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dezio
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domenica 7 luglio 2013
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thriller giudiziario
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In questo thriller di stampo giudiziario, l'avvocato Willy Beachum (Ryan Gosling) cerca di incastrare il signor Crawford (Anthony Hopkins) per l'omicidio a sangue freddo di sua moglie. Il film inizia in maniera atipica, mostrando allo spettatore il momento del delitto così come avviene: il problema, il fulcro del film, non sta nel capire chi sia il colpevole, ma come riuscire a metterlo dietro le sbarre, non tramite sparatorie e inseguimenti, ma raccogliendo prove e facendolo dichiarare colpevole da una giuria. L'incedere degli eventi riesce a tenere incollati allo schermo, grazie alla magistrale interpretazione del "cannibale" Hopkins, che ci porta come al solito un antagonista freddo, calcolatore e carismatico; ottima prova anche per Ryan Gosling, con un personaggio che viene ben approfondito in quanto a personalità, obiettivi e maturazione durante il film.
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In questo thriller di stampo giudiziario, l'avvocato Willy Beachum (Ryan Gosling) cerca di incastrare il signor Crawford (Anthony Hopkins) per l'omicidio a sangue freddo di sua moglie. Il film inizia in maniera atipica, mostrando allo spettatore il momento del delitto così come avviene: il problema, il fulcro del film, non sta nel capire chi sia il colpevole, ma come riuscire a metterlo dietro le sbarre, non tramite sparatorie e inseguimenti, ma raccogliendo prove e facendolo dichiarare colpevole da una giuria. L'incedere degli eventi riesce a tenere incollati allo schermo, grazie alla magistrale interpretazione del "cannibale" Hopkins, che ci porta come al solito un antagonista freddo, calcolatore e carismatico; ottima prova anche per Ryan Gosling, con un personaggio che viene ben approfondito in quanto a personalità, obiettivi e maturazione durante il film. Nel lungometraggio troviamo tutto quello che ci dovremmo aspettare: personaggi avvincenti, dialoghi ottimamente scritti, musiche azzeccate, suspance e colpi di scena.
Ne consiglio la visione in quanto, a differenza di altri, riesce nel duro compito di far scorrere l'ottima trama senza punti morti, dimostrandosi al contempo un ottimo giallo/thriller dove intrighi e cavilli giudiziari riescono ad essere più emozionanti di molte scene d'azione.
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lucky26
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mercoledì 17 dicembre 2014
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finale debole
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Film intrigante con interpretazioni eccellenti. L'unica inaspettata "caduta di stile" per così dire la rilevo nel finale. La sceneggiatura propone un Thomas Crawford che, dopo aver architettato e premeditato con dimostrata freddezza e razionalità un delitto perfetto, e che dimostra anche nel corso delle udienze, specie l'ultima decisiva durante la quale chiede al giudice il proscioglimento citando articoli di legge di cui "improvvisamente" dimostra di conoscerne bene il contenuto, si dimentica che il delitto da "tenato omicidio" si è tramutato per sua stessa mano (fa staccare il respitarore meccanico che tiene in vita la moglie) in "omicidio di 1° grado".
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Film intrigante con interpretazioni eccellenti. L'unica inaspettata "caduta di stile" per così dire la rilevo nel finale. La sceneggiatura propone un Thomas Crawford che, dopo aver architettato e premeditato con dimostrata freddezza e razionalità un delitto perfetto, e che dimostra anche nel corso delle udienze, specie l'ultima decisiva durante la quale chiede al giudice il proscioglimento citando articoli di legge di cui "improvvisamente" dimostra di conoscerne bene il contenuto, si dimentica che il delitto da "tenato omicidio" si è tramutato per sua stessa mano (fa staccare il respitarore meccanico che tiene in vita la moglie) in "omicidio di 1° grado".
Impensabile. Comunque, a parte questa forzatura, il film resta un classico nel suo genere. Da rivedere, come ho fatto io ieri sera, per l'ennesima volta.
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andrea alesci
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martedì 24 marzo 2015
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le inesorabili sorde incrinature dei meccanismi
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Si forma con lentezza, con inesorabile insondabile lentezza, ma alla fine eccola lì che appare chiara e visibile: la crepa. L’incrinatura che segna il punto di rottura, la fenditura che muta irreparabilmente lo stato delle cose.
