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elgatoloco
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venerdì 8 settembre 2017
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gradevole, non sciocco, nada de màs
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Pasquale Festa Campanile, scrittore e regista, non era certo al suo primo film, con questo"Con quale amore, con quanto amore"(1970). Commedia di indubbia origine teatrale(almeno si può indurre fosse stata concepita così), con interpreti come Catherine Spaak, con cui Festa Campanile aveva già realizzato"La matriarca", con l'"inquieto" quanto espressivo Lou Castel, con Claude Rich e Erika Blanc, dunque interpreti di qualità, il film sull'amore e sul doppio tradimento(la moglie con l'amico e collaboratore del marito architetto e poi la moglie con l'ormai ex-marito), risulta per nulla volgare, compless ivamente poco significativo, essendo decisamente un tema abusato anche in quegli anni(Festa Campanile si adattva allo spirito del tempo, che allora era il passaggio tra fine anni Sessanta e inizio Settanta), dove l'autore-regista propone dialoghi"moderni"(all'epoca), battute, alcune delle quali anche intelligenti, una conversazione di ambiente alto-borghese(successivamente cambia registro, film con Pozzetto etc.
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Pasquale Festa Campanile, scrittore e regista, non era certo al suo primo film, con questo"Con quale amore, con quanto amore"(1970). Commedia di indubbia origine teatrale(almeno si può indurre fosse stata concepita così), con interpreti come Catherine Spaak, con cui Festa Campanile aveva già realizzato"La matriarca", con l'"inquieto" quanto espressivo Lou Castel, con Claude Rich e Erika Blanc, dunque interpreti di qualità, il film sull'amore e sul doppio tradimento(la moglie con l'amico e collaboratore del marito architetto e poi la moglie con l'ormai ex-marito), risulta per nulla volgare, compless ivamente poco significativo, essendo decisamente un tema abusato anche in quegli anni(Festa Campanile si adattva allo spirito del tempo, che allora era il passaggio tra fine anni Sessanta e inizio Settanta), dove l'autore-regista propone dialoghi"moderni"(all'epoca), battute, alcune delle quali anche intelligenti, una conversazione di ambiente alto-borghese(successivamente cambia registro, film con Pozzetto etc.), il tutto in interni (quasi sempre), una certa solida tradizione, ormai accumulata(anche se era giovane aveva già realizzato vari film), dove questo, a differenza delle pellicole decisamente "comiche", ha comunque un co^té"serio", anche drammatico, dove il vero tema sono i sentimenti, con l'amore e le sue varie declinazioni comunque al centro. Visto oggi, non "dà"moltissimo, ma rimane un film comunque ben realizzato(forse da mettere in discussione l'abuso di musiche, id est canzoni dell'epoca, ma era un"errore condiviso", molto diffuso, in specie-ma non solo-nel cinema italiano), con interpreti comunque all'altezza, il che oggi non avviene sempre... Film"di un certo livello", anche se siamo decisamente lontani dai"livelli alti"del cinema italiano(e ovviamente non solo italiano) del tempo. Siamo in un'aurea mediocritas, volendo, dove però , forse, l'aggettivo scavalca il sostantivo, una volta tanto... El Gato
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