ultimoboyscout
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domenica 8 luglio 2012
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inseguendo l'onda perfetta.
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Il film rappresenta e rispecchia fedelmente il periodo californiano del surf compreso tra la fine degli '80 e l'inizio dei '90 in cui i surfisti diventano punk-rockettari e surfano con tavole cortissime onde altissime. La Bigelow è bravissima nel catturare con la telecamera la grandezza dell'oceano e la smisuratezza del cielo e di farne quasi un tutt'uno, nel sottolineare il dinamismo dell'azione che è sempre costante ma soprattutto nell'evidenziare i risvolti politico-sociali della pellicola e nell'esaltare il senso di ribellione e sfrontatezza meravigliosamente concentrati nel personaggio di Bohdi, interpretato da un superbo Patrick Swayze. E' un misto di action e filosofia spicciola con la prima decisamente godibile e meglio riuscita della seconda e due personaggi che assorbono su di loro tutta l'attenzione: sono il poliziotto e il rapinatore, Reeves e Swayze, che con l'andare del tempo perdono parte delle proprie peculiarità e caratteristiche, diventando man mano meno definiti fino a confondere lo spettatore che finisce per confondere i buoni dai cattivi.
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Il film rappresenta e rispecchia fedelmente il periodo californiano del surf compreso tra la fine degli '80 e l'inizio dei '90 in cui i surfisti diventano punk-rockettari e surfano con tavole cortissime onde altissime. La Bigelow è bravissima nel catturare con la telecamera la grandezza dell'oceano e la smisuratezza del cielo e di farne quasi un tutt'uno, nel sottolineare il dinamismo dell'azione che è sempre costante ma soprattutto nell'evidenziare i risvolti politico-sociali della pellicola e nell'esaltare il senso di ribellione e sfrontatezza meravigliosamente concentrati nel personaggio di Bohdi, interpretato da un superbo Patrick Swayze. E' un misto di action e filosofia spicciola con la prima decisamente godibile e meglio riuscita della seconda e due personaggi che assorbono su di loro tutta l'attenzione: sono il poliziotto e il rapinatore, Reeves e Swayze, che con l'andare del tempo perdono parte delle proprie peculiarità e caratteristiche, diventando man mano meno definiti fino a confondere lo spettatore che finisce per confondere i buoni dai cattivi. Per point break, ovvero punto di rottura, nel gergo surfista si intende il punto in cui l'onda inizia ad inarcarsi, rompendosi per l'appunto. E il punto di rottura è anche quello che vive il poliziotto infiltrato Johnny Utah che nella vita sopra le righe e adrenalinica del suo antagonosta Bohdi trova la via di fuga dalla sua esistenza piatta e schematica. Il surf è visto come uno stato mentale, in cui perdersi per poi ritrovarsi, in cui cercare la vita oltre l'esistenza stessa dell'uomo e il mare viene visto come un amico che ti da tanto ma che esige tantissimo e che l'onda perfetta te la farà incontrare solo una volta nella vita trascinandoti oltre ogni impensabile confine. E proprio l'acqua è l'essenza di questo poliziesco atipico, ricco di colpi di scena e di passaggi altamente spettacolari che si conclude in maniera drammatica lasciando profonda amarezza. I tempi realizzati dalla regista sono perfetti, mantiene la tensione sempre alta e fa delle sensazioni forti l'anima di questo indimenticabile gioiello di emozioni.
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sir gient
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martedì 14 aprile 2015
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surfando sull'adrenalina...
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..California..FBI...Ragazzi un po cresciuti dediti all'eterna vacanza...la pupa del capo.. un bel po di adrenalina... aggiungi un pizzico di silicone ...qualche strizzata di romanticismo, agitare bene nello shaker... servire fresco con dentro un'ombrellino di carta e due foglie di maria....Il cocktail perfetto...
Un film bello da vedere e rivedere con un indimenticabile Patrick che benchè non fosse un attore da oscar ci ha lasciati troppo presto...
Tutto corre sul filo degli ideali dei ragazzi dell'isola che non c'è dove non lavori mai e ti diverti sempre con i soldi deli altri... fino a che un giovane agente dell'FBI non aiuta un datato detective dell'agenzia che da sempre ha sostenuto la teoria dei surfisti selvaggi .
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..California..FBI...Ragazzi un po cresciuti dediti all'eterna vacanza...la pupa del capo.. un bel po di adrenalina... aggiungi un pizzico di silicone ...qualche strizzata di romanticismo, agitare bene nello shaker... servire fresco con dentro un'ombrellino di carta e due foglie di maria....Il cocktail perfetto...
Un film bello da vedere e rivedere con un indimenticabile Patrick che benchè non fosse un attore da oscar ci ha lasciati troppo presto...
