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domenica 26 aprile 2020
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haydée, qua non sei una collezionista...
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Infatti, qua il ruolo che Haydée Politoff ricopre è molto distante da quello di protagonista assoluta nel film di Eric Rohmer "La Collezionista". Qua in un certo senso deve districarsi tra altri due "esemplari di fauna umana". Il film è molto e forse troppo ambizioso. Strizza l'occhio al cinema intimista di Antonioni, cerca di stupire lo spettatore con dialoghi cinici e verbosi troppo artefatti. Bisogna riconoscere che all'epoca faceva molto "in" esibirsi in frasi fatte e soprattutto lasciarsi andare ad esprimere concetti che erano di moda e intesi come moderni e rivoluzionari, ma qua si esagera. La storia stessa poggia su quattro fiammiferi che possono spezzarsi in qualsiasi momento.
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Infatti, qua il ruolo che Haydée Politoff ricopre è molto distante da quello di protagonista assoluta nel film di Eric Rohmer "La Collezionista". Qua in un certo senso deve districarsi tra altri due "esemplari di fauna umana". Il film è molto e forse troppo ambizioso. Strizza l'occhio al cinema intimista di Antonioni, cerca di stupire lo spettatore con dialoghi cinici e verbosi troppo artefatti. Bisogna riconoscere che all'epoca faceva molto "in" esibirsi in frasi fatte e soprattutto lasciarsi andare ad esprimere concetti che erano di moda e intesi come moderni e rivoluzionari, ma qua si esagera. La storia stessa poggia su quattro fiammiferi che possono spezzarsi in qualsiasi momento. Gli attori c'erano eccome, Umberto Orsini e Corrado Pani, con Beba Loncar e le altre due donne intente a farsi la guerra. Una location da favola, il servizio fotografico per la rivista di moda e poi, prima di rientrare, manca la benzina! Il fotografo va a recuperarla al porto e intanto il fantomatico e attraente Marco arriva a sconvolgere le tre donne e lo spettatore! No, la sceneggiatura arranca e non convince, neppure il finale con colpo di scena e la drammatica sequenza di Haydée lasciano senza parole. Un'occasione mandata in fumo, c'era anche la presunzione di stupire e abbinare il titolo a un segno di interpunzione strano e pure in disuso. Biagetti doveva volare un po' più basso, con dialoghi più leggeri e un finale più concreto. Riconosco che è un po' cinico da dire, ma forse la cosa migliore di questo film ambizioso e deludente rimane l'ottima attrezzatura fotografica utilizzata da Fabrizio, una Zenza Bronica 6x6 e una reflex Canon Pellix. - di "Joss" -
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domenica 26 aprile 2020
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Infatti, qua il ruolo che Haydée Politoff ricopre è molto distante da quello di protagonista assoluta nel film di Eric Rohmer "La Collezionista". Qua in un certo senso deve districarsi tra altri due "esemplari di fauna umana". Il film è molto e forse troppo ambizioso. Strizza l'occhio al cinema intimista di Antonioni, cerca di stupire lo spettatore con dialoghi cinici e verbosi troppo artefatti. Bisogna riconoscere che all'epoca faceva molto "in" esibirsi in frasi fatte e soprattutto lasciarsi andare ad esprimere concetti che erano di moda e intesi come moderni e rivoluzionari, ma qua si esagera. La storia stessa poggia su quattro fiammiferi che possono spezzarsi in qualsiasi momento. Gli attori c'erano eccome, Umberto Orsini e Corrado Pani, con Beba Loncar e le altre due donne intente a farsi la guerra. Una location da favola, il servizio fotografico per la rivista di moda e poi, prima di rientrare, manca la benzina! Il fotografo va a recuperarla al porto e intanto il fantomatico e attraente Marco arriva a sconvolgere le tre donne e lo spettatore! No, la sceneggiatura arranca e non convince, neppure il finale con colpo di scena e la drammatica sequenza di Haydée lasciano senza parole. Un'occasione mandata in fumo, c'era anche la presunzione di stupire e abbinare il titolo a un segno di interpunzione strano e pure in disuso. Biagetti doveva volare un po' più basso, con dialoghi più leggeri e un finale più concreto. Riconosco che è un po' cinico da dire, ma forse la cosa migliore di questo film ambizioso e deludente rimane l'ottima attrezzatura fotografica utilizzata da Fabrizio, una Zenza Bronica 6x6 e una reflex Canon Pellix. - di "Joss" -
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Infatti, qua il ruolo che Haydée Politoff ricopre è molto distante da quello di protagonista assoluta nel film di Eric Rohmer "La Collezionista". Qua in un certo senso deve districarsi tra altri due "esemplari di fauna umana". Il film è molto e forse troppo ambizioso. Strizza l'occhio al cinema intimista di Antonioni, cerca di stupire lo spettatore con dialoghi cinici e verbosi troppo artefatti. Bisogna riconoscere che all'epoca faceva molto "in" esibirsi in frasi fatte e soprattutto lasciarsi andare ad esprimere concetti che erano di moda e intesi come moderni e rivoluzionari, ma qua si esagera. La storia stessa poggia su quattro fiammiferi che possono spezzarsi in qualsiasi momento. Gli attori c'erano eccome, Umberto Orsini e Corrado Pani, con Beba Loncar e le altre due donne intente a farsi la guerra. Una location da favola, il servizio fotografico per la rivista di moda e poi, prima di rientrare, manca la benzina! Il fotografo va a recuperarla al porto e intanto il fantomatico e attraente Marco arriva a sconvolgere le tre donne e lo spettatore! No, la sceneggiatura arranca e non convince, neppure il finale con colpo di scena e la drammatica sequenza di Haydée lasciano senza parole. Un'occasione mandata in fumo, c'era anche la presunzione di stupire e abbinare il titolo a un segno di interpunzione strano e pure in disuso. Biagetti doveva volare un po' più basso, con dialoghi più leggeri e un finale più concreto. Riconosco che è un po' cinico da dire, ma forse la cosa migliore di questo film ambizioso e deludente rimane l'ottima attrezzatura fotografica utilizzata da Fabrizio, una Zenza Bronica 6x6 e una reflex Canon Pellix. - di "Joss" -
