rosso valentino
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martedì 30 gennaio 2007
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avanti cosi pupi
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Ormai è prassi che ogni anno ci dobbiamo sorbire l'uscita di Avati con un suo film..nel nuovo secolo sono già 6 le uscite del genio bolognese(i cavalieri che fecero l'impresa,il cuore altrove,la rivincita di natale,ma quando arrrivano ler ragazze,la seconda notte di nozze,la cena per farli conoscere )..manco fosse un Fassbinder o L'Antonioni preso da una smania produzione artistica chiamato un film all'anno..tutti film che durano il tempo di 1 settimana e che fortunamente poi ci lasciano e finisco in un qualsiasi stanzino dove ci rimangono industurbate..beato lui di aver un bel contratto di distribuzione che li permette un uscita anche nei multisale(cosa che ahime è avversa alla quasi totalità di un qualsivoglia cinema italiano con un briciolo di novità).
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Ormai è prassi che ogni anno ci dobbiamo sorbire l'uscita di Avati con un suo film..nel nuovo secolo sono già 6 le uscite del genio bolognese(i cavalieri che fecero l'impresa,il cuore altrove,la rivincita di natale,ma quando arrrivano ler ragazze,la seconda notte di nozze,la cena per farli conoscere )..manco fosse un Fassbinder o L'Antonioni preso da una smania produzione artistica chiamato un film all'anno..tutti film che durano il tempo di 1 settimana e che fortunamente poi ci lasciano e finisco in un qualsiasi stanzino dove ci rimangono industurbate..beato lui di aver un bel contratto di distribuzione che li permette un uscita anche nei multisale(cosa che ahime è avversa alla quasi totalità di un qualsivoglia cinema italiano con un briciolo di novità)..ecco alcuni dei nomi degli attori a cui a dato spazio il buon AVAnTI da quando siamo entrati nel ventunesimo secolo..Bova, Incontrada, Marcore, Sandra Milo, nino d'angelo, Abatantuono, Dorelli, Albanese, Ricciarelli, ines sastre, francesca neri, Violente Placido..che grande concentrato di freschezza che grande proposta di qualità quella offerta dal mummificato bolognese, provinciale per vocazione che ancora a febbraio del 2007 ritorna con il suo indiscutibile "masterpiece" un invitantissima commedia che già nelle foto per la commercializzazione del film ci mostra un importantissimo abatantuono e quelle 4 bacucche fasciate in gradevole abito rosso(che grande idea PUPI AVAnTI)..papi perche non cambi un pò(sei ancora rimasto..)..MAGARI IL MESTIERE
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gianni
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martedì 4 settembre 2007
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un avati che non convince
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Si tratta di un film piacevole a vedersi, ma riuscito solo in parte.
Il difetto principale sta nella sceneggiatura, che ci presenta un quintetto veramente scalognato: una delle sorelle ha un cancro al seno, un'altra ha un marito che beve ed è costretta ad andare a letto col principale, la terza ha un marito stronzo e un po' perverso, il padre è un uomo in crisi e poi c'è Francesca Neri che è un tantino fuori di testa. Possibile che non ci sia posto per un personaggio che abbia una vita banalmente "normale"?
Con una simile sceneggiatura diventa difficile approfondire i personaggi, ed in effetti soltanto il personaggio interpretato da Abatantuono funziona ed ha una sua credibilità.
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diomede917
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lunedì 12 febbraio 2007
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cena indigesta
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Sandro Lanza è un attore di serie B, negli anni 70 era una star di poliziotteschi film con liceali e horroracci. Adesso è una star in decadenza della soap Charme, un intervento di chirurgia estetica lo ha rovinato e lui tenta un suicidio sensazionalistico.
Sandro Lanza oltre ad essere un pessimo attore è anche un pessimo padre di tre ragazze avute da tre relazioni differenti, le tre ragazze a loro volta vivono malissimo le loro relazioni con l'altro sesso anche per colpa di questo padre.
Dopo il suicidio decidono di accoppiarlo con una sua fan di vecchia data per poterselo levare di mezzo ma....
I film di Avati si dividono in due categorie quelli belli e quelli da sufficenza afferrata dai capelli, purtoppo La cena per farli conoscere appartiene a questa seconda categoria anche se questa sufficenza non riesce a prenderla.
