare; probabimente anche il soggetto non aiuta. Ritchie ha tentato di bissare il successo ma non c'è riuscito, anche e soprattutto per una indecisione stilistica che non offre un riuscito bilanciamento tra ironia e drammaticità.
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Ritchie ci riprova. Purtroppo, nonostante indiscusse qualità sparse qua e là, "RockNRolla" non lascia il segno e pecca anzitutto in mancanza di originalità e coinvolgimento. Inevitabile, infatti, è il confronto con il precedente "The Snatch" cui questo film si ispira in gran parte. Proprio per questa sua voluta vicinanza registica e narrativa, la storia di "RockNRolla" risulta in gran parte blanda e inerte tanto che bisogna attendere l'ultima mezzoretta di film per assistere alla parte più interessante ed efficace. I personaggi non convincono e la storia stenta a decollare; probabimente anche il soggetto non aiuta. Ritchie ha tentato di bissare il successo ma non c'è riuscito, anche e soprattutto per una indecisione stilistica che non offre un riuscito bilanciamento tra ironia e drammaticità. Farà meglio con "Revolver", sbilanciandosi ancora, ma i tempi di "The Snatch" - bisogna riconoscerlo - sembrano ormai lontani.
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carmine antonello villani
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giovedì 7 maggio 2009
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soldi e potere, il binomio di ritchie è pulp
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Torna Guy Ritchie con i gangster sgangherati, gli strani scherzi del destino, gli intrecci che coinvolgono bizzarri personaggi che popolano una Londra mai così pulp. Perché l’emulo di Tarantino sembra divertirsi un mondo con i dialoghi non sense e le riflessioni su un pacchetto di sigarette che magicamente diventa la metafora della vita. Dopo i successi di “Snatch” e “Lock and Stock”, la capitale inglese diventa nuovamente teatro di affari sporchi con la compiacenza di assessori al soldo di boss in doppiopetto. Stavolta spuntano persino la mafia russa, un gruppo di pasticcioni che si ritrova a dover recuperare molte sterline e pure un quadro misterioso. Ci si diverte con l’ex marito di Madonna, il suo cinema è moderno nello stile ed ha molto appeal, le scene sembrano girate come un videoclip con quei repentini cambi di scena ed accelerazioni che partono dal rallenty utilizzato a più non posso.
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Torna Guy Ritchie con i gangster sgangherati, gli strani scherzi del destino, gli intrecci che coinvolgono bizzarri personaggi che popolano una Londra mai così pulp. Perché l’emulo di Tarantino sembra divertirsi un mondo con i dialoghi non sense e le riflessioni su un pacchetto di sigarette che magicamente diventa la metafora della vita. Dopo i successi di “Snatch” e “Lock and Stock”, la capitale inglese diventa nuovamente teatro di affari sporchi con la compiacenza di assessori al soldo di boss in doppiopetto. Stavolta spuntano persino la mafia russa, un gruppo di pasticcioni che si ritrova a dover recuperare molte sterline e pure un quadro misterioso. Ci si diverte con l’ex marito di Madonna, il suo cinema è moderno nello stile ed ha molto appeal, le scene sembrano girate come un videoclip con quei repentini cambi di scena ed accelerazioni che partono dal rallenty utilizzato a più non posso. Tanto talento certo, una buona dose di coraggio e fantasia da vendere: tossici che s’improvvisano venditori, tirapiedi che devono oliare i meccanismi della politica, torture quanto mai grottesche, cantanti che si fingono morti. In “Rocknrolla” vi è di tutto e di più, l’immaginazione di Ritchie non ha limiti, il suo universo infantile non riesce a tenere fuori una violenza grottesca nella sua paradossale comicità. Un cinema non per tutti eppure affascinante nella sua costruzione visionaria.
Carmine Antonello Villani
(Salerno)
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houssy
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mercoledì 13 maggio 2009
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rick n rolla: simpatico e disonesto
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Pur provando una sensazione di piacere alla fine della visione del nuovo lavoro di Guy Ritchie, non si può far a meno di notare come il nostro, tenda a reiterare all'infinito lo stesso film, mantenendo praticamente intatti generi e situazioni. C'è sempre qualcuno che frega qualcun altro, qualche povero cristo che finisce ammazzato ed immancabili e puntuali come le tasse anche questa volta non mancano una pletora di sequenze divertenti ed un pizzico surreali, vero marchio di fabbrica per questo tipo di produzioni. Si ride, ci si diverte, si fa il tifo per i buoni, si appagano pancia e cervello, si esce dal cinema soddisfatti e la mattina dopo già non si ha più ricordo alcuno del film. Il vero limite del nuovo lavoro di Guy Ritchie è proprio questo, crogiolarsi in una confortevole passeggiata nei luoghi comuni di un genere ormai esausto, voler riproporre a tutti i costi temi già codificati e digeriti, ad un pubblico forse frastornato, ma di certo non imbecille.
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Pur provando una sensazione di piacere alla fine della visione del nuovo lavoro di Guy Ritchie, non si può far a meno di notare come il nostro, tenda a reiterare all'infinito lo stesso film, mantenendo praticamente intatti generi e situazioni. C'è sempre qualcuno che frega qualcun altro, qualche povero cristo che finisce ammazzato ed immancabili e puntuali come le tasse anche questa volta non mancano una pletora di sequenze divertenti ed un pizzico surreali, vero marchio di fabbrica per questo tipo di produzioni. Si ride, ci si diverte, si fa il tifo per i buoni, si appagano pancia e cervello, si esce dal cinema soddisfatti e la mattina dopo già non si ha più ricordo alcuno del film. Il vero limite del nuovo lavoro di Guy Ritchie è proprio questo, crogiolarsi in una confortevole passeggiata nei luoghi comuni di un genere ormai esausto, voler riproporre a tutti i costi temi già codificati e digeriti, ad un pubblico forse frastornato, ma di certo non imbecille. RocknRolla diverte ed intrattiene con la sua furbizia e la sua spavalderia, ma alla fine della fiera, quando si accendono le luci in sala, il sospetto di essere stati presi per i fondelli si fa largo nella mente degli spettatori paganti. Rimangono nella memoria la prima rapina ai danni dei corrieri russi (veramente esilarante) e una manciate di altre sequenze, il minimo sindacale per impedire una rivolta di popolo con destinazione la cassa del cinema. La promessa finale di un seguito, dal titolo The real RocknRolla, in grado di chiudere tutti i buchi narrativi lasciati aperti, non fa altro che aumentare la rabbia dello spettatore, spossato dalla simpatica e dilagante tendenza a spezzare i film in due parti, per la gioia del portafoglio di tutti. Come i suoi protagonisti, simpatico, ma in fondo disonesto.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
La prima rapina ai danni dei corrieri russi.
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