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dario fireman
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giovedì 30 gennaio 2014
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quando la tolleranza evita spreco di vite
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Jeremiah Johnson sfida le montagne, avventurandosi nelle gelide terre del nord in zone ostili. Si crea una certa fama tra gli indigeni e nasce una tacita convivenza con gli indiani del posto, visti per la prima volta non più come nemici, ma come autoctoni da rispettare. Jeremiah sposa una squaw (senza volerlo realmente) e poco alla volta si affeziona, costruendo casa insieme ad un trovatello, sempre muto, che porterà con sè. Il finale è molto triste e macabro, ma probabilmente rappresenta realtà di quei tempi. Perchè la cattiveria degli indiani è sempre dovuta alla difesa del territorio e delle proprie famiglie, nonchè delle tradizioni...non ha scopi tirannici o di conquista come lo fu per i bianchi americani.
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Jeremiah Johnson sfida le montagne, avventurandosi nelle gelide terre del nord in zone ostili. Si crea una certa fama tra gli indigeni e nasce una tacita convivenza con gli indiani del posto, visti per la prima volta non più come nemici, ma come autoctoni da rispettare. Jeremiah sposa una squaw (senza volerlo realmente) e poco alla volta si affeziona, costruendo casa insieme ad un trovatello, sempre muto, che porterà con sè. Il finale è molto triste e macabro, ma probabilmente rappresenta realtà di quei tempi. Perchè la cattiveria degli indiani è sempre dovuta alla difesa del territorio e delle proprie famiglie, nonchè delle tradizioni...non ha scopi tirannici o di conquista come lo fu per i bianchi americani. Ottimo Robert Redford in un ruolo non semplice, in quanto l'intera pellicola ruota intorno al suo personaggio senza mezze misure.
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paolo vigliardi
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domenica 29 dicembre 2013
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ottimo
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bel film ma cosa aspettano per farlo in dvd?
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alessandro rega
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mercoledì 26 giugno 2013
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maledetto corvo rosso non avrai mai il mio scalpo
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Questo film del 1972, diretto da Sydney Pollack, è di genere western, però, esso è unico e inimitabile perché difficilmente si lavora a progetti di questo tipo e, quando lo si fa, si fallisce molto facilmente perché ci si perde e si cade nella banalità.
Questo film invece è tutt’altro che banale!
La vera forza di questa pellicola, a parer mio, è proprio nella sua unicità e originalità.
Un possibile grande problema poteva essere di non riuscire a fronteggiare una cosa di questo tipo ma Sydney Pollack ci è riuscito alla grande.
La trama è tutta incentrata su Jeremiah Johnson che va a caccia nelle montagne a nord degli U.
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Questo film del 1972, diretto da Sydney Pollack, è di genere western, però, esso è unico e inimitabile perché difficilmente si lavora a progetti di questo tipo e, quando lo si fa, si fallisce molto facilmente perché ci si perde e si cade nella banalità.
Questo film invece è tutt’altro che banale!
La vera forza di questa pellicola, a parer mio, è proprio nella sua unicità e originalità.
Un possibile grande problema poteva essere di non riuscire a fronteggiare una cosa di questo tipo ma Sydney Pollack ci è riuscito alla grande.
La trama è tutta incentrata su Jeremiah Johnson che va a caccia nelle montagne a nord degli U.S.A, il suo personaggio è molto importante, anzi oserei dire vitale per questo film.
Erano pochissimi quelli che osavano sfidare le montagne, lì non si incontrava mai due volte la stessa persona.
Almeno era così la stragrande maggioranza delle volte. Ma poi arrivò questo Jeremiah Johnson che osa tutto e riesce nell’intento.
Nelle montagne le probabilità di morte erano altissime soprattutto perché vi erano gli indiani selvaggi con cui fare ii conti. Jeremiah Johnson (che poi è un personaggio ispirato al militare John Johnson detto Mangiafegato) si crea una grande nomea tra gli indigeni perché riesce sempre a ucciderli dopo che loro gli avevano sterminato brutalmente la piccola famiglia che si era costruito. Sicuramente è molto interessante il rapporto tra gli indiani e i bianchi, i primi restano sempre i nemici però vengono presentati in modo diverso…sullo stesso piano dei bianchi, diversamente da come ci faceva credere John Ford nelle sue pellicole.
Questo film è rivoluzionario in tutti i sensi, è un film western ma per tutto il tempo i paesaggi, seppure siano sconfinati come di consueto, li troviamo innevati e il clima è sempre rigido.
Penso che questo film rappresenti in modo incantevole quella che era la vita dei trapper, sotto questo punto di vista credo che sia perfetto.