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Sandro Lanza è un attore di serie B, negli anni 70 era una star di poliziotteschi film con liceali e horroracci. Adesso è una star in decadenza della soap Charme, un intervento di chirurgia estetica lo ha rovinato e lui tenta un suicidio sensazionalistico.
Sandro Lanza oltre ad essere un pessimo attore è anche un pessimo padre di tre ragazze avute da tre relazioni differenti, le tre ragazze a loro volta vivono malissimo le loro relazioni con l'altro sesso anche per colpa di questo padre.
Dopo il suicidio decidono di accoppiarlo con una sua fan di vecchia data per poterselo levare di mezzo ma....
I film di Avati si dividono in due categorie quelli belli e quelli da sufficenza afferrata dai capelli, purtoppo La cena per farli conoscere appartiene a questa seconda categoria anche se questa sufficenza non riesce a prenderla.
Il film non osa, il personaggio di Diego Abatantuono poteva essere un figura ispirata a Ugo Tognazzi ma rimane nel limbo. Non è cinico, non è nemmeno tragicamente ridicolo rimane lì in attesa di lumi dalla regia. Ma la regia latita, Avati non sa mai dove andare a parare e anche questa famosa cena che poteva essere una polveriera dei sentimenti resta in sospeso in un qualcosa di indefinito.
Per le cene è meglio rivolgersi a Scola
Voto 5 - -
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mirko
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domenica 26 agosto 2007
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vedibile ma un pò deprimente
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Abatanatuono --> Bravo. Il suo personaggio è lui. Stesa carriera. Speriamo non stesso declino.
Francesca Neri --> Molto brava. Non si vede molto nelfilm ma quando appare in fatto di recitazione surclassa nettamente tutti quanti.
Violante Placido--> Brava il personaggio è credibile e la recitazione è buona.
Sastre ed Incontrada --> Sicuramente le meno brava nel film. La recitazione è un pò bassa ed i persoanggi sembrano un pò finti.
Veniamo alla storia. La vedo abbastanza irreale forse perchè sono un ingenuo e non credo a questo mondo fatto di attori falliti, sacrifici moralmente discutibili, feticisti, uomini immaturi che ti abbandonano alla prima difficoltà per egoismi personali.
Un film che mette un grande tristezza sottolineata anche dalla neve che cade ad un certo punto del film.
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Abatanatuono --> Bravo. Il suo personaggio è lui. Stesa carriera. Speriamo non stesso declino.
Francesca Neri --> Molto brava. Non si vede molto nelfilm ma quando appare in fatto di recitazione surclassa nettamente tutti quanti.
Violante Placido--> Brava il personaggio è credibile e la recitazione è buona.
Sastre ed Incontrada --> Sicuramente le meno brava nel film. La recitazione è un pò bassa ed i persoanggi sembrano un pò finti.
Veniamo alla storia. La vedo abbastanza irreale forse perchè sono un ingenuo e non credo a questo mondo fatto di attori falliti, sacrifici moralmente discutibili, feticisti, uomini immaturi che ti abbandonano alla prima difficoltà per egoismi personali.
Un film che mette un grande tristezza sottolineata anche dalla neve che cade ad un certo punto del film.
Sembra salvarsi solo questo legame familiare padre figlia, legame molto razionale e poco carnale.
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max
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lunedì 12 febbraio 2007
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un grande abatantuono nella tristezza assoluta...
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Il titolo della mia recensione, non tragga in inganno. La tristezza non è relativa al film, alla sua sceneggiatura o alle prove degli attori. E' l'aura che avvolge l'intera pellicola che è triste, malinconica, quasi maledetta ma anche terribilmente vera. La prima parte convince meno della seconda dove vengono fuori i personaggi delle tre figlie del protagonista e la cosidetta "pretendente" (una brava Francesca Neri, mai così "sciroppata"...). Lì il film di Avati decolla anche se il finale non è decisamente "politicall correct". La riflessione amara, amarissima di Avati è sul mondo in generale, sulle famiglie "scoppiate" o mai nate e sul mondo dello spettacolo, vuoto e "pericoloso". Diego Abatantuono conferma le sue doti (e come il buon vino, invechiando migliora.
