dandy
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domenica 21 marzo 2021
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premonizioni tra le calle.
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Dal racconto di Daphne Du Maurier,un suggestivo dramma familiare sull'impossibilità di far fronte alla perdita di un figlio,con echi da thriller e accenni horror che può contare su un'ottima ambientazione nostrana,in una Venezia sinistra e plumbea.In certi punti Roeg sembra omaggiare lo stile sperimentale dei suoi film precedenti,in altri anticipa quello di Avati,specie per l'ambiguità dei personaggi di contorno.Il twist finale può sconcertare sia in positivo che in negativo,ma lo stile in generale,sinuoso e vagamente lugubre,funziona decisamente.E Sutherland e la Christie sono bravissimi.Poco incisivo Trieste nel ruolo del portiere ciaciarone.Scarpa,nei panni dell'ispettore,recitò in inglese senza sapere cosa stesse dcendo.
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Dal racconto di Daphne Du Maurier,un suggestivo dramma familiare sull'impossibilità di far fronte alla perdita di un figlio,con echi da thriller e accenni horror che può contare su un'ottima ambientazione nostrana,in una Venezia sinistra e plumbea.In certi punti Roeg sembra omaggiare lo stile sperimentale dei suoi film precedenti,in altri anticipa quello di Avati,specie per l'ambiguità dei personaggi di contorno.Il twist finale può sconcertare sia in positivo che in negativo,ma lo stile in generale,sinuoso e vagamente lugubre,funziona decisamente.E Sutherland e la Christie sono bravissimi.Poco incisivo Trieste nel ruolo del portiere ciaciarone.Scarpa,nei panni dell'ispettore,recitò in inglese senza sapere cosa stesse dcendo.Non poche difficoltà per le riprese a Veneza:nella scena dell'impalcatura Sutherland(che fece a meno della controfigura per i timori di quest'ultima)rischiò non poco.Non molto apprezzato all'uscita,e sforbiciato nella sequenza di sesso tra John e Laura(improvvisata dal regista),ha acquistato nel tempo una mertata fama di culto,ed è tra i migliori film del regista.Musiche di Pino Donaggio,al suo debutto come compositore per film.
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onufrio
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venerdì 8 febbraio 2019
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morte a venezia
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Dal ritmo volutamente lento e spezzettato, quasi a lasciare eternamente in sospeso lo spettatore, con una trama che va avanti a singhiozzi e che si prende delle lunghe pause attraverso scene poco utili al fine della concreta storia, il film riesce a sciogliere la matassa con un finale risolutivo e chiarificatore che spiega il perchè di alcune scene e di alcune "visioni" dei personaggi. Musica e fotografia di alto livello; attori principali non del tutto convincenti.
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citizenkane
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domenica 11 marzo 2018
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rosso,poco profondo
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Non ho letto il racconto della Du Maurier, comunque, sembra che basti ambientare a Venezia una storia per ottenere un'atmosfera , di morte , mistero ,cupezza dissoluzione etc. La parapsicologia con la preveggenza la fanno da padrone,ma la storia è costruita in modo frammentario e poco sequenziale.La regia
è mediocre con una camera che insegue di fretta e sfuocatamente i soggetti, senza dare profondità e intensità alle scene.I personaggi bene interpretati da due assi della recitazione cinematografica,gli altri emanano suggestioni da messa nera e costante presenza del maligno. La preveggenza di Sutherland è altalenante?ha lo shining oppure no?L'onnipresente colore rosso nei dettagli rimanda all'onnipresenza della bambina morta?Il film oscilla tra il thrilling horror e il dramma della crisi di coppia.
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Non ho letto il racconto della Du Maurier, comunque, sembra che basti ambientare a Venezia una storia per ottenere un'atmosfera , di morte , mistero ,cupezza dissoluzione etc. La parapsicologia con la preveggenza la fanno da padrone,ma la storia è costruita in modo frammentario e poco sequenziale.La regia
è mediocre con una camera che insegue di fretta e sfuocatamente i soggetti, senza dare profondità e intensità alle scene.I personaggi bene interpretati da due assi della recitazione cinematografica,gli altri emanano suggestioni da messa nera e costante presenza del maligno. La preveggenza di Sutherland è altalenante?ha lo shining oppure no?L'onnipresente colore rosso nei dettagli rimanda all'onnipresenza della bambina morta?Il film oscilla tra il thrilling horror e il dramma della crisi di coppia.A un certo punto si pensa quasi che l'assassino sia il reverendo (gelido Massimo Serato).Finale degno di Stephen King(il peggiore).Discreta colonna sonora.Molto datato.
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m.d.c
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sabato 19 settembre 2015
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visioni e angosce in un film di culto
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Ipnotico, raggelante, saturo di visioni che deflagrano in un montaggio impressionista, A Venzia un dicembre rosso...(anche qui, per carità di patria, meglio tacere sul titolo) è un'altro di quei titoli catapultati dagli anni settanta che spingono sull'acceleratore del disagio emotivo, obbligando lo spettatore all'adesione incondizionata o al rifiuto. Storia gotica e nerissima, ambientata in una tenebrosa Venezia, il film del visionario Roeg(come molti registi della sua specie relegato troppo presto ai margini dall'industria cinematografica) coniuga eccessi estetici all'intensità quasi paranoica delle interpretazioni, collocandosi di diritto fra i titoli imperdibili del genere orrorifico-disturbante.
