Storia che si inserisce nella Roma dei primi del '900, quando giravano solo i calessi, si sentiva il dolce rumore delle fontane, ed i conti per gli uomini d'onore tornavano con le coltellate, o le selciate, a seconda delle regole (non scritte di certo)e delle preferenze. Er più è Nino, interpretato da un Celentano in gran forma, che si sforza a parlar romanesco e nonostante non gli risulti facile riesce stranamente a farsi guardare (parola di romano di 3 generazioni). Augusto Di Lorenzo fa la corte a Rosa, la donna di Nino. Tra i due contendenti vi sono altre ruggini legate al passato, ed Augusto, che non ci sta all'ennesima umiliazione, accoltella vigliaccamente Nino. Commedia gustosa e sempre piacevole da rivedere, con esito a sorpresa (non capisco perché certe recensioni devono "spifferare" come finisce...). Il regista è accorto nel far respirare quella romanità che non c'è più da decenni, se non nelle foto ed in qualche piccolo e caratteristico locale di trastevere, come un cimelio. Bravo Maurizio Arena (doppiato dall'insostituito Amendola), come pure Claudia Mori e Fiorenzo Fiorentini.
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