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Il titolo della mia recensione, non tragga in inganno. La tristezza non è relativa al film, alla sua sceneggiatura o alle prove degli attori. E' l'aura che avvolge l'intera pellicola che è triste, malinconica, quasi maledetta ma anche terribilmente vera. La prima parte convince meno della seconda dove vengono fuori i personaggi delle tre figlie del protagonista e la cosidetta "pretendente" (una brava Francesca Neri, mai così "sciroppata"...). Lì il film di Avati decolla anche se il finale non è decisamente "politicall correct". La riflessione amara, amarissima di Avati è sul mondo in generale, sulle famiglie "scoppiate" o mai nate e sul mondo dello spettacolo, vuoto e "pericoloso". Diego Abatantuono conferma le sue doti (e come il buon vino, invechiando migliora...) mentre il trio di bellezze Placido - Incontrada - Sastre risultano convincenti nei panni di tre figlie "perdute" e ritrovate da un padre per troppo tempo distratto da sè stesso e dalla sua carriera coltivata all'interno di un mondo filmico più trash che non si può. Bravo anche Ferrari nei panni del marito stronzo ed erotomane di Betty (Violante Placido), che maldestramente prova a coinvolgere le cognate nel suo "gioco" erotico. Il film è una saga di "occasioni perdute", di incontri mancati ma nel corso della pellicola bene o male, i protagonisti si riscattano anche se alla fine, ciò che manca alle loro vite non viene trovato. Restano tutte persone a metà. Ma è un male comune ai giorni nostri...
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daniela
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domenica 4 febbraio 2007
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l'amore ha mille facce
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Vorrei porre l'accento su un lato in particolare del film "La cena x farli incontrare": il rapporto genitore/figli. Non sono d'accordo con chi dice che il personaggio interpretato da Abatantuono è un emerito egoista, a me pare tutt'altro: una persona molto umana, un uomo che sta invecchiando ed ha paura di farlo(come molti di noi!!), un uomo che vorrebbe fermare il tempo per poter dare alle sue splendide figlie che ama ed ha sempre amato (così come ha profondamente amato ciascuna delle loro madri)ciò che non ha potuto dare prima, ma capisce che è tardi ormai e da qui nasce gran parte, se non tutta, la sua disperazione. Non è x mancanza d'amore, no! Facile per noi parlare di egoismo, ma riflettiamo sulle NOSTRE vite: quanti di noi, pur avendo famiglie cosiddette "normali", in gioventù dedicano tutto (o quasi) il tempo a far carriera e non si accorgono neanche dei figli che gli crescono intorno ma non INSIEME, quanti (e quante)uomini e donne, si ritrovano un giorno ad affrontare tutta la rabbia e l'amarezza di un figlio ormai quasi adulto, trascurato xchè "il lavoro è troppo importante e prende tutto il tempo che ho", pensando che i figli sono capaci di crescere da soli, "tanto c'è la scuola, gli amici, lo sport, lo studio, la bravissima baby-sitter, i nonni etc etc", e poi si trovano con degli estranei accanto a cui non hanno nulla da dire nè possono più dire nulla xchè oramai è troppo tardi!! Ed intanto i figli( o figlie, come nel film) hanno aspettato x una vita che il papà o la mamma si accorgessero dei loro b-isogni, dei sogni, delle angosce, delle paure, di momenti che avrebbero dovuto condividere con chi li ha messi al mondoe ed invece si sono trovati ad affrontare tutto da soli e si sono costruiti vite spesso disastrate, drogate, malate,in ogni caso senza "un manuale d'amore condiviso" a cui avevano diritto ma di cui avevano soprattutto bisogno.
