elgatoloco
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lunedì 13 luglio 2020
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ancora un film giustamente cult degli anni 1990
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"The Chamber"(James Foley, da un romanzo di John Grisham, sceneggatiura di Willaim Goldman, 1996)rende filmicamente una dele opere più significative di Grisham, avvocato e autore di grandi legal-thiller. Qui un giovane avvocato, di idee che negli States si definiscono"liberal", difende il nonno, terrorista e attivista del KKK (Ku Klux Klan), reo confesso e condannato alla pena capitale in maniera, pare, ormai irrimediabile. Non risucurà(? Meglio lasciare la sorpresa, suspense permettendo, pur se questo elemento non è qui determinante)ma scoprirò, in particolare rispetto al delitto più grave e odioso, un attentato che ha causato la morte di due gemelli undicenni, la verità oltre quanto appare e quanto è "cofificato"anche in quell'orribile intrico di cose che è il "Klan", appunto.
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"The Chamber"(James Foley, da un romanzo di John Grisham, sceneggatiura di Willaim Goldman, 1996)rende filmicamente una dele opere più significative di Grisham, avvocato e autore di grandi legal-thiller. Qui un giovane avvocato, di idee che negli States si definiscono"liberal", difende il nonno, terrorista e attivista del KKK (Ku Klux Klan), reo confesso e condannato alla pena capitale in maniera, pare, ormai irrimediabile. Non risucurà(? Meglio lasciare la sorpresa, suspense permettendo, pur se questo elemento non è qui determinante)ma scoprirò, in particolare rispetto al delitto più grave e odioso, un attentato che ha causato la morte di due gemelli undicenni, la verità oltre quanto appare e quanto è "cofificato"anche in quell'orribile intrico di cose che è il "Klan", appunto.... Solidamente antirazzista, più che un"thriller"(ma già l'aggettivo "legal"realtivizza certamente il sostantivo, dunque le attese ad esso legate)p un film per rifllettere sill'incidenza del pregiudizio(anti-persone di colore, ma anche anti.ebraico, dove anche nall traduzione italiana risuona ancora l'orrenda espressione"giudei", che ricorda la preghiera cattolica"Contra perfidos Judaeos". per fotruna ma troppo tardivalmente"messa in mora"dai cattolici e in particolare dal Vaticano), , dove anche le convinzioni terribili quanto assurde del protagonista(un Gene Hackman di grande spessore e di notevole intensità intepretativa, rara al cinema), alla fine sembrano incrinate, paradossallente per merito di un nipote(figlio del figlio)che all'inizio disprezzava come peraltro il proprio figlio, padre dell'avvocato.... Senza rifare la storia del KKK(ricordiamo che il film muto"A birth of a Nation", appunto sulla storia degli States, indubbiamente un capolavoro di Dawid Work Griffith, era stato finanziato praticamente per intero dal Klan...brutto a dirsi e da ricordare, eppure vero)il film mostra come, peraltro anche quasi un quarto di secolo dopo e nonostante ben otto anni di presidenza di un mulatto di padre afroamericano, Barak Obama (cosa che all'epoca, ovviamente, né Grisham né Foley potevano neppure lontanamente immaginare(permangano non solo discussioni teoriche ma scontri veri e propri in tema, dato che una convinzioni solidamente e realmente antirazzista negli States ancora non esiste, in particolare in quegli Stati del Sud che all'epoca erano"confederali"", dei"sudiisti" e che consideravano tout court Abraham Lincoln un"traditiore"..non sia ancora cambiato moltissimo, nonostante ogni sorta di apparente"rimorso", di"messa in crisi dei pregiudizi"e di autocritca spesso solamente di facciata e qui è inutile(in quanto ovvio)circordare fatti recenti, per non dire recentissimi... Oltre a Hcakam e Chris O'Donnell, l'avvovato-nipote, .anche Faye Dunaway, figlia quasi"delrelitta"del fanatico razzista, danno una prova di assoluto valore, in questo film"spiacevole"per le cattive coscienze anche in Europa, "duro"quanto salutare riseptto a ciò che avviene sempre ancora nel nostro mondo, dove gli States sono un caso esemplare, ma non unico... El Gato
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elgatoloco
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lunedì 13 luglio 2020
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commedia piacevole
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Questo"The Funny Feeling"(Richard Thorpe, 1965,di impronta e origine palesamente teatrale, anche se"il fatto"non è acclarato e conclamato)racconta di un arredatore che conosce una ragazza per cui prova dei sentimenti(ma non è"amore a prima vista"), che però poi scopre millantare la casa del proprio datore di lavoro(che è lo stesso arredatore, come lui stesso scoprirà "in corso d'opera")per la prorpia, per fare"colpo e bella figura". Ma nonostante qualche tensione, vari malintesi, tutto va bene... Tipica commediola interclassista, decisamente"al di sopra delle parti", contro i pregiudizi di classe, appunto, che pure a metà dei Sxties negli States erano ancora fortissimi come in Europa e altrove.
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Questo"The Funny Feeling"(Richard Thorpe, 1965,di impronta e origine palesamente teatrale, anche se"il fatto"non è acclarato e conclamato)racconta di un arredatore che conosce una ragazza per cui prova dei sentimenti(ma non è"amore a prima vista"), che però poi scopre millantare la casa del proprio datore di lavoro(che è lo stesso arredatore, come lui stesso scoprirà "in corso d'opera")per la prorpia, per fare"colpo e bella figura". Ma nonostante qualche tensione, vari malintesi, tutto va bene... Tipica commediola interclassista, decisamente"al di sopra delle parti", contro i pregiudizi di classe, appunto, che pure a metà dei Sxties negli States erano ancora fortissimi come in Europa e altrove.... "The Funny Feeling"è certamente uin film ipocrita(si nasconde la verità dell'inganno interclassista, appunto), ma ben realizzato e, ad onta della critica politica, sociale e culturale che chi scive ritiene necessaria(l'arredatore ricco non "poteva"sposare una ragazza che, sostanzialmente, era la sua cameriera... in famiglia mi raccontavano di un prozio che, iN Europa, fece lo stesso con grande scandalo... ahi, la borghesia....), covincente come commedia: l'inganno è rleativo all'identità(anche la ragazza, all'inizio e neppure solo all'inizio, crede che il suo"lover"sia un fantino...)ma anche al luogo di residenza, meglio all'abitazione, il che, poi, nel caso di un atrredatore, è un doppio ingnano,l o quasi.... Decisamente siamo in un ambito che proviene dalla tradizione, diffusa in tutta Europa e forse in tutto il mondo conosciuto nel 1500-1700 , detta italianamente della"commedia dell'arte"dove iganni, equivoci, scambi di personaggi, di ruoli, di luoghi, di locations etc. sono all'ordine del giorno e qui ci muoviamo, direi"seccamente"in questo ambito, senza in qualche modo aggiungere o sottrarre nulla, dato che siamo in questo ambito e vogliamo(vogliono, per meglio dire, chiaro)pienamente, senza indugi, senza alcun penitmento, senza in alcun modo pretendere di andare e di guardare"più inlù"(dove, del resto?Quello è il play, già decisamente tracciato da chi organizzat il tutto, ossia il producer o meglio i producers, senza esitazioni)e i protagonisti, non nuovi a queste"avventure"Sandra Dee e Bobby Darin(se been ricordo anche abbastnaza lugnamente compagni di vita)non ci danno altro, se non questo, come era prevedibile e in certa qual misura"inebitabile": El Gato
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