...e ogni ovvietà (ebbene si anche questa!) il suo momento sotto il sole...c'è un tempo per fare cinema e un tempo per non farlo; c'è un tempo per cercare e uno per credere di aver trovato. Il Wenders de "La terra dell'abbondanza" crede forse di aver suscitato tante domande e, parallelamente forse, di aver offerto possibili risposte; pensa forse di aver "offerto alla vista" qualcosa di profondamente significativo su l'11 settembre...quello che è arrivato a me è stata l'ennesima mattonata, scontata, patetica e imbarazzante su un evento che Wenders ha reso ancora più distante. Ho sperato fino agli ultimi 20minuti del film che uno dei cineasti più poetici e profondi del cinema contemporaneo, potesse sorprendermi; ho aspettato con un mezzo sorriso sul volto e pensavo: . E invece, a parte qualche inquadratura, tutto è infine risultato piatto e abbastanza banale. Una Michelle Williams carina ma non pregnante come altri personaggi femminili wendersiani sapevano essere. Capirei se si trattasse di una discutibile analisi politico-sociale ma nemmeno su quella ci sono elementi sufficenti per intervenire. Nemmeno sulla trita e ritrita sindrome di un reduce del Vietnam..tragicamente ridicolo senza alcuna chance di miglioramento. Peccato perchè la fotografia e la colonna sonora non sono male...allora sovviene un augurio: che gli Angeli salvino il buon Wim Wenders e lo guariscano dalla larva astrale che lo sta divorando ultimamente! Che possa rientrare finalmente in sè. "Su ciò di cui non si può parlare SI DEVE TACERE" (scusate la citazione privata del suo vero significato e qui strumentalizzata!)...soprattutto se non si ha molto da dire.
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