Un sogno, una vittoria

Mi trovo in assoluto disaccordo con una recensione scritta da qualcuno che, evidentemete, ben poco capisce di baseball e pare ignorare completamente il fatto che quella di Jimmy Morris Jr. sia una storia vera, e la realtà, si sa, non ha bisogno di giustificarsi con nessuno. Il film è un piccolo capolavoro o meglio, lo è la storia di Jimmy, e definirlo un "ennesimo film americano sul potere taumaturgico dello sport" significa non aver compreso assolutamente nulla di ciò che esso narra e di ciò che il baseball rappresenta per la cultura e la storia di un paese. Volendo uscire dalla torre d'avorio della critica fine a se stessa ci accorgiamo che Morris è un uomo capace di inseguire i propri sogni ed è bello pensare che, talvolta, essi possano anche avverarsi. Forse non vi è in questo racconto troppa originalità, è vero, ma ripeto che si tratta di una storia vera, non vi erano troppi margini per una sceneggiatura ricca di spunti originali. Uscire di corsa dal bullpen e percorrere la strada che ti conduce al luogo più solitario del mondo, il monte di lancio, è qualcosa che fa tremare le gambe a professionisti consumati anche dopo molti anni di carriera, figuriamoci cosa debba essere farlo per la prima volta a 40 anni suonati. Si tratta di una delle più forti emozioni che uno sportivo possa provare, al di la del potere taumaturgico, stiamo parlando della forza di un sogno, stiamo parlando di uno sport che è ancora capace di regalare emozioni, poesia, e storie come quella di Jimmy.