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Vorrei porre l'accento su un lato in particolare del film "La cena x farli incontrare": il rapporto genitore/figli. Non sono d'accordo con chi dice che il personaggio interpretato da Abatantuono è un emerito egoista, a me pare tutt'altro: una persona molto umana, un uomo che sta invecchiando ed ha paura di farlo(come molti di noi!!), un uomo che vorrebbe fermare il tempo per poter dare alle sue splendide figlie che ama ed ha sempre amato (così come ha profondamente amato ciascuna delle loro madri)ciò che non ha potuto dare prima, ma capisce che è tardi ormai e da qui nasce gran parte, se non tutta, la sua disperazione. Non è x mancanza d'amore, no! Facile per noi parlare di egoismo, ma riflettiamo sulle NOSTRE vite: quanti di noi, pur avendo famiglie cosiddette "normali", in gioventù dedicano tutto (o quasi) il tempo a far carriera e non si accorgono neanche dei figli che gli crescono intorno ma non INSIEME, quanti (e quante)uomini e donne, si ritrovano un giorno ad affrontare tutta la rabbia e l'amarezza di un figlio ormai quasi adulto, trascurato xchè "il lavoro è troppo importante e prende tutto il tempo che ho", pensando che i figli sono capaci di crescere da soli, "tanto c'è la scuola, gli amici, lo sport, lo studio, la bravissima baby-sitter, i nonni etc etc", e poi si trovano con degli estranei accanto a cui non hanno nulla da dire nè possono più dire nulla xchè oramai è troppo tardi!! Ed intanto i figli( o figlie, come nel film) hanno aspettato x una vita che il papà o la mamma si accorgessero dei loro b-isogni, dei sogni, delle angosce, delle paure, di momenti che avrebbero dovuto condividere con chi li ha messi al mondoe ed invece si sono trovati ad affrontare tutto da soli e si sono costruiti vite spesso disastrate, drogate, malate,in ogni caso senza "un manuale d'amore condiviso" a cui avevano diritto ma di cui avevano soprattutto bisogno. Nel film Lanza se ne accorge tardi come molti , troppi di noi e , a mio parere, è questo il motivo più grande della sua sconfitta. Film molto bello, bravissimi tutti gli attori.
Ora devo andare,...che ci sia un figlio che mi aspetta? Mah .......forse
A presto. Ciao a tutti
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great steven
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venerdì 4 ottobre 2019
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la cena per farli conoscere
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LA CENA PER FARLI CONOSCERE (COMMEDIA SENTIMENTALE) (IT, 2006) di PUPI AVATI. Interpretato da DIEGO ABATANTUONO, VIOLANTE PLACIDO, VANESSA INCONTRADA, INES SASTRE, FRANCESCA NERI, FABIO FERRARI, GIANFRANCO BARRA, BLAS ROCA-REY, RENATO CORTESI, NATHALIE GUETTA, OSVALDO RUGGIERI, MANUELA MORABITO, ANNA LONGHI
L’attore pluricinquantenne Sandro Lanza, attivo al cinema e in televisione, è in pieno declino: i registi lo ignorano, i programmi sul piccolo schermo lo ridicolizzano e anche il ruolo da lui interpretato in una vecchia fiction non riscuote il successo di un tempo. Un intervento chirurgico non riuscito ad un occhio non fa che peggiorare la situazione. A costo d’attirare l’attenzione mediatica, ma pure per dare sfogo alla rabbia repressa in questa sua condizione di depressione, Sandro tenta il suicidio.
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LA CENA PER FARLI CONOSCERE (COMMEDIA SENTIMENTALE) (IT, 2006) di PUPI AVATI. Interpretato da DIEGO ABATANTUONO, VIOLANTE PLACIDO, VANESSA INCONTRADA, INES SASTRE, FRANCESCA NERI, FABIO FERRARI, GIANFRANCO BARRA, BLAS ROCA-REY, RENATO CORTESI, NATHALIE GUETTA, OSVALDO RUGGIERI, MANUELA MORABITO, ANNA LONGHI
L’attore pluricinquantenne Sandro Lanza, attivo al cinema e in televisione, è in pieno declino: i registi lo ignorano, i programmi sul piccolo schermo lo ridicolizzano e anche il ruolo da lui interpretato in una vecchia fiction non riscuote il successo di un tempo. Un intervento chirurgico non riuscito ad un occhio non fa che peggiorare la situazione. A costo d’attirare l’attenzione mediatica, ma pure per dare sfogo alla rabbia repressa in questa sua condizione di depressione, Sandro tenta il suicidio. Dopo il suo risveglio, devono occuparsene le tre figlie che lui ha avuto da tre donne diverse: la romana Betty, la spagnola Clara e la francese Ines. Nessuna delle tre ha un rapporto completamente positivo col padre: Betty è quella che gli è sempre stata più vicina, lo ha spesso coccolato e giustificato, malgrado i malumori del marito maniaco col quale è infelicemente