Quel sottile segno che il regista Gregory Hoblit indaga con misurata abilità sin dalle prime inquadrature di “Fracture” (titolo originale del “Caso di Thomas Crawford”), spezzando i nomi dei titoli di testa come evidenza di un percorso che marca il passo dell’intera opera.
Tutto nella pellicola ha a che fare con le fratture: l’azienda di Thomas Crawford (Anthony Hopkins) si occupa di indagare le fratture dei materiali per gli aerei; a rompersi è il matrimonio di Tom con la moglie Jennifer (Embeth Davidtz); si spezza la vita proprio di Jennifer; si disintegra la sua relazione con l’agente Nunally (e poi la vita di quest’ultimo con il suo suicidio); va in mille pezzi la carriera dell’avvocato Willy Beachum (Ryan Gosling), tagliato fuori dallo studio associato Wooton Sims e dal nascente legame con Nikki Gardner (Rosamund Pike); si frantuma alla fine un caso che pareva infrangibile.
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Si forma con lentezza, con inesorabile insondabile lentezza, ma alla fine eccola lì che appare chiara e visibile: la crepa. L’incrinatura che segna il punto di rottura, la fenditura che muta irreparabilmente lo stato delle cose.
Quel sottile segno che il regista Gregory Hoblit indaga con misurata abilità sin dalle prime inquadrature di “Fracture” (titolo originale del “Caso di Thomas Crawford”), spezzando i nomi dei titoli di testa come evidenza di un percorso che marca il passo dell’intera opera.
Tutto nella pellicola ha a che fare con le fratture: l’azienda di Thomas Crawford (Anthony Hopkins) si occupa di indagare le fratture dei materiali per gli aerei; a rompersi è il matrimonio di Tom con la moglie Jennifer (Embeth Davidtz); si spezza la vita proprio di Jennifer; si disintegra la sua relazione con l’agente Nunally (e poi la vita di quest’ultimo con il suo suicidio); va in mille pezzi la carriera dell’avvocato Willy Beachum (Ryan Gosling), tagliato fuori dallo studio associato Wooton Sims e dal nascente legame con Nikki Gardner (Rosamund Pike); si frantuma alla fine un caso che pareva infrangibile.
“Il caso Thomas Crawford” è un sapiente giallo nel quale ogni cosa si sgretola, andando in polvere nel corso di un’azione che si svolge tra due fuochi: Tom/Hopkins vs Willy/Gosling. Sono i loro dialoghi a reggere l’architettura di una storia che si muove nei solchi di una sotterranea frattura impercettibilmente sempre più larga.
Il confronto serrato fra due intelligenze chiamate a misurarsi all’interno di un intrigante gioco a due, con Ryan Gosling / Willy Beachum audacemente sicuro delle sue capacità di vincente e Anthony Hopkins / Thomas Crawford investito di una perfida sottile arguzia che ricorda il famoso Hannibal Lecter del Silenzio degli innocenti.
L’astuzia di un piano che va calibrando il proprio spessore dentro l’aula del tribunale e nella precisa misura di ogni parola, ogni silenzio, ogni gesto ordito dal signor Crawford. L’esattezza del suo agire si muove conformemente alla legittimità della legge, disegnando una trama che trasforma l’evidenza di una colpa presunta in un’inattaccabile innocenza.
La sceneggiatura di Daniel Pyne (White Sands, Ogni maledetta domenica, The Manchurian Candidate) è la perfetta architrave di un film che per genialità trova un degno termine di paragone nella scrittura di Christopher McQuarrie per I soliti sospetti (Bryan Singer, 1995), tratteggiando un disegno che porta in scena frammenti letterari (l’accenno a una poesia di Theodor Geisel e ad un verso di Lewis Carroll), espunti biblici, dialoghi sempre puntualmente pesati e un colpo di scena finale da maestro.
Un disegno raffinato nelle mani di Gregory Hoblit, che ben dirige il corpo di attori ruotanti attorno ai due fulcri Hopkins/Gosling, impeccabili dentro a un meccanismo intricato nel quale ogni dettaglio è calcolato e tutto funziona alla perfezione, come le biglie nei marchingegni costruiti da Thomas Crawford con abilità sopraffina (nella realtà opere dell’artista olandese Mark Bischof) e propulsori del film sin dalla prima inquadratura.