Una cosa che mi ha colpito molto è che non è come gli altri film…non cerca la bellezza estetica nelle immagini, nelle inquadrature o nei costumi…è bello per come è. Per esempio, i vestiti dei personaggi sono molto brutti e l’indiana, che nella storia è sposata con Jeremiah Johnson, non è una bella donna, al contrario, questo film colpisce per la sua “sfacciataggine” nel mostrare anche il ripugnante (a molti non piace la vita di artiglio d’orso interpretato da Will Geer e i suoi modi).
Perfino i paesaggi, anche se sono stupefacenti, non sono cercati per puro caso ma solo a scopo di enfatizzare alcuni aspetti.
Il personaggio di Jeremiah Johnson (interpretato da Robert Redford) è straordinario e memorabile come lo è questa pellicola che rientra sicuramente tra le indimenticabili.
Molti possono pensare che il fatto che durante il film rivediamo due volte gli stessi personaggi è male, ma io penso che Jeremiah Johnson abbia avuto ragione a dire
” le montagne rocciose sono il centro del mondo”.
La rivalità tra Jeremiah e i corvi rossi è accesa ma lui è molto più duro e non morirà mai…è un personaggio che rimarrà nella storia.
Ed ecco perché il corvo rosso non otterrà mai il suo scalpo.
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starbuck
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venerdì 22 giugno 2012
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immensi paesaggi, solitudini ed un grande silenzio
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La storia di Jeremiah Johnson è una delle tante leggende ispirate dalla conquista della frontiera americana. Con un materiale di partenza simile sono molte le interpretazioni cinematografiche possibili. Se però ad interessarsene è Sidney Pollack, difficile non aspettarsi qualcosa di speciale. Infatti il risultato è il bellissimo "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo". Sono essenzialmente due a mio parere gli elementi che lo rendono un capolavoro: l'atmosfera nel quale si svolge e la bravura di Robert Redford che nelle mani amiche di Sidney Pollack, come ben sappiamo, è in grado di dare il meglio di se. Certo sarebbe davvero difficile immaginare il bel Robert che si nutre del fegato dei suoi nemici come si dice facesse Jeremiah Johnson il "cacciatore di Corvi".
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La storia di Jeremiah Johnson è una delle tante leggende ispirate dalla conquista della frontiera americana. Con un materiale di partenza simile sono molte le interpretazioni cinematografiche possibili. Se però ad interessarsene è Sidney Pollack, difficile non aspettarsi qualcosa di speciale. Infatti il risultato è il bellissimo "Corvo Rosso non avrai il mio scalpo". Sono essenzialmente due a mio parere gli elementi che lo rendono un capolavoro: l'atmosfera nel quale si svolge e la bravura di Robert Redford che nelle mani amiche di Sidney Pollack, come ben sappiamo, è in grado di dare il meglio di se. Certo sarebbe davvero difficile immaginare il bel Robert che si nutre del fegato dei suoi nemici come si dice facesse Jeremiah Johnson il "cacciatore di Corvi". Difatti ciò non avviene, tutt'altro: Pollack ha immaginato un Jeremiah Johnson come dire... Più raffinato, che calza perfettamente a Redford, puntando tutto sulla volontà di emancipazione del nostro eroe dalla società moderna che ripudia e del suo tentativo di integrarsi in un altro mondo abitato da altre culture. sarà un percorso durissimo, nel quale il protagonista sarà inizialmente costretto a fare i conti con le contraddizioni generate dalla sua presenza fuori posto in quel mondo ostile e selvaggio, tanto che l'opportunità di crearsi una famiglia sfumerà tragicamente nello sterminio di quest'ultima a causa di un sacrilegio da lui compiuto verso la tribù dei Corvi nel tentativo di portare soccorso ad una carovana di coloni. Seguirà l'inevitabile cruento scontro con i nativi, con i quali si batterà senza tregua sino all'epilogo. La scena finale, che ci mette nelle condizioni di comprendere il senso dell'intera storia, è forse la più bella del film: Corvo Rosso e Jeremiah Johnson si fronteggiano dalle opposte sponde di un torrente. Il capo dei Corvi, fiero sul suo cavallo, alza la mano in segno di saluto, l'ormai consumato ed irsuto cacciatore, con il suo copricapo ricavato dalla testa di in animale, già pronto all'ennesimo scontro, risponde felice e quasi incredulo a quell'inaspettato e definitivo segno di riconoscimento ed accettazione. Ora, finalmente, lui e quei territori sono una cosa sola. Un film di immensi paesaggi, solitutdini ed un grande silenzio. Sono questi in fondo i veri protagonesti di quest'opera.
