Ho avuto la fortuna di acquistare il dvd "le strelle nel fosso".
Di questo film io sono stato vecchio cultore, apprezzandone sempre i pregi, le bellezze figurative e l'incanto di trovarsi di fronte ad un'opera veramente "ispirata" (non era avati a dire che talune scene del film "gli prescindono", come instillate da un'entità superiore?). Come spesso capita per i film di Avati, il film (come "la casa dalle finestre...") merita una più esatta collocazione critica ed ermeneutica, che cerchi di cogliere l'arte di Avati, aldilà delle etichette di genere col qaule è solitamente giudicato (bravo regista "horror" per "la casa..."; squisito regista 'naif' per "le strelle..."). Queste etichette, se pure esprimono qualcosa di certamente vero, non colgono, secondo me, alcune linee di continuità tematica presenti in Avati fin dai primi film; linee di continuità che, invece, secondo me, devono essere analizzate e discusse, perchè rivelatrici (almeno in potenza) di uno specifico "mondo spirituale" avatiano alla base di tutti i film.
[+]
Ho avuto la fortuna di acquistare il dvd "le strelle nel fosso".
Di questo film io sono stato vecchio cultore, apprezzandone sempre i pregi, le bellezze figurative e l'incanto di trovarsi di fronte ad un'opera veramente "ispirata" (non era avati a dire che talune scene del film "gli prescindono", come instillate da un'entità superiore?). Come spesso capita per i film di Avati, il film (come "la casa dalle finestre...") merita una più esatta collocazione critica ed ermeneutica, che cerchi di cogliere l'arte di Avati, aldilà delle etichette di genere col qaule è solitamente giudicato (bravo regista "horror" per "la casa..."; squisito regista 'naif' per "le strelle..."). Queste etichette, se pure esprimono qualcosa di certamente vero, non colgono, secondo me, alcune linee di continuità tematica presenti in Avati fin dai primi film; linee di continuità che, invece, secondo me, devono essere analizzate e discusse, perchè rivelatrici (almeno in potenza) di uno specifico "mondo spirituale" avatiano alla base di tutti i film.
Ora, "le strelle nel fosso" è film contiguo a due grandi temi avatiani della prima ora: la campagna ed il tema della risurrezione/rinascita. Questi due temi sono intrecciati e connessi: la campagna è arcaicamente celebrata come luogo di cicli cosmici (inverno, estate) e lo dimostra l'arcaica associazione all'agricoltura della divinità campestre Demetra, che si alterna tra Oltretomba e terra. Questo tema della risurrezione ricorre in modo frequentissimo ed ossessivo in Avati, al punto che questa ricorrenza non si può ritenere gratuita o casuale: ricorre in "Balsamus", ricorre ne "la casa...", ricorre in "zeder" e ricorre, altresì, ne "le strelle..." (ma il rapporto con l'aldilà è ambiguamente presente anche in "dancing paradise").
Ne "le strelle...", Avati personifica questo ciclo di vita/morte/rinascita nelle rispettive figure del Cieco Bartolomeo e di Olimpia, dove il Cieco personifica la morte ed Olimpia la vita. Nella conoscenza di Olimpia, i protagonisti ricevono la rivelazione che Olimpia ed il Cieco sono due facce della stessa medaglia, perchè la vita è un ciclo e alla vita segue necessariamente la morte.
Ma questa metafora, lungi dall'essere rivelazione "misterica" o "settaria" è l'espressione di genuino fatalismo contadino,
del contadino che è reso saggio dalla frequentazione della terra, della natura, che identifica nei cicli della terra (spesso casuali, imponderabili) i cicli fondamentali della sua vita e che mette in conto il dolore, la vita, il sacrificio, come necessità vitale (non si dimentichi la frequentazione di Avati bambino della campagna!). Dietro "le strelle nel fosso" comunque c'è un mondo culturale, antropologico contadino che va riscoperto e che conferisce profondità al lavoro di Avati; non è un prolungamento dell'adolescenza del regista (come dice Morandini). E' il film di un uomo, Avati, che vive nella seconda metà del '900, una trasformazione epocale, il passaggio dalla civiltà contadina alla civilità capitalistica; da uomo intelligente, si interroga sul significato di questa trasformazione, cercando non solo un rapporto corretto col presente (vedi "Regalo di natale"), ma anche un rapporto sereno col passato, evidenziano magie, ma anche negative suprstizioni. Al pubblico, Avati non chiede altro che farsi coinvolgere in questo dibattito sulle ns origini e sul ns futuro. In quest'ottica, Avati va rivalutato e riletto ed il suo messaggio può "lasciare qualcosa", anche ai giovani.
[-]
|
|