brian77
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lunedì 5 maggio 2014
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ma mi faccia il piacere...
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Ho qui la frase di un grande critico francese, Jacques Lourcfelles, di cui consiglio il "Dictionnaire du cinéma" ed.Laffont, Paris: scoprirete che un famoso dizionario italiano si è per così dire molto molto molto "ispirato" alle sue schede, che per la verità sono nell'originale molto raffinate.
Lourcelles, mitico esponente della cinefilia coltissima del "MacMahon" e di "Présence du cinéma", scrive: "... si potrebbe dire di Resnais che s'è mostrato degno in tutto e per tutto di passare per l'intellettuale più noioso del suo secolo, titolo che potrebbe contendergli solo l'italiano Pasolini" (pag.
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Ho qui la frase di un grande critico francese, Jacques Lourcfelles, di cui consiglio il "Dictionnaire du cinéma" ed.Laffont, Paris: scoprirete che un famoso dizionario italiano si è per così dire molto molto molto "ispirato" alle sue schede, che per la verità sono nell'originale molto raffinate.
Lourcelles, mitico esponente della cinefilia coltissima del "MacMahon" e di "Présence du cinéma", scrive: "... si potrebbe dire di Resnais che s'è mostrato degno in tutto e per tutto di passare per l'intellettuale più noioso del suo secolo, titolo che potrebbe contendergli solo l'italiano Pasolini" (pag.1617).
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luca scial�
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lunedì 28 gennaio 2013
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un amore difficile in un'hiroshima ferita
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Un'attrice francese si trova a Hiroshima per girare un film sulla pace. Conosce un uomo del luogo e passa una notte senza pretese. Entrambi sono felicemente sposati. Ma lui vorrebbe rivederla ancora. Ecco che lei le confessa una tragedia successagli da giovane, quando si innamorò di un ufficiale tedesco poi ucciso. Un amore che le costò il ripudio della comunità della piccola Nevers. Lui glielo ricorda molto e forse anche per questo non vorrebbe proseguire la storia.
Film sofisticato, con una storia d'amore complicata avente una tragedia sullo sfondo. I veri protagonisti sono i ricordi, così tragici e presenti nella protagonista. L'unico modo per sopravvivere ad essi sarà la propria spersonalizzazione, per non avere più rimpianti e pensieri.
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Un'attrice francese si trova a Hiroshima per girare un film sulla pace. Conosce un uomo del luogo e passa una notte senza pretese. Entrambi sono felicemente sposati. Ma lui vorrebbe rivederla ancora. Ecco che lei le confessa una tragedia successagli da giovane, quando si innamorò di un ufficiale tedesco poi ucciso. Un amore che le costò il ripudio della comunità della piccola Nevers. Lui glielo ricorda molto e forse anche per questo non vorrebbe proseguire la storia.
Film sofisticato, con una storia d'amore complicata avente una tragedia sullo sfondo. I veri protagonisti sono i ricordi, così tragici e presenti nella protagonista. L'unico modo per sopravvivere ad essi sarà la propria spersonalizzazione, per non avere più rimpianti e pensieri. Ispirato a un'opera letteraria, ebbe anche un riconoscimento al festival di Cannes.
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il cinefilo
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mercoledì 20 aprile 2011
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l'amore,il tempo e il dolore a hiroshima
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Tra i tanti"parallelismi"cinematografici che possono dirsi"azzardati"quello di HIROSHIMA MON AMOUR è senz'altro tra i più rischiosi e difficili:la forza dell'amore e della passione tra un uomo e una donna possono essere accostati alla tragedia che ha travolto il Giappone nel 1945,come si evince dalle prime scene?probabilmente NO ma questo non sminuisce(sebbene"l'alternanza"iniziale tra le effusioni degli amanti e gli orrori provocati dalle radiazioni sui giapponesi suona abbastanza ridicola...se non addirittura idiota)la portata innovativa che ebbe,giustamente,negli anni cinquanta.
I sentimentalismi tra l'architetto giapponese e l'attrice francese rasentano l'eccesso melodrammatico(per quanto siano diretti magistralmente e possano vantare una modernità e un coinvolgimento emotivo eccellenti)ma la vera bellezza del film si trova nell'uso dei flashback e delle inquadrature nei parallelismi tra passato e presente ovvero,per definizione,tra ciò che"è stato"e ciò"che è"nella concezione dell'"amore e del dolore che attraversano perversamente e ambedue il tempo"descritta dal soggetto e della sceneggiatura di Marguerite Duras ed esibita magnificamente da Alain Resnais.
