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alessio novarelli
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venerdì 30 novembre 2007
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le mele di adamo
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Anders Thomas Jensen cresciuto alla severa scuola danese del “Dogma 95” confeziona un’opera perfettamente scorretta,con moralismo amaro,grottesco e nero trattando temi rilevanti in modo imprevedibile. Vincitore del primo premio al Noir in festival di Courmayeur,l’opera è una dura e bizzarra parabola sulla fatica di vivere,un noir acuto e sofisticato immerso in una atmosfera Bergmaniana.
Un sottile e sensibile racconto provocatorio, narra le vicende di un’eccentrica microcomunità, alternando violenza e dolcezza.
Disorienta e colpisce,metafora di due mondi nettamente opposti, scontri disperati e sanguinari si mescolano,trasformando una mela marcia in una torta alle mele.
Miracoli, cure e un Dio silenzioso,ma il cambiamento avviene soltanto se siamo noi a volerlo.
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Anders Thomas Jensen cresciuto alla severa scuola danese del “Dogma 95” confeziona un’opera perfettamente scorretta,con moralismo amaro,grottesco e nero trattando temi rilevanti in modo imprevedibile. Vincitore del primo premio al Noir in festival di Courmayeur,l’opera è una dura e bizzarra parabola sulla fatica di vivere,un noir acuto e sofisticato immerso in una atmosfera Bergmaniana.
Un sottile e sensibile racconto provocatorio, narra le vicende di un’eccentrica microcomunità, alternando violenza e dolcezza.
Disorienta e colpisce,metafora di due mondi nettamente opposti, scontri disperati e sanguinari si mescolano,trasformando una mela marcia in una torta alle mele.
Miracoli, cure e un Dio silenzioso,ma il cambiamento avviene soltanto se siamo noi a volerlo.
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bagigi
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lunedì 24 settembre 2007
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imperdibile.
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Splendido e imperdibile: un grande, piccolo film, pochi piccoli attori attorno ad una grande vicenda profonda e minimale, un uso magistrale del miscelatore tra ironia e dramma, violenza e scherzo, follia e misticismo. Un'opera mille volte europea che fa mille volte mangiare la polvere alla così poco fantasiosa produzione italiana in fatto di creatività, intelligenza, intuizione libere dai vincoli di moda e/o mercato. Con un finale discutibile dal punto di vista del contenuto, così come pienamente giustificabile e promuovibile dal punto di vista cinematografico, tutta la pellicola scorre con rara piacevolezza
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lorenzo, il ragazzofresco
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martedì 18 settembre 2007
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una brezza dal nord...
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Che apre un nuovo sguardo sul cinema europeo.
Sintetico, stiloso, essenziale, eccentrico. Una prova che il
Cinema si può girare con pochi soldi ed autentiche idee.
Un film che innova e che sembra una filastrocca del nostro tempo. Che con delicatezza descrive la follia del presente
e che vuole con umiltà lasciare il segno, piccolo ma duratore sullo spettatore attento ed indipendente. Per far si che Von Trier il dogmatico, non sia l'unica autoriale voce del nord contemporaneo.
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rosalia marchese
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lunedì 10 settembre 2007
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la mela è la chiave
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Dai tempi dell’asilo ci tormentano con la storia della mela che portò il peccato originale. Peccato che ci cedettero Adamo ed Eva.
Ma per fortuna, Jensen ne ha voluta proporre un’altra, che contrasta la prima.
Il regista gioca sul rovesciamento dei ruoli, sull’alternarsi di essi.
Il più evidente, quello più importante (nonché chiave del film), è la stessa mela. Segno di peccato nella Chiesa, mentre Jensen la propone come salvezza. E, infatti, non è un caso se, quando la mela sta per marcire, anche nella chiesa dove si svolgono gli eventi tutto sta per spezzarsi e non è neppure un caso che è l’ultima mela rimasta a far rifiorire la vita del parroco, di Adam e degli altri delinquenti che risiedevano nella parrocchia.
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Dai tempi dell’asilo ci tormentano con la storia della mela che portò il peccato originale. Peccato che ci cedettero Adamo ed Eva.
Ma per fortuna, Jensen ne ha voluta proporre un’altra, che contrasta la prima.
Il regista gioca sul rovesciamento dei ruoli, sull’alternarsi di essi.
