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stefano capasso
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domenica 21 maggio 2023
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la genesi del nerealismo
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Appena liberata dall’occupazione nazifascista, a Roma c’è fermento creativo. Roberto Rossellini e il suo sceneggiatore Sergio Amidei hanno in mente di raccontare in un film la resistenza dei romani, resistenza che coinvolge tutti gli strati sociali e le idee politiche. Il clima, però, non è dei migliori: la gente vuole leggerezza e i produttori lo sanno bene, inoltre i soldi sono quelli che sono e persino la pellicola scarseggia. Di tutto queste difficoltà Rossellini e Amidei, ognuno a suo modo, dovranno fare virtù.
Carlo Lizzani con la classica operazione del cinema nel cinema racconta la genesi di uno dei grandi capolavori del cinema italiano e del neorealismo: Roma città aperta.
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Appena liberata dall’occupazione nazifascista, a Roma c’è fermento creativo. Roberto Rossellini e il suo sceneggiatore Sergio Amidei hanno in mente di raccontare in un film la resistenza dei romani, resistenza che coinvolge tutti gli strati sociali e le idee politiche. Il clima, però, non è dei migliori: la gente vuole leggerezza e i produttori lo sanno bene, inoltre i soldi sono quelli che sono e persino la pellicola scarseggia. Di tutto queste difficoltà Rossellini e Amidei, ognuno a suo modo, dovranno fare virtù.
Carlo Lizzani con la classica operazione del cinema nel cinema racconta la genesi di uno dei grandi capolavori del cinema italiano e del neorealismo: Roma città aperta. Usa scene tratte dal film originale e il bianco e nero di quelle del film che si sta girando. Se il prodotto nell’insieme non riesce a staccarsi dalle stereotipie dei personaggi, indubbiamente giganti della storia del cinema, nell’insieme l’operazione risulta interessante come documento, pur non avanzando nessuna pretesa di verità. In particolare, a mio avviso, Lizzani vuole fare chiarezza su quello che è stato il neorealismo, o almeno sul modo in cui è nato, depurandolo dai falsi miti. L’improvvisazione è legata alle difficoltà oggettive e pratiche più che a un’idea di base. Se la lavorazione procedeva giorno per giorno era per mancanza di soldi o di un produttore ma la piuttosto attenta pianificazione alla base rendeva possibile andare avanti tra le difficoltà.
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fedeleto
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domenica 26 giugno 2016
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celluloide e fatica
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Dopo circa 5 anni di silenzio, Carlo Lizzani torna a dirigere un film incentrato sulla genesi del capolavoro di Rossellini intitolato:Roma Città Aperta.La pellicola è strutturata come metafilm,fin dall'inizio il regista romano mostra chiaramente gli attori pronti a iniziare le parti, e subito dopo parte la storia della genesi filmica,le difficoltà,le incomprensioni,le continue problematiche che ha incontrato il film di Rossellini,il voler portare avanti un progetto con il tormentato Amidei (un ottimo Giannini)e la proiezione della prima che lascio' gli spettatori indifferenti.Il film non vuole essere un remake, bensì un'anatomia del film di Rossellini, un voler cercare il film della vita nel film della finzione (come dice la Sastri sono attrice,sono una falsa),Lizzani nonostante tutto non cade nella retorica e riesce a trovare uno spunto per riflettere sul coraggio e sull'animo di quel tempo Tratto dal romanzo di Ugo Pirro e sceneggiato da quest'ultimo con Lizzani e Scarpelli,il film presenta dunque un clima di ostracismo, difficoltà economiche (l'ex moglie di Rossellini che vende i gioielli per fargli finire il film),ma allo stesso tempo di lotte (La fantastica Magnani) di persone ancora lacerate ma mai dedite all'arrendevolezza(la frase finale del film,bisogna andare avanti,bisogna credere).
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Dopo circa 5 anni di silenzio, Carlo Lizzani torna a dirigere un film incentrato sulla genesi del capolavoro di Rossellini intitolato:Roma Città Aperta.La pellicola è strutturata come metafilm,fin dall'inizio il regista romano mostra chiaramente gli attori pronti a iniziare le parti, e subito dopo parte la storia della genesi filmica,le difficoltà,le incomprensioni,le continue problematiche che ha incontrato il film di Rossellini,il voler portare avanti un progetto con il tormentato Amidei (un ottimo Giannini)e la proiezione della prima che lascio' gli spettatori indifferenti.Il film non vuole essere un remake, bensì un'anatomia del film di Rossellini, un voler cercare il film della vita nel film della finzione (come dice la Sastri sono attrice,sono una falsa),Lizzani nonostante tutto non cade nella retorica e riesce a trovare uno spunto per riflettere sul coraggio e sull'animo di quel tempo Tratto dal romanzo di Ugo Pirro e sceneggiato da quest'ultimo con Lizzani e Scarpelli,il film presenta dunque un clima di ostracismo, difficoltà economiche (l'ex moglie di Rossellini che vende i gioielli per fargli finire il film),ma allo stesso tempo di lotte (La fantastica Magnani) di persone ancora lacerate ma mai dedite all'arrendevolezza(la frase finale del film,bisogna andare avanti,bisogna credere).Una pellicola più che buona,attori in forma (Giannini,Dapporto, Fassari,Ghini) in primis un grande applauso alla Sastri nella parte di Anna Magnani.Un manifesto di eroismo quotidiano,questo fu Roma Città Aperta.
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carlo
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sabato 8 novembre 2008
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celluloide
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Trovo il film appropriato sia per l'atmosfera in cui si muovono i personaggi (gli intellettuali di sinistra all'epoca gia' litigiosi) sia per l'atteggiamento di rispetto verso la cultura italiana delle truppe di occupazione alleate. L'ufficiale americano che scopre il cast nelle cantine oggi avrebbe una reazione ben diversa.
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veronique
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mercoledì 23 gennaio 2008
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open city
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Se avete già visto Roma citta Aperta...correte a vedere Celluloide..!Tutti i retroscena...tutte le difficoltà che il mitico Rossellini, Sergio Amidei (& Co.) hanno dovuto affrontare per poter realizzare quel grandissimo capolavoro che è Roma Città Aperta!
Se ancora non avete visto Roma Città Aperta......beh.... NON ASPETTATE OLTRE.....CORRETE A VEDERLO!
GRAZIE ROBERTO!
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antonella
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domenica 9 settembre 2007
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a lina sastri
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a quelli che trovano strano come una napoletana (Lina Sastri) possa interpretare una romana(Anna Magnani) voglio solo dire che non sono importanti le radici ma l'interpretazione della Sastri, che mi ha commosso, sara' perche' io la amo o sara' che si e' calata fin troppo bene nel personaggio... ps.lo dice una romana
[+] re: a lina sastri
(di veronique)
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