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Ipnotico, raggelante, saturo di visioni che deflagrano in un montaggio impressionista, A Venzia un dicembre rosso...(anche qui, per carità di patria, meglio tacere sul titolo) è un'altro di quei titoli catapultati dagli anni settanta che spingono sull'acceleratore del disagio emotivo, obbligando lo spettatore all'adesione incondizionata o al rifiuto. Storia gotica e nerissima, ambientata in una tenebrosa Venezia, il film del visionario Roeg(come molti registi della sua specie relegato troppo presto ai margini dall'industria cinematografica) coniuga eccessi estetici all'intensità quasi paranoica delle interpretazioni, collocandosi di diritto fra i titoli imperdibili del genere orrorifico-disturbante. Anche in questo caso, come per altri cult, il mostruso sembra celarsi tutto all'interno della coppia Sutherland/Christie in Italia per un impegno lavorativo ma, soprattutto, nel tentativo parossistico di dimenticare la morte della figlioletta in un incidente. Ed è proprio la visione della figlia che continua a materializzarsi,anche per l'intervento della medium di turno, a spingere la coppia rosa da un insanabile rimorso verso un annunciato, ma non meno soprendente, disfacimento. Se la trama sembra ricorrere a degli stereotipi del genere, è la resa visiva, satura di allusioni paranoiche e soluzioni vertiginose, a trasferire sullo schermo un disagio virulento, imprimendo nello sguardo e nella pelle dello spettore un'inquitudine che deflagra nel sorprendete epilogo. Se l'effetto onirico del film oggi sembra riproducibile e alla portata di altri autori accostati al genere(Vinding Refn ad esempio) sembra meno praticabile l'adesione interpretativa dei due protagonisti, il loro condurci nelle sabbie mobili dell'inconscio(che la mano registica materializza con sapienza) fino ad un punto di non ritorno, quell'angolo tormetoso dell'esistenza dove gli affetti si dissolvono in un nulla angoscioso. Matteo De Chiara
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il befe
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sabato 7 marzo 2015
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capolavoro
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rebecca
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sabato 27 dicembre 2008
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non capisco
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Francamente non capisco il tono polemico di Josko brughiera. Nessuno sta facendo sfoggio di quel che sa, stiamo parlando di cosa pensiamo del film. Nicholas Roeg in questo insuperato, anche datato, film sovrannaturale ha tentato il più possibile di esser fedele al racconto di Daphne Du Maurier, l'ultimo capostipite del romanzo gotico del secolo scorso. E ci è riuscito, soprattutto è riuscito a fare di Venezia un'ambientazione ideale per delle storie che tradizionalmente si vogliono ambientare in paesi nordici, tra nebbie e castelli inglesi o scozzesi.
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maurizio
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venerdì 23 maggio 2008
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venezia, la morte e tu
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Importante film degli anni 70, in cui in una storia a velate tinte gialle si mescolano elementi parapsicologici e psicologici dentro una venezia di decadente atmosfera, completamente imbevuta di mistero e morte; decisamente bravi gli interpreti, un Sutherland inquieto e stralunato, una Christie bellissima e signorile ma sopratutto una Venezia cupa, angosciante, romantica e gotica, immersa in belle musiche e fotografie.
E' impossibile non restare turbati da questo film dal titolo così lungo e poco attraente oltre che da un finale assolutamente incomprensibile, ma da un film in cui le visioni oniriche e soprannaturale si mescolano continuamente, ci si può anche attendere di non capire...
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franco manontroppo
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martedì 22 aprile 2008
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morte a venezia
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In effetti il film appare oggi piuttosto datato e fa perno sul cocktail parapsicologia/drammone familiare con una spruzzata di sesso così in voga in quel periodo.
Gli attori sono bravi come al solito e l'ambientazione Veneziana assolutamente affascinante ma la storia zoppica in più parti. Diversi aspetti della trama e dei personaggi non sono approfonditi e lasciano un'impressione di superficialità.
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wurdalak
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lunedì 30 agosto 2004
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sotto la fotografia niente.
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La prima parola che mi viene in mente per definire sto film è soporifero. Non ho letto il romanzo da cui è stato tratto, ma sono sicuro che questa riduzione cinematografica no gli ha reso sicuramente un buon servizio. La regia di Nicholas Roeg si trascina stancamente senza riuscire ad imprimere ritmo e nerbo alla storia. I protagonisti Donald sutherland e Julie Christie, che hanno dato meravigliose prove di recitazione in altri films, risultano spenti e opachi. L'unica cosa che riesce a suscitare una certa suggestione e la stupenda ambientazione veneziana e la fotografia (che non ricordo di chi è). IIn conclusione, un film che nonostante l'ambientazione italiana e l'uso di caratteristi del nostro cinema conserva tutti i difetti del cinema horror/thrilling bitannico.
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La prima parola che mi viene in mente per definire sto film è soporifero. Non ho letto il romanzo da cui è stato tratto, ma sono sicuro che questa riduzione cinematografica no gli ha reso sicuramente un buon servizio. La regia di Nicholas Roeg si trascina stancamente senza riuscire ad imprimere ritmo e nerbo alla storia. I protagonisti Donald sutherland e Julie Christie, che hanno dato meravigliose prove di recitazione in altri films, risultano spenti e opachi. L'unica cosa che riesce a suscitare una certa suggestione e la stupenda ambientazione veneziana e la fotografia (che non ricordo di chi è). IIn conclusione, un film che nonostante l'ambientazione italiana e l'uso di caratteristi del nostro cinema conserva tutti i difetti del cinema horror/thrilling bitannico. Da evitare.
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josko brughiera
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lunedì 17 giugno 2002
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il titolo del racconto
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Il film è tratto dal racconto "Don't look now" in italiano "Non guardare adesso". Non dopo mezzanotte è il titolo di un altro racconto fra l'altro abientato in Grecia... tanto ne sapete di cinema quanto poco di letteratura!!!
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