K-19

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Un film di Kathryn Bigelow. Con Harrison Ford, Liam Neeson, Peter Sarsgaard, Sam Spruell, Peter Stebbings.
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Titolo originale K-19: The Widowmaker. Guerra, Ratings: Kids+13, durata 137 min. - USA 2002. - 01 Distribution uscita venerdì 15 novembre 2002. MYMONETRO K-19 * * * - - valutazione media: 3,29 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

gerarchie e giochi di potere Valutazione 3 stelle su cinque

di kondor17


Feedback: 19029 | altri commenti e recensioni di kondor17
domenica 24 marzo 2013

Il k-19, enorme sottomarino a propulsione nucleare, doveva essere il fiore all'occhiello della marina russa ed era stato studiato e progettato per missioni strategiche e di guerra in acque internazionali. Purtroppo però venne messo in acqua prematuramente, senza cioè le dovute dotazioni di sicurezza e privo addirittura di alcune fondamentali apparecchiature. Quanto installato, poi, non era ancora stato provato e testato e lo stesso equipaggio non era stato addestrato a dovere sulle procedure di emergenza. Il capitano Vostrikov (Ford) posto al comando dello stesso e consapevole di tutto ciò, sapeva, mettendolo in acqua, di dover far fronte in mare a carenze tecnico-organizzative che dovevano essere preventivamente risolte. Ma non c'era tempo. Il dualismo tra USA e URSS imponeva continue dimostrazioni di potenza e costringeva quindi i vertici militari sovietici ad affrettare i tempi. Già prima di salpare, poi, il K-19 sembrava già maledetto: operai morti nella sua costruzione, il medico che viene investito da un camion a poche ore dal varo, la bottiglia di champagne che non si rompe al battesimo dell'acqua. 
Non appena salpati, Vostrikov si trova quindi costretto a scelte impopolari quanto necessarie, costringendo l'equipaggio ed il battello stesso a continue situazioni di stress ed emergenza, per verificarne la tenuta, in tutti i sensi. L'esperienza e la verifica, quindi, a scapito della tranquillità, per formare un corpo, un gruppo interno degno di tale nome: questo era l'obiettivo del capitano, ma non sempre capito nè dal capitano in seconda Polenin (Liam Neeson) come pure dagli altri ufficiali e tantomeno dalla ciurma, che mostrava evidenti lacune, sia tecniche che attitudinali. 
Dopo essere sceso alla profondità critica di 300 metri, il capitano decise poi di risalire in superficie, spaccando una banchisa di ghiaccio di oltre un metro di spessore, per effettuare un lancio di prova di un missile, andato poi a buon fine. Ne seguirono momenti di gioia di tutto l'equipaggio, con tanto di benedizioni di Mosca, partita a calcio sul ghiaccio e foto ricordo. Gli ultimi momenti sereni. Nell'emersione, infatti, si danneggiò l'antenna a lungo raggio, che isolerà definitivamente le comunicazioni della nave. Riscendendo in profondità, iniziarono poi i veri problemi. Si rompe un reattore, facendo salire la temperatura del suo nucleo sino a quasi 1000 gradi, costringendo ad un'operazione disperata di riparazione e raffreddamento, coinvogliando cioè la riserva di acqua dolce sul reattore stesso. Per far ciò, l'equipaggio è costretto a smantellare i tubi presenti nei vani missili, saldandoli tra di loro, per fare arrivare l'acqua fresca al nucleo surriscaldato. Si formano per l'occorrenza tre squadre, ma al momento di entrare nell zona radioattiva, si scopre che hanno sbagliato l'approvvigionamento di tute, dotando il battello di quelle contro le sostanze chimiche e non di quelle anti-radiazioni. La cosa non viene detta all'equipaggio ed i volontari che formano le tre squadre, sono quindi destinati, a loro insaputa, ad un'esposizione quasi certamente letale. Ne escono cotti, fritti, ma alla fine la temperatura si riduce. In quel momento Vostrikov rifiuta il consiglio di Polenin di chiedere aiuto ad una vicina portaerei americana, per non tradire la Russia tramite la consegna del K-19 al nemico, ma mettendo quindi a rischio la vita dell'equipaggio. Polenin dissente e si ritira nei suooi vani ed avviene così il tentativo di ammutinamento armato da parte del responsabile del partito comunista all'interno della nave e del comandante in terza. Vostrikov viene ammanettato e consegnato quindi a Polenin che, però, nonostante l'aperto dissidio nei suoi confronti, a sorpresa si fa consegnare armi e chiavi delle manette, liberando subito il suo capitano e rinchiudendo, invece, i due ammutinatori. Da lì i due iniziano una fattiva collaborazione e Vostrikov, stimolato dal gesto nobile del suo secondo, dimostra la sua umanità, spiegando per la prima volta all'equipaggio i motivi delle sue scelte e chiedendo loro il consenso o meno ad una scelta, la prossima, che potrebbe costare la vita di tutti loro, ma salvare il mondo dal rischio di un conflitto nucleare. Il sommergibile, infatti, era a rischio di esplosione. Vicino com'era ad una base militare USA, se fosse esploso, avrebbe avuto una forza distruttiva molto maggiore alla bomba di Hiroshima e in quella situazione di tensione internazionale, chi avrebbe spiegato al mondo che si trattava di un incidente? Il conflitto sarebbe stato inevitabile, mettendo quindi a rischio la vita di centinaia di milioni di persone, se non tutta l'umanità. 
In una memorabile scena, l'equipaggio è quindi chiamato alle urne e risponde positivamente, reparto per reparto, accendendo le lucette del quadro e rispondendo al microfono all'appello, stringendosi attorno al capitano finalmente capito e che si fa capire, ben conscio del destino che hanno in serbo: radiazioni altissime, cibo avariato, un'esposizione costante e forse una morte lenta in un claustrofobico ambiente e senza via di scampo. 
La grande Bigelow dimostra ancora una volta di avere mano e classe nel descrivere una storia tanto vera quanto controversa, della cui conoscenza si rimase assolutamente all'oscuro sino alla caduta del muro, per volere di Mosca. Molti componenti dell'eroico equipaggio (in totale 27) morirono anni dopo per l'effetto delle radiazioni e a tutti venne fatto giurare l'assoluto silenzio sull'accaduto, pena il deferimento e la reclusione. Vostrikov chiese lo status di eroi per i 7 componenti i tre gruppi che ripararono il reattore, che furono i primi a morire, ma Mosca glielo rifiutò perchè non si era in guerra. Ma eroi sono stati, restano e saranno per sempre!
3 stelle e mezzo. Film decisamente più che buono. 

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