ronks
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lunedì 26 febbraio 2007
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una fine senza fine
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I POCHI PROTAGONISTI DEL FILM DANNO CONSISTENZA ALLE VICENDE DI UN INTERA NAZIONE DOVE FIN DALLE PRIME IMMAGINI SI SCORGE UNA REALTA' DECADENTE CHE CON IL PROSEGUO VIENE CONFERMATA DALLA STESSA STORIA... TRA UN MISTO DI IRONIA E COMMISERAZIONE PRENDE FORMA L'INTERROGATIVO APPARENTEMENTE FUTILE DI CHI O MENO A PARTECIPATO ALLA RIVOLUZIONE DEL 1989 PER ARRIVARE A CAPIRE CHE DA ALLORA NULLA E' POI COSì CAMBIATO... CHI AVEVA COLLABORATO CON IL POTERE CONTINUA AD ESSERE UNA RISPETTABILE PERSONA CHE DISPONE ANCORA DI MEZZI E DIVERSAMENTE CHI STAVA IN UNA SITUAZIONE DI MEZZO PERPETUA TRA ALTI E MOLTI BASSI LA SOPRAVVIVENZA... IL FILM SCORRE VIA TRA ILARITA' E MOMENTI DI RIFLESSIONE SENZA LASCIARE LO SPETTATORE INDIFFERENTE!
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josephdari
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venerdì 29 aprile 2011
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godetevi questa neve adesso perché domani ci sarà
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Il giovane regista riesce a focalizzare lo spirito riflessivo dello spettatore sull'anima dei popoli latini (sia pure Est Europei).
Lui da la prova che il detto di Tomasi Da Lampedusa "tutto deve cambiare per restare tutto come prima" é verità.
La Rivoluzione Rumena del '89 in realtà ha avuto ben poco di rivoluzionario: Virgil Jderescu é sempre lo stesso ingegnere insoddisfatto e malpagato col pallino della televisione; Tiberiu Manescu é lo stesso fallito di prima della rivoluzione; Emanoil Piscoci si traveste ancora da Babbo Natale per sentirsi meno solo; la città ha lo stesso triste ed anonimo aspetto di 16 anni fa; i "notabili" del posto sono sempre gli stessi lestofanti di allora, adesso si fanno chiamare imprenditori e non "Securisti", ma comandano sempre loro.
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Il giovane regista riesce a focalizzare lo spirito riflessivo dello spettatore sull'anima dei popoli latini (sia pure Est Europei).
Lui da la prova che il detto di Tomasi Da Lampedusa "tutto deve cambiare per restare tutto come prima" é verità.
La Rivoluzione Rumena del '89 in realtà ha avuto ben poco di rivoluzionario: Virgil Jderescu é sempre lo stesso ingegnere insoddisfatto e malpagato col pallino della televisione; Tiberiu Manescu é lo stesso fallito di prima della rivoluzione; Emanoil Piscoci si traveste ancora da Babbo Natale per sentirsi meno solo; la città ha lo stesso triste ed anonimo aspetto di 16 anni fa; i "notabili" del posto sono sempre gli stessi lestofanti di allora, adesso si fanno chiamare imprenditori e non "Securisti", ma comandano sempre loro.
Se la rivoluzione ha la faccia di Tiberiu Manescu, allora é meglio chiamare in diretta e dire che é stato tutto un bluff.
Il regista, con pochi mezzi e un budget minimo, ha realizzato una specie di piccolo capolavoro, una perla di saggezza mascherata da film commerciale.
(G.P.)
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guidobaldo maria riccardelli
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lunedì 4 aprile 2016
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un'importante rilettura della storia
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Corneliu Porumboiu regala un'opera interessantissima, attuale ed estendibile a tutte le realtà.
Di sapore documentaristico (l'uso esclusivo e sapiente della camera su treppiede) e teatrale, sa coniugare al meglio grottesco e serioso, grazie alle superbe interpretazioni di Teodor Corban, Ion Sapdaru e Mircea Andreescu.
L'intento, assolutamente concretizzato, è quello di mettere in dubbio l'assioma storico (in questo caso il ribaltamento del governo del Conducător Nicolae Ceaușescu) consolidato (da altri, i media, esteri, magari...): Porumboiu lo fa tramite una narrazione piacevolmente ripetitiva, dopo una prima parte spesa a fotografare, con perizia, la realtà grigia e povera di soddisfazioni dei protagonisti.
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Corneliu Porumboiu regala un'opera interessantissima, attuale ed estendibile a tutte le realtà.
Di sapore documentaristico (l'uso esclusivo e sapiente della camera su treppiede) e teatrale, sa coniugare al meglio grottesco e serioso, grazie alle superbe interpretazioni di Teodor Corban, Ion Sapdaru e Mircea Andreescu.
L'intento, assolutamente concretizzato, è quello di mettere in dubbio l'assioma storico (in questo caso il ribaltamento del governo del Conducător Nicolae Ceaușescu) consolidato (da altri, i media, esteri, magari...): Porumboiu lo fa tramite una narrazione piacevolmente ripetitiva, dopo una prima parte spesa a fotografare, con perizia, la realtà grigia e povera di soddisfazioni dei protagonisti.
Ottimi gli spunti metacinematografici e delicatissimo il finale.
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stefano capasso
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venerdì 23 ottobre 2015
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una riflessioni sul cambiamento
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E’ una grigia giornata prenatalizia in una cittadina ad est di Bucarest. Tre uomini hanno un appuntamento negli studi della tv locale dove uno di loro, il proprietario, intervisterà gli altri all’interno di uno speciale sul sedicesimo anniversario della rivoluzione rumena, la caduta di Ceausescu. Uno e’ un anziano signore che ha passato la vita a travestirsi da Babbo Natale e l ‘altro è un professore universitario. Sara l’occasione per cercare di capire cosa accadde quella notte nella piazza principale della città, chi partecipò ai m oto per la la liberazione e come.
Questo film di Corneliu Porumboiu ha l’aspetto più interessante nelle scelta fatta sul come mostrare la storia che racconta.
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E’ una grigia giornata prenatalizia in una cittadina ad est di Bucarest. Tre uomini hanno un appuntamento negli studi della tv locale dove uno di loro, il proprietario, intervisterà gli altri all’interno di uno speciale sul sedicesimo anniversario della rivoluzione rumena, la caduta di Ceausescu. Uno e’ un anziano signore che ha passato la vita a travestirsi da Babbo Natale e l ‘altro è un professore universitario. Sara l’occasione per cercare di capire cosa accadde quella notte nella piazza principale della città, chi partecipò ai m oto per la la liberazione e come.
Questo film di Corneliu Porumboiu ha l’aspetto più interessante nelle scelta fatta sul come mostrare la storia che racconta. Vediamo una realtà piuttosto povera, ad indicare che almeno in quella parte di Romania le condizioni di vita sono ancora piuttosto difficili. I protagonisti vivono in una sorta di apatia che a volte sembra anche malinconia e non si riesce a definire il loro rapporto reale con il grande cambiamento vissuto. Perché tutto sommato sembra che nelle loro vite non sia veramente cambiato molto nella vita di tutti i giorni. La fotografia dai toni sbiaditi e le lunghe riprese con la macchina ferma, sono a testimoniare questa condizione priva di prospettive reali; lo scetticismo sul futuro e sulle scelte fatte nel passato. Film a basso costo che ha nella forza delle idee il suo grande pregio.
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