joker 91
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mercoledì 6 aprile 2011
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un buon film
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lo trovo un film sufficiente ma aspettavo qualcosa di diverso e di migliore sotto tutti i punti di vista. Olivier sempre stupendo ed Hoffman con una recitazione al metodo è ottimale anche se per questa recitazione ebbe delle discussioni con Olivier,un finale troppo ingenuo per i miei gusti ed montaggio in alcune parti inverosimile. Un film buono ma non è il capolavoro che credevo fosse. Sufficiente
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rinuzeronte
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domenica 2 gennaio 2011
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ottimo ma.
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Davvero ottimo come thrilling, intrigante e in grado di mozzarlo sul serio il fiato. Se non fosse stato per il finale che, più riguardo più non mi covince per niente, sarebbe stato da quattro stelle sicure, o cinque considerato nel genere. Comunque validissimo come validissima è l' interpretazione di Hoffman dal cui personaggio è difficile non farsi trascinare e impeccabile come sempre Lawrence Olivier. dannato finale
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(di rudy_50)
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elvis shot jfk
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martedì 11 agosto 2009
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il maratoneta
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mi aspettavo qualcosina di più
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taniamarina
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domenica 24 maggio 2009
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quando i denti fanno male...
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Si racconta che Hoffman, per fare questo film, abbia mangiato per settimane solo fette biscottate e si sia chiuso in una stanza ermeticamente, per trasmettere la tensione allo spettatore. Olivier gli rispose: ma scusa, perché invece non provi a recitare?...
Qualsiasi cosa sia successa, questo triller è riuscito alla perfezione, con sfondo l'assurdità dell'olocausto raccontato benissimo durante l'incidente d'auto tra un ebreo ed un nazista. Hoffman è bravo, ma Olivier è davvero un grande maestro. La scena della tortura ai denti non si dimentica
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kobayashi
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lunedì 4 agosto 2008
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un thriller da pelo sullo stomaco
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Interpreti in gran forma, complicatissima la trama, ma incalzanti il ritmo e lo stile narrativo. Dustin Hoffmann dopo "Il laureato" regala una performance degna di nota nei panni di uno studente universitario del corso di storia, appassionato di maratone, che finisce coinvolto in una sporca faccenda di diamanti, nazisti, torture e morti. Grande il filone narrativo, che parte dal passato, dalla morte del padre di Babe (Hoffmann) e Doc (Roy Scheider) fino ad arrivare al presente, con continui richiami e flashback che danno alla pellicola, già elegante e "aromatica" (ha il sapore di un bel sigarone da gustarsi davanti alla poltrona) un gusto retrò che è fantastico. Tale gusto, peraltro, si oppone alla dinamicità e alla velocità della narrazione che, nonostante sia, lo ripeto, complicata, non annoia mai lo spettatore tenendolo inchiodato alla poltrona.
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Interpreti in gran forma, complicatissima la trama, ma incalzanti il ritmo e lo stile narrativo. Dustin Hoffmann dopo "Il laureato" regala una performance degna di nota nei panni di uno studente universitario del corso di storia, appassionato di maratone, che finisce coinvolto in una sporca faccenda di diamanti, nazisti, torture e morti. Grande il filone narrativo, che parte dal passato, dalla morte del padre di Babe (Hoffmann) e Doc (Roy Scheider) fino ad arrivare al presente, con continui richiami e flashback che danno alla pellicola, già elegante e "aromatica" (ha il sapore di un bel sigarone da gustarsi davanti alla poltrona) un gusto retrò che è fantastico. Tale gusto, peraltro, si oppone alla dinamicità e alla velocità della narrazione che, nonostante sia, lo ripeto, complicata, non annoia mai lo spettatore tenendolo inchiodato alla poltrona. Tutto il film si gioca su contrasti: i due fratelli, Hoffmann e Sheider, sono l'uno un giovane e basso (Hoffmann, si sa, è basso) studente di storia e l'altro una spia corpulenta e decisa. Diversi sono anche i caratteri dei due: l'uno irruente e spregiudicato, l'altro malinconico e introverso. I due caratteri cozzano, ma i fratelli vanno d'accordo, legati, seppur con una visione diversa dei fatti, dal ricordo del padre suicida molti anni prima. Babe si innamora di una donna, Marthe Keller, che però è invischiata nell'intrigo nel quale, presto, lo studente finirà con tutte le scarpe. Il resto sono morti, una scena terrificante di trapanamento di denti sani da parte di un torturatore professionista ex nazista ai danni di Babe Hoffmann e un finale in solitudine. Sulla scena, vivo, resta solo il protagonista, il maratoneta, quello che con tenacia tiene viva la sfida fino all'ultimo e, intelligentemente, riesce a tirarsene fuori indenne (dente trapanato dal gerarca a parte). Ottimo film, cult per gli appassionati di Hoffmann, ma, volendo, anche per chi ha la passione per James Bond. Roy Scheider, il fratello maggiore che all'insaputa di Babe (Hoffmann) sarebbe stato perfetto per interpretare uno dei film di Bond: ne "Il Maratoneta" fa sfoggio di eleganza, lungimiranza tattica e un fine senso del pericolo, oltre a capacità di autodifesa da "arte marziale". Questo film è un thriller da pelo sullo stomaco, quello che hanno i protagonisti e quello che bisogna avere per reggersi determinate scene clu, vedi: "trapanamento di un dente sano senza anestesia". Chi ha pelo sul serio, nella vita o chi è appassionato della corsa e del movimento si ritroverà soddisfatto: qui c'è azione, rischio, pericolo, calcolo, doppi giochi e un finale al cardiopalma, ancorchè molto triste. Bello!
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michel
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giovedì 17 aprile 2008
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meglio strappare il dente che duole
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Meglio strappare il dente che duole
A. Resnais lo avrebbe trasformato in una riflessione sulla memoria, Schlesinger na ha fatto un thriller incalzante, una sorta di incubo crudele, non sempre coerente, ma fotografato e girato magistralmente. Si brancola nel buio per quasi tutto il film senza che l’interesse venga meno, anche per merito degli interpreti; un D. Hoffman in gran forma e un L. Olivier che mette i brividi nel ruolo di un aguzzino nazista la cui cupidigia è all’origine di una spettacolare catena di morti ammazzati.
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__giooo__
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mercoledì 2 aprile 2008
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il maratoneta
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Bel film con Dustin Hoffman, che appassiona e prende.
Uno studente universitario (Hoffman), che sogna di diventare un giorno un maratoneta, rimane implicato con il fratello in una serie di intrighi riguardanti un ex generale nazista, spietato e violento....
consiglio a tutti gli amanti del genere
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dlaumor
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sabato 20 ottobre 2007
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concordo
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concordo assolutamente con la critica di Giovanni Grazzini. Film nella prima parte fortemente godibile , nel finale stenta. da sottolineare un grandissimo dustin Hoffman.
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keyton
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venerdì 7 settembre 2007
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buono
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Un bel film.
Schlesinger vorrebbe dire la sua su argomenti assolutamente discutibili, ma convince molto di più quando abbandona certi temi e prende la strada della suspence.
Ne esce quindi un film più che valido, con un Hoffman bravo ma non troppo e un Olivier veramente colossale, specie nella indimenticabile scena della tortura, che ogni cinefilo che si rispetti e tutti gli appassionati di thriller ricordano.
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taras bulba
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mercoledì 22 agosto 2007
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a metà tra dramma e thriller
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Un fil a metà tra un dramma e un thriller.
Ambientato nell'affascinante new york degli anni '70, Dustin Hoffman in gran forma.
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