dandy
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mercoledì 18 marzo 2015
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into the blue.
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Il testamento cinematografico di Jarman,diventato cieco a causa dell'AIDS,è un'altra delle molteplici opere fatte per chi ama il cinema vero.E per chi è pronto ad abbandonare i propri standard per provare emozioni autentiche.Attraverso il blu costante,ipnotico,ammaliante(ma anche insostenibile)opera del pittore Yves Klein e l'accompagnamento musicale di Simon Fisher Turner,il regista rappresenta in modo perfetto l'impalpabile devastazione della malattia e al tempo stesso la liberazione astratta dai confini del visivo.Nelle riflessioni sulla malattia,l'amore,il sesso,il dolore,la poesia,il disfacimento fisico,il tempo che passa,l'amicizia e la morte(le voci originali sono diJohn Quentin,Nigel Terry,Tilda Swinton e lo stesso Jarman)si evincono un'incredibile passione e voglia di vitalità ma anche la consapevolezza dell'approssimarsi di una fine inevitabile.
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Il testamento cinematografico di Jarman,diventato cieco a causa dell'AIDS,è un'altra delle molteplici opere fatte per chi ama il cinema vero.E per chi è pronto ad abbandonare i propri standard per provare emozioni autentiche.Attraverso il blu costante,ipnotico,ammaliante(ma anche insostenibile)opera del pittore Yves Klein e l'accompagnamento musicale di Simon Fisher Turner,il regista rappresenta in modo perfetto l'impalpabile devastazione della malattia e al tempo stesso la liberazione astratta dai confini del visivo.Nelle riflessioni sulla malattia,l'amore,il sesso,il dolore,la poesia,il disfacimento fisico,il tempo che passa,l'amicizia e la morte(le voci originali sono diJohn Quentin,Nigel Terry,Tilda Swinton e lo stesso Jarman)si evincono un'incredibile passione e voglia di vitalità ma anche la consapevolezza dell'approssimarsi di una fine inevitabile.Una sorta di confessione borderline piena di furore,che amplifica il paradosso del non-mostrato imponendo attraverso la contemplazione del blu la partecipazione dello spettatore,infondendogli commozione e disagio come in pochissimi altri film.Forse chi ritiene che questo non sia un film non ha tutti i torti,resta il fatto che si tratta di un'esperienza (non)visiva unica,potente e sconvolgente.
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paride86
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lunedì 11 ottobre 2010
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meraviglioso
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Ci si può emozionare al punto di passare più di un'ora sul punto di piangere guardando un film monocromatico? Ebbene sì, grazie a Derek Jarman, regista sperimentale che concepisce il film come un'opera cinematografica e non come un prodotto.
"Blue" è una pellicola prettamente autobiografica e, al tempo stesso, una fotografia vivida e dolorosa della condizione umana del malato di AIDS.
Credo che la scelta di mantenere il video blu per tutta la durata del film sia stata veramente azzeccata: stimola l'immaginazione e, paradossalmente, coinvolge più di un film con le immagini.
Uno dei risultati più alti di Jarman.
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Ci si può emozionare al punto di passare più di un'ora sul punto di piangere guardando un film monocromatico? Ebbene sì, grazie a Derek Jarman, regista sperimentale che concepisce il film come un'opera cinematografica e non come un prodotto.
"Blue" è una pellicola prettamente autobiografica e, al tempo stesso, una fotografia vivida e dolorosa della condizione umana del malato di AIDS.
Credo che la scelta di mantenere il video blu per tutta la durata del film sia stata veramente azzeccata: stimola l'immaginazione e, paradossalmente, coinvolge più di un film con le immagini.
Uno dei risultati più alti di Jarman.
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