Eppure anche il più perfetto dei meccanismi può incrinarsi e rompersi. Così, nel piano di Crawford si produce quella frattura resa invisibile dal suo altezzoso desiderio di controllo: l’armatura diventa arma e un nuovo giudizio può spalancare sotto i suoi piedi un’immensa voragine. In un cerchio giottesco che fa del “Caso di Thomas Crawford” una penetrante riflessione sugli ideali di giustizia: siano essi manipolati nei cardini del Sistema Giudiziario (vedi la strategia di Thomas Crawford e en passant l’operato di colossi come Wooton Sims) oppure perseguiti a oltranza come fa l’avvocato Willy Beachum, alla fine non più soltanto un vincente ma un esemplare vincitore.
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emanuele r.
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sabato 23 luglio 2016
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thriller avvincente e diabolico
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Questo film è un thriller legale diverso dagli altri, per molti aspetti. Comunque è molto avvincente. Un uomo uccide la moglie dopo aver scoperto che lo tradiva con un altro uomo, e fa ricadere le colpe sull'amante. Il personaggio principale è sicuramente quello interpretato da Anthony Hopkins, già conosciuto grazie a "il silenzio degli innocenti", che interpreta il marito assassino. Egli, volontariamente, durante il processo rifiuta di avere un avvocato che lo difenda, infatti ha intenzione di difendersi da solo e avrà anche successo, dando filo da torcere al pubblico ministero, che farà di tutto per arrivare alla verità. Sicuramente un thriller legale ben costruito; è diverso dagli altri perché non c'è molta tensione, bensì c'è molto mistero, molti dubbi.
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Questo film è un thriller legale diverso dagli altri, per molti aspetti. Comunque è molto avvincente. Un uomo uccide la moglie dopo aver scoperto che lo tradiva con un altro uomo, e fa ricadere le colpe sull'amante. Il personaggio principale è sicuramente quello interpretato da Anthony Hopkins, già conosciuto grazie a "il silenzio degli innocenti", che interpreta il marito assassino. Egli, volontariamente, durante il processo rifiuta di avere un avvocato che lo difenda, infatti ha intenzione di difendersi da solo e avrà anche successo, dando filo da torcere al pubblico ministero, che farà di tutto per arrivare alla verità. Sicuramente un thriller legale ben costruito; è diverso dagli altri perché non c'è molta tensione, bensì c'è molto mistero, molti dubbi...il finale non colpisce, avrei preferito che finisse in un altro modo, insomma, non si può definire un finale a sorpresa, bensì un finale senza una vera e propina fine, che lascia intendere come si evolverà la storia.
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enzo70
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lunedì 9 gennaio 2017
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un giallo intrigante con due grandissimi attori
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Gosling, il buono, ed Hopkins, il cattivo: Gregory Hoblit non poteva avere un cast migliore per un thriller appassionante, una sorta di gioco enigmistico. Hopkins interpreta il ruolo di Thomas Crawford, un imprenditore di successo che uccide la moglie che aveva la tresca con un detective. Il resto lo spettatore lo deve vedere sullo schermo e vedrà che non si pentirà. Un film ben girato in cui il valore aggiunto è garantito dalla storia, estremamente intrigante, e dalla qualità eccelsa dei due protagonisti.
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Gosling, il buono, ed Hopkins, il cattivo: Gregory Hoblit non poteva avere un cast migliore per un thriller appassionante, una sorta di gioco enigmistico. Hopkins interpreta il ruolo di Thomas Crawford, un imprenditore di successo che uccide la moglie che aveva la tresca con un detective. Il resto lo spettatore lo deve vedere sullo schermo e vedrà che non si pentirà. Un film ben girato in cui il valore aggiunto è garantito dalla storia, estremamente intrigante, e dalla qualità eccelsa dei due protagonisti. Non ci sono effetti speciali, non servono, perché speciale è il confronto tra un’icona del cinema americano ed un attore emergente di altissimo livello. Consigliatissimo.