Il più evidente, quello più importante (nonché chiave del film), è la stessa mela. Segno di peccato nella Chiesa, mentre Jensen la propone come salvezza. E, infatti, non è un caso se, quando la mela sta per marcire, anche nella chiesa dove si svolgono gli eventi tutto sta per spezzarsi e non è neppure un caso che è l’ultima mela rimasta a far rifiorire la vita del parroco, di Adam e degli altri delinquenti che risiedevano nella parrocchia.
E poi c’è l’altro ribaltamento: il parroco e Adam, criminale e peccatore. Ma è proprio Adam a portare a termine la sua missione (fare una torta di mele), a dare vita e forma alla salvezza… Inoltre riesce a far capire allo stesso parroco che non c’è bisogno di un nascondiglio (in questo caso la fede) per vivere, per accettare un figlio portatore di handicap. Fa comprendere che bisogna accettare la realtà, in modo da affrontarla e da viverla in serenità. Perché non c’è bisogno di una religione per poterlo fare. Perché è ingannatrice. E ciò non va bene!
Il danese A.T.Jensen ci propone quindi un humor nero che ci spiaccica in faccia la realtà, appunto. Che non si nasconde dietro qualcosa. Jensen sa cosa vuole dire e sa come dirlo: senza timore e ipocrisia, per fortuna.
Una favola nera che più che ridere dovrebbe far riflettere a cosa è bene e male. Dovrebbe far pensare, prima di tutto, se esiste un bene e un male. Un giusto e uno sbagliato. Una morale.
Personalmente, sono arrivata alla conclusione che tutto è marcio e buono. Che in un po’ di bene c’è sempre un po’ di male, e viceversa…
E che comunque vadano le cose, si può sempre fare qualcosa, al costo di Vivere.
Quindi: La realtà, l’accettazione degli eventi, il non nascondersi portano a vivere.
E la mela è la chiave. La mela è il peccato che porta alla salvezza.
(Primavera, estate, autunno, inverno e di nuovo primavera. Perché la vita non è nient’altro che un ciclo!)
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[+] la sincerità el'accettazione della realtà salvano
(di lanzani marisa)
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[+] eeeh?
(di paolus)
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nihil
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martedì 4 settembre 2007
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da vedere. 'how deep is your love'..
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difficile fare un film su temi del genere senza scadere nel patetico e nello stucchevole. assolutamente da vedere. soprattutto nelle scene in macchina con 'how deep is your love' dei thake that! assolutamente bello, divertente e grottesco. e gli attori sono bravissimi. Thomsen secondo me è un grande attore.
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radgalax
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martedì 16 gennaio 2007
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perfetto
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Bellissimo, originale, profondo...guardatelo
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beefheart
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domenica 14 gennaio 2007
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m'è piaciuto
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Gli amanti del grottesco non possono non apprezzare questa stravagante commedia danese.
In bilico tra il sacro ed il profano, il film alterna momenti pulp ad altri più introspettivi. Immagini, a tratti, forti ed evocative che, volendo, possono richiamare i film di Jodorowski. Fotografia essenziale, ritmo costante, dialoghi lineari e contenuti. Ottima l'interpretazione dei due protagonisti.
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nicola
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venerdì 12 gennaio 2007
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semplice e buono come una torta di mele
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Io credo, al di là delle presunte discussioni di carattere teologico, filosofico, politico o cinematografico, che questo film debba essere, più che commentato, assaporato come una torta di mele; la quale non contiene chissà quali ingredienti raffinati, non è sofisticata, artificiosa, non ci cattura che per la semplicità dei suoi sapori - come questa splendida pellicola. Le mele di Adamo non passerà alla storia come uno dei migliori film del secolo, ma chi ha avuto la possibilità di vederle questo film si è regalato un'ora e mezza di purezza e di sollievo.
Credo sia davvero la semplicità, la linearità il punto di forza; semplicità che, in questo preciso caso, sta all'esatto opposto di banale: è a tratti così profondo e coinvolgente da lasciare senza parole; eppure lo si scopre solo poi, quando ci si ripensa.
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Io credo, al di là delle presunte discussioni di carattere teologico, filosofico, politico o cinematografico, che questo film debba essere, più che commentato, assaporato come una torta di mele; la quale non contiene chissà quali ingredienti raffinati, non è sofisticata, artificiosa, non ci cattura che per la semplicità dei suoi sapori - come questa splendida pellicola. Le mele di Adamo non passerà alla storia come uno dei migliori film del secolo, ma chi ha avuto la possibilità di vederle questo film si è regalato un'ora e mezza di purezza e di sollievo.