Tutto corre sul filo degli ideali dei ragazzi dell'isola che non c'è dove non lavori mai e ti diverti sempre con i soldi deli altri... fino a che un giovane agente dell'FBI non aiuta un datato detective dell'agenzia che da sempre ha sostenuto la teoria dei surfisti selvaggi ...come non dare retta a uno che di surf se ne intende da sempre.... visti i suoi incredibili mercoledì.....
Ed è così che tuto si mischia in un intreccio di amore per la vita, per il surf, per le donne, per gli amici e per il proprio lavoro... si rasenta la filosofia al punto quasi di essere dalla parte di chi ha torto, altro che sindrome di Stoccolma... questa è la sindrome del Drift !!!
..Alla fine tutto si infrangerà in una fragorosa onda portatrice di giustizia, giustizia per chi non c'è più, giustizia per chi cercava la verità a danno dei colpevoli...giustizia per chi cercava da sempre l'onda perfetta trovata inesorabilmente ai confini della propria esistenza....del resto morire per i propri ideali non è morire, ma è un pò come rinascere a nuova vita... chi lo ha detto ? beh io naturalmente, ogni tanto concedetemi un'auto citazione !!!
Un film che dovreste comunque vedere perchè quando un film è ben fatto va sempre visto !!!
p.s. Spero tu abbia trovato al tua onda Patrick !!!
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readcarpet
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giovedì 4 settembre 2008
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point break
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L’agente dell’FBI Johnny Utah (che nome è?!), con il suo collega più esperto Angelo Pappas, è alle prese con una banda di rapinatori che assalta le banche indossando maschere di ex presidenti. Il suo compito sarà infiltrarsi nella banda, una tribù di surfisti capeggiati da un fenomeno della tavola mezzo filosofo che parla del surf come di uno “stato mentale”.
“Interessante film d’azione” dice Pino (Farinotti, d’ora in poi lo chiamo così). E lo pagano anche per scrivere questo. Voglio dire: da un critico ti aspetti un commento un po’ più profondo…
Che ne so, parlami del dinamismo delle immagini, del fatto che c’è una lieve differenza tra queste e quelle di Baywatch.
Dimmi che una storia altamente improbabile è più difficile da rendere appassionante, e che i coniugi Cameron (quello che ha affondato il Titanic da 11 Oscar, sì) ci sono riusciti in pieno, perché non viene dato un attimo di tregua, e lo schermo trasuda adrenalina, protagonista indiscussa del film.
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L’agente dell’FBI Johnny Utah (che nome è?!), con il suo collega più esperto Angelo Pappas, è alle prese con una banda di rapinatori che assalta le banche indossando maschere di ex presidenti. Il suo compito sarà infiltrarsi nella banda, una tribù di surfisti capeggiati da un fenomeno della tavola mezzo filosofo che parla del surf come di uno “stato mentale”.
“Interessante film d’azione” dice Pino (Farinotti, d’ora in poi lo chiamo così). E lo pagano anche per scrivere questo. Voglio dire: da un critico ti aspetti un commento un po’ più profondo…
Che ne so, parlami del dinamismo delle immagini, del fatto che c’è una lieve differenza tra queste e quelle di Baywatch.
Dimmi che una storia altamente improbabile è più difficile da rendere appassionante, e che i coniugi Cameron (quello che ha affondato il Titanic da 11 Oscar, sì) ci sono riusciti in pieno, perché non viene dato un attimo di tregua, e lo schermo trasuda adrenalina, protagonista indiscussa del film.
Dimmi che il personaggio di Bodhi è semplicemente miracolato perché riesce a non essere ridicolo con tutte le stronzate che spara (giuro che durante il film pensavo sei un grande!).
Dimmi che tutti questi schizzi d’acqua, ma come fanno a non stancarmi dopo quasi due ore?
E perché non mi dici che dopo due minuti e quaranta il bel Keanu si è già girato al rallentatore ben due volte scostandosi i capelli con un movimento della testa? Perché non me lo dici?
Oppure che ancora, quando ha fatto questo film, non aveva quel doppiatore con evidenti problemi alle corde vocali che troviamo in Matrix (Neo, non bisbigliare non ti sento).
E qualcuno sì è accorto del bulbo di Swayze? Adesso abbiamo capito a chi si è ispirato Pavel Nedved.
C’erano un sacco di cose da dire eh? Anche meno interessanti ma che ho trovato divertenti, come l’attore che interpreta il capo dell’FBI, John C. McGinley (Dottor Coooox!).
In generale il film mi è piaciuto molto perché dà quel che promette, al cento per cento: adrenalina, scene spettacolari, passione (parolone che però rende), un po’ di spionaggio e pure un gran bel pezzo di figliola, però fuori del comune (una sconosciuta Lori Petty).