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elgatoloco
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venerdì 17 aprile 2020
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enigmatico
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"Interrabang"(1989, Giuliano Biagetti, anche autore del soggetto; sceneggiautra di Luciano Lucignani e Giorgio Mariuzzo, )è un tipico film del periodo fine anni 1969-inizio 1970, ossia di"flower power"e dunque di"free love"totale. , con il servizio fotografico in barca e in spiaggia(meglio sullo scoglio) dove un fotografa di moda fotografa una modella, amoreggiando con la stessa, poi con la moglie e la cognata, dove poi si scopre un cadavere(un agente di polizia), mentre sono evasi tre uomini ; arriva un uomo misterioso, poeta -amoroso un po'di tutte, ma con un proposito preciso(sarà lui uno degli evasi?Non si saprà mai, anche se la cosa risulta"possibile"più che"probabile"), dopo di che tutto avviene o meglio sembra che avvenga.
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"Interrabang"(1989, Giuliano Biagetti, anche autore del soggetto; sceneggiautra di Luciano Lucignani e Giorgio Mariuzzo, )è un tipico film del periodo fine anni 1969-inizio 1970, ossia di"flower power"e dunque di"free love"totale. , con il servizio fotografico in barca e in spiaggia(meglio sullo scoglio) dove un fotografa di moda fotografa una modella, amoreggiando con la stessa, poi con la moglie e la cognata, dove poi si scopre un cadavere(un agente di polizia), mentre sono evasi tre uomini ; arriva un uomo misterioso, poeta -amoroso un po'di tutte, ma con un proposito preciso(sarà lui uno degli evasi?Non si saprà mai, anche se la cosa risulta"possibile"più che"probabile"), dopo di che tutto avviene o meglio sembra che avvenga. Senza voler entrare in merito alla trama, perché così si svelerebbe "come va a finire", posso solo dire che il finale è volutamente enigmatico, irrisolto, dove l'inizio dei tittoli di coda è segnato da un grande punto di domanda, quasi a voler segnare un "ingresso"in una nuova narrazione filmica che, a quanto pare, poi non si è realizzata(il regista in seguito girerà solo film comici o erotici, tipo"Decameroticus"e via dicendo...)oppure a voler aprire un interrogativo agli spettatori, come dire"decidete voi quale sia il finale", "scegliete voi come siano avvenuti i fatti, alla fine del fiilm"etc, dove però rimane un problema non da poco. Assi fa(anni 1980, non ricordo l'anno preciso e come si chiamasse il film)era stato realizzato un film, tratto da Agatha Christie, nel quale il finale rimaneva"sperto"e spettava agli spettatori decidere quale fosse il finale"vero"o"giusto", con possibilità di un piccolo premio in caso di risposta esatta. Qui l'intenzione è comunque diversa, volendo lasciare aperte varie soluzioni com-possibili. Il tutto, in complesso, appare irrisolto, quasi una sorta di"jeu enigmatique", di quiz forse irrisolvibile, un"gioco di società"che si vuole intelligente, dove il tutto rientra ancora nello"spirito del tempo"(Zeitgeist, per dirla con Hegel, ma poi anche con tanti suoi emuli). Interpreti di prestigio quelli maschili, con i compianti grandi interpreti teatrali, Umberto Orsini(il fotografo)e Corrado Pani(l'uomo enigmatico, che in realtà nella seconda parte del film è molto più presente di quanto non lo sia il primo). Quanto invece alle attrici, molto belle e fortemente"erotiche"(anche se la cosa dipende dal gusto e"De gustibus non est disputandum", come si può evincere anche dallla kantiana"Crtica del giudziio", che invero si confronta con l'estetica nel senso classico e non con la bellezza dei copri umani) , ossia Beba Loncar(la moglie del fotografo), Haydée Politoff(la cognata)e Shoshana Cohern, la modella. Belle, si diceva, ma anche attrici decisamente bravine. Le msusiche di Berto Pisano, con tutto il rispetto per il compositore, che ha segnato periodi interi della musica e della musica da film in particolare, sono forse troppe , troppo"avvolgenti"le singole sequenze e spesso non troppo il linea con il clima di attesa-suspense, ma anche sempòlicemente di"pura sospensione" che il film vorrebbe comunque creare, dove ciò peraltro non toglie il fatto che di per sè si tratti di brani degnissimi.. Un'opera irrisolta, potrebbe concludersi, peraltro volutamente, potremmo dire. La fotrografia di Antonio Borghesi è decisamente eccelsa e"sostiene"alcune parti del film, che senza l'apporto puramente fotografico, risulterebbero"vuote", dove però forse vale lquanto detto sopra. El Gato
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