Credo sia davvero la semplicità, la linearità il punto di forza; semplicità che, in questo preciso caso, sta all'esatto opposto di banale: è a tratti così profondo e coinvolgente da lasciare senza parole; eppure lo si scopre solo poi, quando ci si ripensa. Tuttavia, penso che le riflessioni siano inutili per film come questo: in ogni caso, il punto di vista del regista è ineffabile, come il suo messaggio, solo intuibile, o almeno questa è l'impressione che ne ho ricevuto. Ognuno ne tragga le conclusioni che crede, ma, vi prego, guardatelo: è un sollievo per lo spirito.
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[+] sono d'accordo
(di luca f.)
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(di futura)
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federica
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mercoledì 8 novembre 2006
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finalmente.
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finalmente!
finalmente un film intelligente, ironico, dissacratorio, profondo.
intelligente ma non intellettuale a tutti i costi, ironico ma con ironia mai fine a se stessa, dissacratorio ma non volgare, profondo ma non pesante.
la vena di umorismo che lo percorre dall'inizio alla fine non impedisce l'emergere graduale di tanti piani della realtà, ci permette un percorso sempre più profondo alla scoperta della verità, passando anche dalla menzogna, specie da quella che raccontiamo a noi stessi - pregiudizi e luoghi comuni compresi! - e scardina le false certezze con cui ci teniamo in piedi. si giunge persino a simpatizzare per un nazista, segno che...in ognuno c'è il bene, in ognuno c'è Dio.
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finalmente!
finalmente un film intelligente, ironico, dissacratorio, profondo.
intelligente ma non intellettuale a tutti i costi, ironico ma con ironia mai fine a se stessa, dissacratorio ma non volgare, profondo ma non pesante.
la vena di umorismo che lo percorre dall'inizio alla fine non impedisce l'emergere graduale di tanti piani della realtà, ci permette un percorso sempre più profondo alla scoperta della verità, passando anche dalla menzogna, specie da quella che raccontiamo a noi stessi - pregiudizi e luoghi comuni compresi! - e scardina le false certezze con cui ci teniamo in piedi. si giunge persino a simpatizzare per un nazista, segno che...in ognuno c'è il bene, in ognuno c'è Dio. procuratevi il DVD! Federica
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gradkitege
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venerdì 20 ottobre 2006
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in un epoca dove "les génies(sic!) se ramassent..
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In un epoca dove "les génies ( o detti tali!) se ramassent , comme les feuilles mortes, à la pelle, e le "laurea honoris causa" sono attribuite a corridori motociclisti, sarebbe meglio "ne pas mélanger les torchons et les serviettes" come si dice in francese . Fra C.Th.Dreyer autore di capolavori et Tarantino niente di commune : rafinatezza, riflessione profonde del vero genio di una parte, volgarità, trivialità di una produzione de"bas-étage" made in USA che genera noia e disgusto nello spettatore "normale" .
Per favore, usiamo la parole genio per Mozart, Tolstoi, Leonardo, Bresson, Fellini ecc. ecc. Nostra civiltà europea è richissima .... nel passato . Chiamiamo musica,l'armonia non gli hurli di drogati, bellezza, quella vera, non la spazzatura esposta come arte contemporanea ecc.
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In un epoca dove "les génies ( o detti tali!) se ramassent , comme les feuilles mortes, à la pelle, e le "laurea honoris causa" sono attribuite a corridori motociclisti, sarebbe meglio "ne pas mélanger les torchons et les serviettes" come si dice in francese . Fra C.Th.Dreyer autore di capolavori et Tarantino niente di commune : rafinatezza, riflessione profonde del vero genio di una parte, volgarità, trivialità di una produzione de"bas-étage" made in USA che genera noia e disgusto nello spettatore "normale" .
Per favore, usiamo la parole genio per Mozart, Tolstoi, Leonardo, Bresson, Fellini ecc. ecc. Nostra civiltà europea è richissima .... nel passato . Chiamiamo musica,l'armonia non gli hurli di drogati, bellezza, quella vera, non la spazzatura esposta come arte contemporanea ecc.ecc.
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