Highlander - L'ultimo immortale |
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Un film di Russell Mulcahy.
Con Christopher Lambert, Roxanne Hart, Sean Connery, Clancy Brown, Alan North.
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Titolo originale Highlander.
Fantastico,
durata 116 min.
- USA, Gran Bretagna 1986.
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Highlander.
di Nicolas BilchiFeedback: 3995 | altri commenti e recensioni di Nicolas Bilchi |
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giovedì 21 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Divenuto nel corso del tempo (immeritamente) quasi un cult della cinematografia moderna, "Highlander" di Mulcahy è in realtà un'opera enormemente sopravvalutata, che ha avuto la fortuna di riscuotere notevole successo al momento dell'uscita nelle sale per una serie di congiunture interne ed esterne che hanno fatto evidentemente coincidere il gusto e gli interessi intellettuali del grande pubblico con quanto questo film è stato in grado di proporre; che in realtà è ben poco, considerando che "L'ultimo immortale" parte da una base molto solida, un plot generalissimo da ricondurre necessariamente al genere fantastico, ma che lasciava una enorme libertà narrativa e gestionale non solo relativamente allo sviluppo della storia, ma anche alla costruzione filmica di essa. Rimane molto amaro in bocca perchè, se alla conduzione del film ci fosse stato un regista di livello (un Coppola, per esempio), intellettualmente e tecnicamente impeccabile, adesso staremmo parlando di un'opera ben diversa: lo scontro tra gli immortali, seppur non ben spiegato, poteva benissimo essere trasformato in un principio di riflessione mistico-filosofica, esprimendo attraverso i personaggi di Connor MacLeod e Kurgan il concetto dell'eterna lotta delle forze del bene e del male, al di là dello spazio e del tempo. Due uomini trasformati in simboli, che a loro volta avrebbero allegorizzato ogni fotogramma, ogni singolo dettaglio inquadrato della telecamera: ed ecco qui che, senza troppe difficoltà e senza l'intervento di un genio, "Highlander" avrebbe potuto diventare, se non un capolavoro, un film di notevolissimo valore prima di tutto morale e, in conseguenza diretta di questo, anche scenico. Invece Mulcahy sforna un puro film di evasione che si tiene in linea col fin troppo proficuo filone fantasy (ma anche horror) che spadroneggiò nei cinema degli anni '80, una produzione che gode di buone trovate (il sempre grandissimo Sean Connery e l'uso delle canzoni dei Queen, ottime soprattutto nei frangenti in cui le immagini sono relative alla vita di MacLeod nel '500, riproducendo un corrispettivo cinematografico di quel concetto di sostanziale unità e simultaneità di passato e presente che Eliot nella "Waste Land" esprimeva sul versante letterario) ma che al contempo sbaglia spesso, a prescindere dall'esilità di fondo della storia per come la presenta il regista, cosa che costituisce un altro valore aggiunto in negativo: prima di tutto si nota una regia poco incisiva, che lascia passare sequenze senza che esse colpiscano chi guarda, ed inesperta, che in altre circostanze cerca di caricare artisticamente la scena con trovate che però risultano mediocri se non ridicole; gli scontri appaiono assolutamente fini a se stessi, privi di mordente e troppo succubi dell'influenza lucassiana di "Star Wars"; infine l'uso degli effetti speciali riporta alla mente gli infausti risultati dei B-movie del periodo, su tutti gli inguardabili episodi della serie "Venerdì 13" o "Hellraiser", opere nelle quali la spettacolarità riesce solo ad instupidire e devalorizzare pellicole già fallaci, proprio come in questo caso. Sarebbe dunque interessante chiederci perchè "Highlander", un film che a trent'anni dalla nascita risulta molto datato (mentre ci sono opere ben più vecchie destinate a rimanere eternamente visibili e godibili), abbia goduto di un tale successo, e darci una risposta, ma si rischierebbe di sfociare nella riflessione sociologica, il che si lega ben poco alla riflessione critica sul valore oggettivo di una pellicola cinematografica.
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