Un piccolo suggerimento al bel Keanu: se la tua ragazza (e probabilmente anche la regista) ti dice che prima avevi un’espressione diversa ma adesso è cambiata non sembri più corrucciato ecc. Fallo vedere anche a noi questo cambiamento, non ti vergognare, non lo diciamo a nessuno che sai spianare più di tre espressioni. Finito, basta, per il resto di livello.
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(di jax)
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iuriv
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domenica 3 aprile 2016
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il testosterone di kathryn.
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Quando Johnny Utah prende servizio presso l'FBI di Los Angeles, si trova subito a fare i conti con la banda degli ex-presidenti dedita a rapine in serie. Per scoprire chi sono questi uomini si infiltra nel mondo dei surfisti, rimanendone affascinato.
A colpire in questo film, prima di tutto, è la profondità nel disegno dei personaggi. In un epoca che non richiedeva particolare attenzione a questi dettagli, Bigelow costruisce un poliziesco atipico che, nonostante risenta delle atmosfere mutuate dai migliori lavori del genere girati alla fine degli anni 80, prende una strada tutta sua.
I protagonisti della storia simboleggiano precise attitudini della società, ma la rivalità tra Reeves e Swayze assume contorni intensi, data la forte attrazione intellettuale tra i due, diversissimi come impostazione ideologica, ma forse simili nell'applicare le proprie convinzioni.
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Quando Johnny Utah prende servizio presso l'FBI di Los Angeles, si trova subito a fare i conti con la banda degli ex-presidenti dedita a rapine in serie. Per scoprire chi sono questi uomini si infiltra nel mondo dei surfisti, rimanendone affascinato.
A colpire in questo film, prima di tutto, è la profondità nel disegno dei personaggi. In un epoca che non richiedeva particolare attenzione a questi dettagli, Bigelow costruisce un poliziesco atipico che, nonostante risenta delle atmosfere mutuate dai migliori lavori del genere girati alla fine degli anni 80, prende una strada tutta sua.
I protagonisti della storia simboleggiano precise attitudini della società, ma la rivalità tra Reeves e Swayze assume contorni intensi, data la forte attrazione intellettuale tra i due, diversissimi come impostazione ideologica, ma forse simili nell'applicare le proprie convinzioni.
Certo, Keanu non è esattamente un esempio di espressività e a volte pare un po' forzare le proprie emozioni, ma è circondato da interpreti indovinati che ne compensano le mancanze.
Va anche detto che certe forme di cameratismo maschile, particolarmente nella prima parte, sono costruite in maniera un po' ingenua e questo è un problema che Bigelow si porterà dietro anche successivamente.
Però il film funziona alla grande, grazie a una regia testosteronica perfettamente bilanciata allo spessore della narrazione. La regista sa perfettamente quando accelerare, regalandoci inseguimenti lunghi e tesi, e quando riflettere, facendo parlare i propri personaggi oppure giocando con le immagini di surf o paracadutismo.
Se da un punto di vista visivo la pellicola regge ancora oggi (e molto bene), le scelte musicali tradiscono la sua epoca. Si è infatti preferito scegliere una colonna sonora dominata dai gusti tipici del tempo che mi è parsa poco cinematografica. E anche la scelta di mettere le voci sempre in primo piano, a sovrastare l'ambientazione, a volte mi è sembrata stonata.
Ma conta poco. Point Break rimane un grande classico e, anche oggi, vederlo è una gran soddisfazione.
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onufrio
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mercoledì 5 giugno 2013
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alla ricerca dell'onda perfetta
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Johnny Utan (K.Reves) è un'agente speciale dell'Fbi mandato a Los Angeles per stanare il gruppo degli ex presidenti, quattro persone che hanno svaligiato numerose banche con addosso le maschere dei presidenti degli Usa, ovvero: Reegan, Nixon, Carter, Johnson. Johhny approva fin da subito le teorie fatte negli anni precedenti dall'agente Pappas, cioè che chi organizza queste rapine è un gruppo di surfisti, e allora Johnny decide d'infiltrarsi nel mondo dei surfisti, fa amicizia con Tyler, ragazza con un passato difficile,ed entra in questo mondo fatto di onde e di follie, conosce Badhi (P.Swayze) e ne rimane affascinato dalla sua filosofia di vita, tanto che prova fatica a capire una cosa che a noi spettatori ci è chiara sin dall'inizio, ovvero che è proprio Badhi assieme al suo gruppo ad organizzare queste rapine, il tutto solo per mantenersi il denaro per passare delle lunghe estati là dove le onde toccano il cielo; dopo numerosi inseguimenti e la morte degli altri tre "ex presidenti" Johnny ritroverà Badhi, in Australia, ma una volta ammanettato lo libererà per cavalcare l'ultima onda con la sua tavola da surf, l'onda che gli sarà letale.
