Il serpente di fuoco

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Un film di Roger Corman. Con Peter Fonda, Dennis Hopper, Susan Strasberg, Bruce Dern, Salli Sachse Titolo originale The Trip. Drammatico, durata 85 min. - USA 1967.
   
   
   

La psichedelia nel cinema Valutazione 4 stelle su cinque

di emanuelemarchetto


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martedì 12 settembre 2017

Paul Groves, regista di pubblicità, assume la sua prima dose di LSD in un periodo in cui sta per divorziare dalla bella moglie adultera, Sally. In preda agli effetti della droga, comincia ad aggirarsi nei pressi del Sunset Strip, a West Hollywood, in locali notturni e nelle abitazioni di estranei e conoscenti, ragionando sui problemi esistenziali. Alla fine si sveglierà nel letto di una sconosciuta.
Corman, dopo I Selvaggi (1966), prosegue il suo discorso sulle nuove generazioni, ribelli e anti-sistema.
"Il film fu prodotto dalla American International Pictures e girato nel 1966 in California, nelle località di Big Sur, nel Bronson Canyon, sulla Leo Carrillo State Beach a Malibù, e in Arizona, nella località di Yuma con un budget stimato in 450.000 dollari. Il titolo di lavorazione fu A Lovely Sort of Death"(Wikipedia).
Il tema centrale è la psichedelia data dalle droghe, vista dal protagonista come un metodo per espandere la propria mente e la propria creatività; ma è anche un modo per evadere dalla realtà e dai propri problemi coniugali. Il regista affronta quindi i due modi principali per approcciarsi all'LSD, droga simbolo di una parte della generazione anni '60: può essere un percorso intimista (alla domanda "perchè hai deciso di prenderlo" Paul risponde "perché ci credo"), oppure un modo per evadere dalla crudele realtà. 
Corman ne è stato consumatore, così come Jack Nicholson, ed entrambi sembrano voler raccontare l'atto creativo, quel momento in cui la mente è ingabbiata dalle convenzioni e si cerca in tutti i modi di superare il razionale. Nel film questo confine è superato grazie alle droghe, prima con dei flash e delle sensazioni che rimangono sotto controllo, ma che poi degenerano sempre di più con l'avanzamento della narrazione. L'immaginario del regista (molte le sequenze che rimandano al ciclo di Poe) si mescola con l'attualità, creando un vortice variopinto di riflessioni sulla guerra e sulla società dei consumi, misto a immagini caleidoscopiche. 

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