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Tra i tanti"parallelismi"cinematografici che possono dirsi"azzardati"quello di HIROSHIMA MON AMOUR è senz'altro tra i più rischiosi e difficili:la forza dell'amore e della passione tra un uomo e una donna possono essere accostati alla tragedia che ha travolto il Giappone nel 1945,come si evince dalle prime scene?probabilmente NO ma questo non sminuisce(sebbene"l'alternanza"iniziale tra le effusioni degli amanti e gli orrori provocati dalle radiazioni sui giapponesi suona abbastanza ridicola...se non addirittura idiota)la portata innovativa che ebbe,giustamente,negli anni cinquanta.
I sentimentalismi tra l'architetto giapponese e l'attrice francese rasentano l'eccesso melodrammatico(per quanto siano diretti magistralmente e possano vantare una modernità e un coinvolgimento emotivo eccellenti)ma la vera bellezza del film si trova nell'uso dei flashback e delle inquadrature nei parallelismi tra passato e presente ovvero,per definizione,tra ciò che"è stato"e ciò"che è"nella concezione dell'"amore e del dolore che attraversano perversamente e ambedue il tempo"descritta dal soggetto e della sceneggiatura di Marguerite Duras ed esibita magnificamente da Alain Resnais.
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g. romagna
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lunedì 2 agosto 2010
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hiroshima mon amour
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Lei, francese, si trova ad Hiroshima per girare un film sulla pace. Lui, di Hiroshima, è un architetto. Entrambi sono sposati. Si incontrano, si amano, fugacemente, prima che lei torni in Francia. Ella le racconta la sua storia, di un amore giovanile per un soldato tedesco, cresciuto all'interno della seconda guerra mondiale, la cui morte all'interno del conflitto, assieme alla repressione dei genitori verso un sentimento tanto inopportuno, la farà impazzire. Il suo amore, forgiato nella guerra, rivive, per pochi giorni, con tenacia, ad Hiroshima, la città più atrocemente simbolica degli orrori bellici. La guerra si fa connubio di amore e morte, di principio e fine. L'architetto giapponese è come il soldato tedesco, è il soldato tedesco.
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Lei, francese, si trova ad Hiroshima per girare un film sulla pace. Lui, di Hiroshima, è un architetto. Entrambi sono sposati. Si incontrano, si amano, fugacemente, prima che lei torni in Francia. Ella le racconta la sua storia, di un amore giovanile per un soldato tedesco, cresciuto all'interno della seconda guerra mondiale, la cui morte all'interno del conflitto, assieme alla repressione dei genitori verso un sentimento tanto inopportuno, la farà impazzire. Il suo amore, forgiato nella guerra, rivive, per pochi giorni, con tenacia, ad Hiroshima, la città più atrocemente simbolica degli orrori bellici. La guerra si fa connubio di amore e morte, di principio e fine. L'architetto giapponese è come il soldato tedesco, è il soldato tedesco. Ma anche questa storia, come quella precedente è destinata alla stessa parabola: gioia, disperazione ed oblio, là per morte, qua per separazione. Le situazioni dela vita, anche quelle più importanti, felici o dolorose, rischiano di restare preda della dimenticanza, del superamento, se non le si mantiene vive con la memoria. Ma la memoria è uno strumento difficile da utilizzare, da tenere vivido, ed anche Hiroshima è uscita sconfitta da questo: una delle pagine più terribili della storia dell'umanità non è riuscita ad insegnare niente, ed anche oggi, come sessantacinque anni orsono, le guerre continuano a seminare morte e distruzione. Resnais, con la cripticità e l'originalità tipiche del suo stile, accosta in maniera ardita quanto pienamente riuscita la memoria al sentimento, all'amore tra uomini ed al dolore della guerra, facendo scorrere il film tra delicatissimi parallelismi che lo rendono un piccolo gioiello di introspezione intima e di riflessione non solo storica ma anche antropologica, sull'incapacità dell'uomo di saper ricordare e di trarre forza ed insegnamento dal proprio ricordo.
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jacopo-bologna
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venerdì 16 aprile 2010
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ragazza da niente, morta d'amore a nevers
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hiroshima mon amour contiene aspetti stilistici di grande suggestone, è un film dove l'estetica di ogni componente è esaltata, non serve dibattersi sul debito forte della letteratura con Proust Bergson e neppure sui dialoghi fortemente d'impatto della Duras dove nulla è lasciato al caso. Le immagini di Hiroshima dilaniata e hiroshima in festa, decontestualizzandole,avrebbero la stessa realisticità contenuta poi in tutto il film. è un film su tutti i livelli : da quello politico dove è chiara e visibile un messaggio fortemente pacifico e antimilitarista, dove la guerra ferisce la collettività ma soprattutto le persone nella loro individualità, nella lora vita personale; assumendo poi una chiave psicanalitica del superamento del trauma : cioè attraverso la parola che diventando ricordo ci restituisce la verità,il passato e il perdono, soprattutto di noi stessi.