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Johnny Utan (K.Reves) è un'agente speciale dell'Fbi mandato a Los Angeles per stanare il gruppo degli ex presidenti, quattro persone che hanno svaligiato numerose banche con addosso le maschere dei presidenti degli Usa, ovvero: Reegan, Nixon, Carter, Johnson. Johhny approva fin da subito le teorie fatte negli anni precedenti dall'agente Pappas, cioè che chi organizza queste rapine è un gruppo di surfisti, e allora Johnny decide d'infiltrarsi nel mondo dei surfisti, fa amicizia con Tyler, ragazza con un passato difficile,ed entra in questo mondo fatto di onde e di follie, conosce Badhi (P.Swayze) e ne rimane affascinato dalla sua filosofia di vita, tanto che prova fatica a capire una cosa che a noi spettatori ci è chiara sin dall'inizio, ovvero che è proprio Badhi assieme al suo gruppo ad organizzare queste rapine, il tutto solo per mantenersi il denaro per passare delle lunghe estati là dove le onde toccano il cielo; dopo numerosi inseguimenti e la morte degli altri tre "ex presidenti" Johnny ritroverà Badhi, in Australia, ma una volta ammanettato lo libererà per cavalcare l'ultima onda con la sua tavola da surf, l'onda che gli sarà letale. Il tema dell'infiltrato in un mondo a lui nuovo che poi ne rimarrà affascinato e si legherà al personaggio cosìdetto cattivo è molto simile a Fast and Furios.
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dandy
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martedì 5 gennaio 2021
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vaya con dios.
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Probabilmente il miglior film della regista.Uno dei capisaldi del cinema adrenalinico,nonchè action-poliziesco giocato sul rituale confronto da uomo a uomo-amico nemico(che qui assume un valore maggiore in quanto diretto da una donna,ai tempi moglie di James Cameron che qui fa da produttore secuitivo).Memorabile a più livelli:se dal punto di vista spettacolare non è invecchiato ancora oggi(le sequenze concitate delle rapine dove i cattivi indossano beffardamente le maschere dgli ex-presidenti con Bodhi nel ruolo di Reagan o le magnifiche sequenze di surf rimangono seconde solo a "Un mercoledì da leoni",di cui Busey è una sorta di tramite tra i due film,e non meno lo sono quelle di paracadutismo),il vero punto di forza del film sta nel rapporto tra i due protagonisti,indissolubile aldilà di qualsiasi limite etico o legale e dominato dalla filosofia di Bodhi sul continuo vivere all'estremo nella tradizione dello "spirito dell'uomo".
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Probabilmente il miglior film della regista.Uno dei capisaldi del cinema adrenalinico,nonchè action-poliziesco giocato sul rituale confronto da uomo a uomo-amico nemico(che qui assume un valore maggiore in quanto diretto da una donna,ai tempi moglie di James Cameron che qui fa da produttore secuitivo).Memorabile a più livelli:se dal punto di vista spettacolare non è invecchiato ancora oggi(le sequenze concitate delle rapine dove i cattivi indossano beffardamente le maschere dgli ex-presidenti con Bodhi nel ruolo di Reagan o le magnifiche sequenze di surf rimangono seconde solo a "Un mercoledì da leoni",di cui Busey è una sorta di tramite tra i due film,e non meno lo sono quelle di paracadutismo),il vero punto di forza del film sta nel rapporto tra i due protagonisti,indissolubile aldilà di qualsiasi limite etico o legale e dominato dalla filosofia di Bodhi sul continuo vivere all'estremo nella tradizione dello "spirito dell'uomo".Un rapporto che costerà a entrambi un prezzo altissimo(inaspettatamente dura la svolta tragica nell'ultima parte,con perdita di amici-colleghi sia per Utah che per Bodhi)e che nemmeno l'amore è in grado di penetrare(Tyler è praticamente un terzo incomodo tra i due).In questo senso ha anticipato(ma con ben altro spessore nell'andare "oltre")i rapporti poliziotto-criminale di "Heat-La sfida" e "Donnie Brasco".Di grande potenza anche il finale,che sancisce il capolinea sia per il cattivo(probabilmente morto) che per il buono(che imitando Callaghan getta via il distintivo).Ottimi sia Swayze che Reeves,qui al suo trampolino di lancio,e fortemente voluto dalla regista contro il parere di chi gli avrebbe preferito Val Kilmer,Johnny Depp,Matthew Broderick e Charlie Sheen.Entrambi praticanti del surf,in molte ripese fano evidentemente a meno degli stunt.Uno degli ultimi ruoli decenti per Busey.Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers è uno dei surfisti-teppisti che assalgono Utah.Nella sequenza della retata in casa degli spacciatori,in alcuni versioni è accorciato l'accoltellamento da parte della donna nuda.Il titolo fa riferimento all'istante che il vero surfista deve saper riconoscere,in cui l'onda si infrange.Insulso remake del 2015.
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