sposata, acerrimo detrattore del suocero; Clara, pediatra in un ospedale di Madrid e sposata a un chirurgo alcolizzato, è divisa fra amore e risentimento per Sandro e fatica a perdonargli i suoi torti; Ines, impegnatissima con la carriera giornalistica e con un grave tumore al seno da curare, è la più forte delle tre figlie ma anche colei che più serba rancore al padre, tant’è che non accorre subito in Italia da Parigi alla infausta notizia. Il problema, però, adesso che le tre sorelle si sono riunite, è capire in che modo il loro spregiudicato padre possa ricominciare daccapo la sua esistenza senza ricascare preda dell’autodistruzione. Su idea di Ines, viene invitata a casa di Betty, dove tutti i parenti preparano una cena speciale, la musicologa e saggista Alma Kero, donna intellettuale pensata appositamente per far scoccare una scintilla amorosa fra lei e Sandro. Le cose non vanno come previsto: Alma arriva ubriaca, delude le aspettative unanimi e smaltisce la sbronza in un salotto alla presenza di Sandro. Però nasce fra i due un’intesa inaspettata: capendo che entrambi, d’ora in poi, dovranno fare maggior forza su sé stessi perché per troppo tempo hanno contato sugli altri, si separano con la promessa di rivedersi un giorno alle isole Tremiti (dove Alma abita). Ormai rinsavito da propositi masochistici, Sandro convince Ines ad accompagnarla a Parigi per starle accanto affinché tutte le cure per il suo tumore vadano a buon fine. La vita di Sandro Lanza è stroncata infine da un malore improvviso che sopraggiunge quando lui è nella redazione di un’emittente romana presso cui ha trovato un impiego. Commedia sentimentale che ha ben poco di comico e molto di sentimenti, soprattutto un film di attori superlativo la cui direzione, attuata da un Avati in formissima, veicola significati quanto mai profondi. Non c’è una sola interpretazione sottotono. Abatantuono rinnova il suo istrionismo vestendo i panni del mestierante della recitazione alla ricerca di una seconda giovinezza che poi scopre di avere bisogno soprattutto di sé stesso e di una più forte cura personale, mentre lo straordinario trio Placido-Incontrada-Sastre mette in luce, in un rapporto famigliare provato dal languire del tempo, le debolezze di un genitore assente contro i reclami di figlie femmine adulte a cui è mancata una figura di saldissima importanza che, anziché fungere loro da insegnante e guida, gli ha causato una moltitudine seccante di guai tutt’altro che divertenti. Ma c’è anche una deliziosa F. Neri che fa la donna raffinata e di sciolta cultura con quel piglio un po’ aristocratico e scherzosamente barboso che le riesce benissimo. Potendo sempre esser padrone della sceneggiatura, Avati si rende fautore di una materia narrativa di pregio assai considerevole che non affiderebbe mai a terzi, tant’è vero che, in questo caso, s’inventa perfino una filmografia da affibbiare al personaggio di Lanza nei titoli di coda. Le sofferenze delle famiglie per le mancanze dei padri sono al centro di questa sua storia dolceamara dai risvolti educativi: ciò non vuol dire che ottimismo e pessimismo, entrambi presenti e notabili fra le righe, si bilancino in un equilibrio ben più che discreto, dunque l’esito non lascia affatto a desiderare, al contrario. Avati si permette anche di infliggere una pugnalata ben assestata all’ipocrisia dei servizi "dietro le quinte" dell’italico show-business snudando la spada contro fotografi, presentatori, avvocati e attorucoli che farebbero meglio a tacere di più in determinate circostanze. Musiche: Riz Ortolani.
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gabriella
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giovedì 8 febbraio 2007
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grande diego hai salvato il film
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Come ho scritto nel titolo,questo film, secondo me, può essere ricordato solo per la presenza e l'interpretazione del grande Abatantuono, cosi naturale, spontaneo, divertente e brillante, da diventare tenero! Per il resto, secondo me, la trama non è un granché: storie degli altri personaggi (le figlie, Francesca Neri e il marito della Violante), poco approfondite e rimaste a livello molto superficiale, tanto che ci si aspetta sempre qualcosa di +, qualche comportamento spiegato (tipo quello maniacale del marito di Betty che è attratto dal toccare i capelli alle donne: ma perchè? E la moglie non lo sa? Boh!) e qualche storia compiuta (vedi quella senza senso tra Abatantuono e la Neri).