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hiroshima mon amour contiene aspetti stilistici di grande suggestone, è un film dove l'estetica di ogni componente è esaltata, non serve dibattersi sul debito forte della letteratura con Proust Bergson e neppure sui dialoghi fortemente d'impatto della Duras dove nulla è lasciato al caso. Le immagini di Hiroshima dilaniata e hiroshima in festa, decontestualizzandole,avrebbero la stessa realisticità contenuta poi in tutto il film. è un film su tutti i livelli : da quello politico dove è chiara e visibile un messaggio fortemente pacifico e antimilitarista, dove la guerra ferisce la collettività ma soprattutto le persone nella loro individualità, nella lora vita personale; assumendo poi una chiave psicanalitica del superamento del trauma : cioè attraverso la parola che diventando ricordo ci restituisce la verità,il passato e il perdono, soprattutto di noi stessi.
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estremista di sinistra
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martedì 10 febbraio 2009
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w resnais, abbasso godard!
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Al tempo si sfidarono i due film "manifesto" della Nouvelle Vogue: lo straordinario capolavoro di Alain Resnais, e il mediocre filmaccio reazionario di Godard ("Fino all'ultimo respiro"), perfetto esempio di (sopravvalutato) cinema casuale e vuoto. Oggi, il film di Godard è datato, mentre il film di Resnais è ancora modernissimo.
[+] non sono d'accordo
(di roberta gilmore)
[ - ] non sono d'accordo
[+] paragone imparagonabile
(di jacopo-bologna)
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[+] dici bene sei un estremista....
(di folgoration)
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avicenna
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venerdì 13 aprile 2007
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l'importanza della memoria
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hiroshima mon amour è un film sull'universalità dei sentimenti,sull'importanza della memoria,sulla tragicità dell'oblio.La trama è molto complessa,nella parte iniziale cè un'attenta analisi della varietà della memoria storica:infatti da un lato cè la conoscenza consapevole dell'abitante di hiroshima,dall'altra la conoscenza fredda e asettica della donna esterna ai fatti;via via nello svolgimento del film l'attenzione si sposta sempre di più dentro la vita dei personaggi,in particolare della protagonista,evidenziando l'insostenibile peso dell'oblio,quest'ultimo infatti cancella i ricordi e svaluta notevolmente le emozioni provate.Nel finale la soluzione per prevenire l'oblio:riconoscere le proprie emozioni in qualcosa di collettivo e stabile.
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hiroshima mon amour è un film sull'universalità dei sentimenti,sull'importanza della memoria,sulla tragicità dell'oblio.La trama è molto complessa,nella parte iniziale cè un'attenta analisi della varietà della memoria storica:infatti da un lato cè la conoscenza consapevole dell'abitante di hiroshima,dall'altra la conoscenza fredda e asettica della donna esterna ai fatti;via via nello svolgimento del film l'attenzione si sposta sempre di più dentro la vita dei personaggi,in particolare della protagonista,evidenziando l'insostenibile peso dell'oblio,quest'ultimo infatti cancella i ricordi e svaluta notevolmente le emozioni provate.Nel finale la soluzione per prevenire l'oblio:riconoscere le proprie emozioni in qualcosa di collettivo e stabile.Grande film,grazie ai suoi contenuti universali non perde smalto.da vedere assolutamente.
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roby
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venerdì 9 marzo 2007
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la forza delle immagini.
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Uno dei più grandi capolavori del cinema, dove ogni immagine è capace di restituire sensazioni inesprimibili con le parole, dove i dialoghi scarsi ma concisi, ermetici, accompagnano ricordi passati, ricordi che si collegano al presente dei due amanti. Una fotografia d'eccezione, coaduviata dai piccoli rumori che si odono in ogni scena, che esprimono con molta intensità ciascun frammento della storia d'amore. Pochi film, per la drammaticità e per rigore artistico assoluto, possono raggiungere la bellezza di "Hiroshima mon amour". E' il caso di definirlo usando il titolo del celebre documentario di Leni Riefenstahl: La forza delle immagini.
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fra
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domenica 10 dicembre 2006
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capolavoro
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Bello, Bellissimo. Un Capolavoro.
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edio
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lunedì 13 febbraio 2006
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fantastico !
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Un film fantastico ! Pura poesia ! Voto 10
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