Riecco De Sica (figlio, perdìo) cimentarsi in qualcosa di non "suo", non sentito, espresso con la superficialità che, ahimé, trionfa spesso nelle sue regie. Cotanto apprezzabile lavoro di ricostruzione storica, crolla sulla carcassa di una vicenda di per sé poco convincente e peggio interpretata. I dialoghi, inutilmente pretenziosi, scemano d'intensità recitativa per annullarsi praticamente sul finale, peraltro rabberciato. De Sica non riesce più a dirigere manco sé stesso. E si che potenzialità ne avrebbe...