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marv89
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mercoledì 26 maggio 2010
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jeremiah johnson si è preso il mio scalpo
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Un film poco conosciuto di una bellezza unica, un capolavoro del genere che ha cambiato il modo di fare western, una lezione di regia del mago Pollack che ha influenzato molti capolavori successivi tra i quali cito: balla coi lupi. La pellicola vede la luce nel 1972 e narra le vicende del trapper Jeremiah Johnson, interpretato da un magnifico Robert Redford, personaggio ispirato totalmente sulla figura di Mangiafegato Johnson leggendario trapper il cui soprannome è dovuto alla sua usanza di nutrirsi del fegato dei guerrieri corvi da lui uccisi. E' il western che ha inaugurato il genere revisionista, nel quale si inserisce la figura dell'indigeno amerindo proprietario legittimo del luogo di caccia dei trapper e che viene delineato come una figura poco propensa alla civilizzazione e razzista verso il bianco, infatti per tutto il film siamo davanti ad una vera e propria lotta tra bianco e nero che distruggerà i due contendenti a tal punto da rendere percorribile la sola via della tolleranza.
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Un film poco conosciuto di una bellezza unica, un capolavoro del genere che ha cambiato il modo di fare western, una lezione di regia del mago Pollack che ha influenzato molti capolavori successivi tra i quali cito: balla coi lupi. La pellicola vede la luce nel 1972 e narra le vicende del trapper Jeremiah Johnson, interpretato da un magnifico Robert Redford, personaggio ispirato totalmente sulla figura di Mangiafegato Johnson leggendario trapper il cui soprannome è dovuto alla sua usanza di nutrirsi del fegato dei guerrieri corvi da lui uccisi. E' il western che ha inaugurato il genere revisionista, nel quale si inserisce la figura dell'indigeno amerindo proprietario legittimo del luogo di caccia dei trapper e che viene delineato come una figura poco propensa alla civilizzazione e razzista verso il bianco, infatti per tutto il film siamo davanti ad una vera e propria lotta tra bianco e nero che distruggerà i due contendenti a tal punto da rendere percorribile la sola via della tolleranza...bellissima la scena finale con i due nemici a un centinaio di metri di distanza l'uno dall'altro, con Jerimiah pronto a sparare e con "Mano che segna rosso" che alza il braccio in segno di pace, ricambiato poi dal protagonista. Il film è un mix di emozioni e avventura...un viaggio affascinante nel territorio montuoso del west che pollack ritaglia con la sua camera in modo eccellente, i paesaggi sembrano epici di una bellezza unica, un incontaminato sublime che rende il film ancor più delicato e grandioso...immenso Redford sempre nella parte, fa un grande effetto vederlo con la barba cacciare tra i boschi del west e innamorarsi di una rossa, il tutto con una naturalità disarmante, sembra quasi che non reciti, grandioso. Ragazzi guardatelo, ne vale veramente la pena....non smetterete di canticchiare la ballata per un bel po.
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markus
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giovedì 21 maggio 2009
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film capolavoro
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Basta guardarlo per volerlo rivedere un'altra volta .......!!
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markus
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giovedì 21 maggio 2009
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western capolavoro
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Se dovessi dire quali sono i 3 migliori film western di sempre,questo film troverebbe la sua collocazione sicuramente.
Personalmente gli altri per me sono C'era una volta il West e balla con i lupi
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markus
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giovedì 21 maggio 2009
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semplicemente fantastico
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Film bellissimo,come la sequenza finale del saluto tra due uomini che convivono in un ambiente ostile,ma affascinante ed unico. Seppur su 2 fronti diversi ,c'è un filo conduttore che li riunisce ed il saluto finale è il reciproco riconoscimento.
Semplicemente fantastico !
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markus
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giovedì 21 maggio 2009
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film splendido
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L'ho visto e rivisto questo bellissimo film. C'è tutto. la natura,la libertà,la lotta per sopravvivere in un mondo ostile ,ma bellissimo,libero,selvaggio,magnifico.
Il protagonista Jeremiah e l'Indiano,fiero e coraggioso padrone assoluto dell'ambiente e conoscitore di ogni minimo dettaglio della natura. Le due facce della medesima medaglia
E quando mai si riuscirà a rifare un film così bello,senza effetti speciali e computerizzazioni,ma solo con la bellezza della natura circostante che riunisce in un silenzioso e fantastico contesto tutte le sequenze. Attendo il DVD,magari in Blue Ray
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massimorocca
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domenica 5 aprile 2009
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uno dei miei pochi films preferiti
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questo film l'ho scoperto da poco tempo.
la prima volta l'ho rivisto 3 volte di seguito, e non mi stanco di rivederlo ancora.
bellissima la storia,l'ambientazione e la fotografia.
una poesia in pellicola.
peccato che non si trova in dvd.
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