Inoltre, non riesco a capire il titolo del film, visto che in realtà la famosa cena occupa 1 ruolo breve
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Come ho scritto nel titolo,questo film, secondo me, può essere ricordato solo per la presenza e l'interpretazione del grande Abatantuono, cosi naturale, spontaneo, divertente e brillante, da diventare tenero! Per il resto, secondo me, la trama non è un granché: storie degli altri personaggi (le figlie, Francesca Neri e il marito della Violante), poco approfondite e rimaste a livello molto superficiale, tanto che ci si aspetta sempre qualcosa di +, qualche comportamento spiegato (tipo quello maniacale del marito di Betty che è attratto dal toccare i capelli alle donne: ma perchè? E la moglie non lo sa? Boh!) e qualche storia compiuta (vedi quella senza senso tra Abatantuono e la Neri).
Inoltre, non riesco a capire il titolo del film, visto che in realtà la famosa cena occupa 1 ruolo breve e non pregiudicante l'andamento del film, visto che l'unica a parlare (o, meglio, a sparare cose insensate) sarà solo Francesca Neri con il suo show, mentre gli altri, in realtà staranno zitti e non si conosceranno affatto!
Ad essere sincera, di Pupi Avati salvo solo 3 film:
Una gita scolastica, che considero il suo capolavoro
Storia di ragazzi e ragazze
Regalo di Natale
Per il resto, gli altri film (anche se non posso affermare di averli visti proprio tutti) non mi hanno affatto entusiasmata!
Guardatelo e giudicate quest'ultimo senza aspettarvi un granché!
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andreacatania
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mercoledì 7 febbraio 2007
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estrema tenerezza e nostalgia
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L'impressione avuta alla fine del film è stat una sensazione di tenerezza rigurdo la vicenda. Seppur presente qualche scena (molto breve!) di pateticismo il film è molto equilibrato e senza avere colpi di scena spettacolari ti guida verso una storia coinvolgente. Difficoltà ogni tanto a capire che diceva Abatantuomo... felicimente impresso dalla prova della Incontrada e soprattutto dalla Francesca Neri che, finalmente, mi ha portato a pensare: "Ah! Qualcosa di nuovo per lei!!!".
Da vedere
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anita salzano
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lunedì 5 febbraio 2007
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"la cena per farli conoscere"
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"La cena per farli conoscere", è un film che merita di essere visto con attenzione e che deve portarci necessariamente a riflettere sui rapporti tra padri - madri e figli e su quanto sia difficile assolvere al ruolo dei primi.
Probabilmente conoscere il proprio genitore, il proprio padre, come uomo, con tutte le proprie debolezze è davvero difficile, ma è doveroso da parte di un figlio allorquando ci si rende conto che tale tipo di rapporto merita più di ogni altra cosa ed è al di sopra di tante debolezze.
Pupi Avati ha messo in scena la quotidianità, la nostra difficoltà di comunicazione, la nostra solitudine, le nostre debolezze, l'importanza della famiglia e dell'amore genitore - figli.
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"La cena per farli conoscere", è un film che merita di essere visto con attenzione e che deve portarci necessariamente a riflettere sui rapporti tra padri - madri e figli e su quanto sia difficile assolvere al ruolo dei primi.
Probabilmente conoscere il proprio genitore, il proprio padre, come uomo, con tutte le proprie debolezze è davvero difficile, ma è doveroso da parte di un figlio allorquando ci si rende conto che tale tipo di rapporto merita più di ogni altra cosa ed è al di sopra di tante debolezze.
Pupi Avati ha messo in scena la quotidianità, la nostra difficoltà di comunicazione, la nostra solitudine, le nostre debolezze, l'importanza della famiglia e dell'amore genitore - figli.
Vorrei concludere dicendo che in fin dei conti, nella vita, pochissime sono le cose che lasciano un segno e danno un senso alla nostra esistenza: in primis i rapporti umani.
Quelli puri, leali,disinteressati di cui spesso ci dimentichiamo.
Ed anche un'altra cosa, un padre, anche se avanti con gli anni, ha sempre un sogno ed è bello che sia così, per chi sogna non si arrende mai.
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