Stefano Reggiani
Alessandro il Grande: la parodia o l'unica necessaria attualità di un capo storico, di un condottiero, un brigante di montagna che si traveste coi panni e le armi del mito, un miserabile comandante di miserabili. Ma proprio nell'aspra solitudine, nella povertà di un paese della Macedonia si compiono come in un teatro contadino i riti del potere, la nascita del capo, gli impulsi della speranza, la caduta delle illusioni.
Il film di Anghelopoulos si pone come un'ambiziosa parabola e insieme come una disarmata domanda sulla politica presente, stesa nei campi lunghi, nella lontananza un poco sacrificale delle scene, le case di pietra, i pendii, i campi, il fiume, le montagne innevate e gli uomini piccoli coi volti indecifrabili. [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (3740 caratteri spazi inclusi) su 8 settembre 1980