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gianmarco.diroma
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sabato 30 ottobre 2010
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nel segno di un soggetto disorientato ed eventuale
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Nell'introduzione a "La piega" di Gilles Deleuze, a cura di Davide Tarizzo si legge: "Mentre per Kant il soggetto della libertà è un soggetto sostanziale (un'anima immortale) e orientato nella sua libertà (dall'imperativo categorico), per Deleuze il soggetto della scelta è disorientato ed eventuale. Il soggetto è disorientato, o è cieco se vogliamo, perché non pensa ancora quando sceglie di pensare: non pensa di scegliere, ma sceglie di pensare". Jonathan Caouette, giocando in prima persona, senza filtri (se non quello di un montaggio a dir poco underground, fatto di distorsioni dell'audio, registrazioni che si accavallano una sopra l'altra, voci fuori campo che evocano il senso di una storia che dal dramma a tratti insostenibile per la sua drammaticità si fa fiaba.
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Nell'introduzione a "La piega" di Gilles Deleuze, a cura di Davide Tarizzo si legge: "Mentre per Kant il soggetto della libertà è un soggetto sostanziale (un'anima immortale) e orientato nella sua libertà (dall'imperativo categorico), per Deleuze il soggetto della scelta è disorientato ed eventuale. Il soggetto è disorientato, o è cieco se vogliamo, perché non pensa ancora quando sceglie di pensare: non pensa di scegliere, ma sceglie di pensare". Jonathan Caouette, giocando in prima persona, senza filtri (se non quello di un montaggio a dir poco underground, fatto di distorsioni dell'audio, registrazioni che si accavallano una sopra l'altra, voci fuori campo che evocano il senso di una storia che dal dramma a tratti insostenibile per la sua drammaticità si fa fiaba...una fiaba dove invece di esseri soprannaturali ci sono i film che Jonathan ama, le musiche dei Low, Iron and Wine, Cocteau Twins e Marianne Faithfull, i travestimenti del protagonista, le fattezze mostruose di stampo 'lynchano' che la provincia americana può assumere in certe sue pieghe) fa proprio questo e lo dimostra nella confessione (mancata) che chiude il film, quando cerca di spiegare la sua più grande paura (quella cioè di avere ereditato una qualche forma di pazzia dalla madre) di fronte all'obiettivo del suo Super 8. Lui sceglie di confessarsi, sceglie di pensare, sceglie di usare il Super 8 o il video o la fotografia come strumento per mettere in moto il suo pensiero, il suo sguardo retroattivo (uno sguardo retroattivo pesantemente ancorato al presente e la scelta di accogliere la madre Renée a New York lo dimostra). Jonathan nel finale, di fronte allo spettatore, palesa la propria impossibilità a scegliere (è troppo innamorato della madre) ma sceglie comunque di pensare. E Tarnation è il frutto di questo sforzo costante che sembra essere iniziato fin da quando a soli undici anni Jonathan metteva in scena degli atti unici per sé stesso, per dare una forma (sublimazione?) ai drammi a cui la vita lo ha messo di fronte.
La grandezza di questo documentario sta proprio nella presa di coscienza di questo autore/attore: sa di essere un soggetto disorientato ed eventuale, che si compie nel momento di filmare la pazzia della propria famiglia di origine (di cui la madre Renée è solo l'espressione più lampante, la punta dell'iceberg). Un attore/autore che decide di filmare e montare il suo film in un'ottica disorientata ed eventuale. Difficile stabilire quando Jonathan Caouette abbia iniziato a pensare a questo progetto; difficile però che tutto il materiale che vomita addosso al pubblico sia stato prodotto con la finalità di farne un film documentario. Tutto questo materiale è disorientato ed eventuale. E la forma montaggio scelta per dargli un senso narrativo lo è a sua volta. In questo senso Tarnation è un'opera unica, compatta, in cui emerge una coerenza tra forma e contenuto difficile da preventivare al 100% in fase di progettazione.
Equilibrio perfetto, atto di magia, alchimia allo stesso puro. Opera irripetibile ed insuperabile. Unica nel suo genere, ma capace per questo di definire un nuovo modo di concepire la forma del documentario (a questo punto veramente artistico!) e l'editing audio/video.
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dandy
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venerdì 28 giugno 2013
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she lives inside of me.
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Sconvolgente e intimissimo resoconto narrato in prima persona di una vita vissuta ai limiti dell'immaginabile,e un atto d'amore come non s'era mai visto sullo schermo.Caouette si mette in gioco totalmente:attraverso il forsennato miscuglio di riprese in super-8,fotografie,video-diari,registrazioni,e corti amatoriali si celano non solo la paura della malattia per un'ipotetica ereditarietà(e della spietatezza distruttiva di tale malattia),ma anche la difficoltà di crescere facendo i conti con se stesso e la propria sessualità.Ammirevole la capacità di gestire le immagini,senza eccedere nel narcisismo o scadere nel voyerismo.E tematiche come la passione per il cinema sono affrontate con spigliata sicurezza(l'omaggio a "Velluto Blu").
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Sconvolgente e intimissimo resoconto narrato in prima persona di una vita vissuta ai limiti dell'immaginabile,e un atto d'amore come non s'era mai visto sullo schermo.Caouette si mette in gioco totalmente:attraverso il forsennato miscuglio di riprese in super-8,fotografie,video-diari,registrazioni,e corti amatoriali si celano non solo la paura della malattia per un'ipotetica ereditarietà(e della spietatezza distruttiva di tale malattia),ma anche la difficoltà di crescere facendo i conti con se stesso e la propria sessualità.Ammirevole la capacità di gestire le immagini,senza eccedere nel narcisismo o scadere nel voyerismo.E tematiche come la passione per il cinema sono affrontate con spigliata sicurezza(l'omaggio a "Velluto Blu").Non per tutti di sicuro,ma fuori dal comune e capace di suscitare immensa commozione e non di rado,brividi di terrore(i primi filmati di Jonathan 11enne;le immagini della casa dov'è nato ridotta a una discarica col nonno decrepito e la madre completamente minata dal litio che ride istericamente).Gus Van Sant è tra i produttori esecutivi.Montato in casa tramite un semplice programma per computer.In origine durava quasi il doppio.Successivamente copiato a iosa dal cinema "queer" che però non riuscirà mai ad arrivargli vicino.Da noi dritto in DVD ovviamente.
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