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francescol82
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martedì 20 luglio 2010
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bello e originale
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Di solito l'identità dell'assassio si scopre alla fine del film, al massimo all'inizio ci possono essere dei sospetti.. qui il film inizia con un reo confesso che (forse) riuscirà anche a uscirne "pulito" ma non per questo il film è meno avvincente degli altri che seguono i canoni rigidi del thriller da manuale. Molto avvincente, anche per l'originalità, sino all'ultimo è difficile capire cos'ha architettato il signor Crowford interpretato ottimamente dal grande Anthony Hopkins. L'unica cosa che non mi ha convinto è l'attore che interpretava la pubblica accusa, sicuramente bravo ma con una faccia troppo da "ragazzino" per il suo personaggio.
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Di solito l'identità dell'assassio si scopre alla fine del film, al massimo all'inizio ci possono essere dei sospetti.. qui il film inizia con un reo confesso che (forse) riuscirà anche a uscirne "pulito" ma non per questo il film è meno avvincente degli altri che seguono i canoni rigidi del thriller da manuale. Molto avvincente, anche per l'originalità, sino all'ultimo è difficile capire cos'ha architettato il signor Crowford interpretato ottimamente dal grande Anthony Hopkins. L'unica cosa che non mi ha convinto è l'attore che interpretava la pubblica accusa, sicuramente bravo ma con una faccia troppo da "ragazzino" per il suo personaggio. Imperdibile per gli amanti del legal thriller.
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iltexano.it
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lunedì 12 novembre 2007
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iltexano.it
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Thomas Crawford è un magnate dell'aereonautica che scopre una relazione tra la moglie ed un detective della polizia.
Cosi decide di farla pagare ad entrambi uccidendo la moglie con un delitto perfetto.
Il film infatti si articola lungo cavilli burocratici e imperfezioni legislative (mi correggano gli avvocati) che impediscono ad una persona di essere processata 2 volte per lo stesso reato.
Ma il delitto non è poi cosi perfetto e alla fine il giovane avvocato interpretato da Ryan Gosling, bravissimo, riesce ad incastrare l'omicida, rinunciando ad un prestigioso incarico presso uno degli studi piu blasonati di avvocati e restando avvocato per la procura.
Il film è ben fatto, Anthony Hopkins riesce sempre bene nelle parti del malato mentale!
Bello, da vedere, forse in dvd!
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Thomas Crawford è un magnate dell'aereonautica che scopre una relazione tra la moglie ed un detective della polizia.
Cosi decide di farla pagare ad entrambi uccidendo la moglie con un delitto perfetto.
Il film infatti si articola lungo cavilli burocratici e imperfezioni legislative (mi correggano gli avvocati) che impediscono ad una persona di essere processata 2 volte per lo stesso reato.
Ma il delitto non è poi cosi perfetto e alla fine il giovane avvocato interpretato da Ryan Gosling, bravissimo, riesce ad incastrare l'omicida, rinunciando ad un prestigioso incarico presso uno degli studi piu blasonati di avvocati e restando avvocato per la procura.
Il film è ben fatto, Anthony Hopkins riesce sempre bene nelle parti del malato mentale!
Bello, da vedere, forse in dvd!
Voto 7/10
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(di dora)
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taniamarina
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giovedì 29 luglio 2010
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bello, bellissimo ma...
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Due grandi attori a confronto: uno anziano ed esperto, sembra che il cinema lavori per lui e non il contrario. L'altro giovane e affetto da un viso ancora troppo infantile, ma con una carica espressiva che promette molto. Film godibile, fotografia stupenda e una sceneggiatura impeccabile. Eppure è la trama che non sembra essere sempre lucida e coerente, il film alla fine non si capisce bene dove voglia andare a parare. Grande ingengo, grande sapienza di uso di mezzi ed attori, ma tolti l'intuizione inziale e i bei colpi di scena, rimane uno splendido spettacolo di colori e immagini.
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ultimoboyscout
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sabato 14 agosto 2010
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tanto fumo, poco arrosto.
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Hopkins è la star assoluta ed è adattissimo nella parte dell'assassino insospettabile. Ma Gosling gli rende pan per focaccia ed è anche lui efficace come suo antagonista. Il film si concentra sulla ricerca da parte della pubblica accusa di trovare prove che permettano di incastrare e condannare Hopkins per l'omicidio della moglie fedifraga. Come tutti i legal thriller e affini risulta lento (molte scene si svolgono all'interno di un tribunale) e poco fluido, non è brutto ma ero convinto di trovarmi di fronte una pellicola decisamente migliore e più avvincente.
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