g_andrini
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domenica 29 giugno 2014
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piacevole.
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Sono passati 46 anni dalla sua produzione, ma la visione è ancora piacevole.
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michel
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mercoledì 12 dicembre 2007
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super vip lava più bianco
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Se a noi la pubblicità degli anni 60 può sembrare ingenua, tale non doveva apparire al cartoonist (e pubblicitario) B. Bozzetto, se già allora vedeva nel consumismo un Mostro pronto a divorare l’intera umanità. Il protagonista di questa parodia dei super eroi è una sorta di Woody Allen in cappa e calzamaglia, figlio volenteroso ma degenere di un’antica stirpe di eroi dai super poteri. Col suo stile svelto ed efficace che lo fa sembrare un lungo carosello, il film mordicchia senza lasciare il segno, ma diverte quanto basta. E qua e la lascia affiorare qualche bella soluzione grafica.
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david, genova
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domenica 30 settembre 2007
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un "debole" vince per la prima volta
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"Vip, mio fratello superuomo" mi ha insegnato una cosa molto importante della vita: l'aiuto reciproco. Supervip salva il fratello dove c'è bisogno di forza; Minivip aiuta suo fratello dove c'è bisogno di intelligenza. Bruno Bozzetto ha realizzato un bel cartone dove si vede chiaramente la differenza tra la fantasia e la realtà: Supervip salva suo fratello con la sua mega forza, mentre Minivip salva Supervip in caduta libera con Lisa con l'elicottero. Oppure: Supervip perde la testa per Lisa alla maniera dei cartoni animati americani, mentre l'incontro di Minivip con Nervustrella è abbastanza normale.
Mi piace complessivamente più Minivip che Supervip, perché Minivip è quello che si trova nelle situazioni più interessanti e divertenti; e sono contento che il suo autore lo abbia fatto trionfare alla fine del cartone.
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"Vip, mio fratello superuomo" mi ha insegnato una cosa molto importante della vita: l'aiuto reciproco. Supervip salva il fratello dove c'è bisogno di forza; Minivip aiuta suo fratello dove c'è bisogno di intelligenza. Bruno Bozzetto ha realizzato un bel cartone dove si vede chiaramente la differenza tra la fantasia e la realtà: Supervip salva suo fratello con la sua mega forza, mentre Minivip salva Supervip in caduta libera con Lisa con l'elicottero. Oppure: Supervip perde la testa per Lisa alla maniera dei cartoni animati americani, mentre l'incontro di Minivip con Nervustrella è abbastanza normale.
Mi piace complessivamente più Minivip che Supervip, perché Minivip è quello che si trova nelle situazioni più interessanti e divertenti; e sono contento che il suo autore lo abbia fatto trionfare alla fine del cartone. Per due ragioni: una è che la realtà alla fine vince sulla fantasia; l'altra è che anche i deboli possono trionfare (se hanno intelligenza e costanza possono riuscire).
Credo a tutt'oggi che questo sia in assoluto il primo cartone che in sè porti un insegnamento. Ed anche il primo cartone in cui il suo autore anticipi, forse inconsapevolmente, i temi dell'anti-globalizzazione.
Complimenti al signor Bozzetto.
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david, genova
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lunedì 10 settembre 2007
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un cartone di contrasti
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In questo film sento a pelle il personaggio Minivip. Da questo cartone ho imparato una cosa molto importante, che vorrei sintetizzare in un'unica frase: "Ognuno ha sempre bisogno di un altro". Supervip può salvare il fratello dal colonello muscoloso e arrogante, ma Minivip può salvare i tre che sono rinchiusi in una tripla cassaforte sfidando la sua paura utilizzando la sua intelligenza.
Bruno Bozzetto ha realizzato un cartone di contrasti abbastanza decisivi e molto reali. Innanzitutto nelle storie d'amore: Supervip, l'eroe muscoloso che perde la testa per Lisa, è a mostrare come il sesso femminile (e i baci) lo facciano uscire di testa e quindi lui abbia un lato debole -a dire poi che come si svolga la scena d'amore tra la cella e la spiaggia sia qualcosa di molto falso, legato alle favole - , mentre l'incontro tra Minivip e Nervustrella (immagine della tipica casalinga italiana non molto bella e con i capelli cotonati, degli anni '60) sembri abbastanza normale, senza quelle fantasie da supereroi (Minivip incontra l'amore e per un attimo si emoziona).
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In questo film sento a pelle il personaggio Minivip. Da questo cartone ho imparato una cosa molto importante, che vorrei sintetizzare in un'unica frase: "Ognuno ha sempre bisogno di un altro". Supervip può salvare il fratello dal colonello muscoloso e arrogante, ma Minivip può salvare i tre che sono rinchiusi in una tripla cassaforte sfidando la sua paura utilizzando la sua intelligenza.
Bruno Bozzetto ha realizzato un cartone di contrasti abbastanza decisivi e molto reali. Innanzitutto nelle storie d'amore: Supervip, l'eroe muscoloso che perde la testa per Lisa, è a mostrare come il sesso femminile (e i baci) lo facciano uscire di testa e quindi lui abbia un lato debole -a dire poi che come si svolga la scena d'amore tra la cella e la spiaggia sia qualcosa di molto falso, legato alle favole - , mentre l'incontro tra Minivip e Nervustrella (immagine della tipica casalinga italiana non molto bella e con i capelli cotonati, degli anni '60) sembri abbastanza normale, senza quelle fantasie da supereroi (Minivip incontra l'amore e per un attimo si emoziona).
Poi il finale che vede Minivip salvare il fratello incantato dal bacio di Lisa. E'anche ironica -e secondo me bella- la domanda che Lisa fa a Supervip: "Ma tu sei davvero un superuomo?". E qui potrei rispondere nei panni di Supervip: "No, purtroppo non lo sono. (E se fosse cosciente) Dobbiamo ringraziare Minivip, sennò saremmo in questo momento in pasto ai pesci". Quindi onore a Minivip che esce alla fine del cartone salvando suo fratello (e la ragazza) con un elicottero, a ricordare che la realtà vince sulla fantasia, e Nerbustrella a fargli i complimenti (la coppia che preferisco in questo cartone: Minivip e Nerbustrella). Quindi è Minivip a uscire vincitore dal film.
Poi "Vip, mio fratello superuomo" anticipa un tema caro a questi tempi: la globalizzazione. Happy Betty che vuole imporre il suo dominio commerciale a tutto il mondo. E lo sfruttamento. Migliaia di cinesi a lavorare come schiavi nella sua fabbrica segreta (non si è previsto forse quello che sta accadendo in Cina e nel sud-est asiatico, ad opera di tante e tante aziende occidentali?).
Quindi a parer mio è in anticipo sui tempi questa mini opera di Bruno Bozzetto, a cui vanno i miei più sinceri complimenti. Una bella risposta (quasi tutta italiana) al dominio dei cartoni americani, e dell'ideologia del consumo. Poi in un anno caldo, quello della contestazione: il '68.
Poi ad averlo capito dopo 13-14 anni da quando l'avevano trasmesso sulla vecchia TMC. A ricordarlo dopo tanto tempo e comprarlo. Davvero non so cosa dire...Complimenti.
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