aristoteles
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sabato 15 agosto 2015
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i sette semplici eroi
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Ho visto la versione integrale che dura più di tre ore.
La semplicità di fondo che accompagna il film conduce lo spettatore a non annoiarsi nonostante l'elevato minutaggio.
La storia ci regala sette splendidi eroi ,piuttosto che guerrieri,nel senso che nella fase del reclutamento, si nota che non tutti i samurai accettano la missione.
Alcuni infatti inorridiscono causa ricompensa quasi inesistente se non per vitto e alloggio.
Un manipolo di uomini invece trasportati dal sentimento di una causa giustissima ,si ergono a difensori dei malcapitati di turno.
Splendido il lavoro di caratterizzazione dei samurai,nel senso che ognuno ha una propria distinta personalità sebbene si ragioni come un gruppo unito.
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Ho visto la versione integrale che dura più di tre ore.
La semplicità di fondo che accompagna il film conduce lo spettatore a non annoiarsi nonostante l'elevato minutaggio.
La storia ci regala sette splendidi eroi ,piuttosto che guerrieri,nel senso che nella fase del reclutamento, si nota che non tutti i samurai accettano la missione.
Alcuni infatti inorridiscono causa ricompensa quasi inesistente se non per vitto e alloggio.
Un manipolo di uomini invece trasportati dal sentimento di una causa giustissima ,si ergono a difensori dei malcapitati di turno.
Splendido il lavoro di caratterizzazione dei samurai,nel senso che ognuno ha una propria distinta personalità sebbene si ragioni come un gruppo unito.
Le scene dei combattimenti non sono limpidissime e spesso ,anche se i colpi non vanno a segno, si vede gente cadere a terra come colpita da mitragliatrici.
Forse,anche se ribadisco la semplicità di fondo,in questo senso il regista poteva fare qualcosina in più.
Resta comunque l'epicità indiscussa del tema principale che è il sacrificio per gli altri per una visione del mondo non egoistica, per la libertà.
Anche senza averne riconoscimento ,infatti, parte dei contadini non ne ha.
Da vedere e anche se del 1954 risulta attuale.
Asciutta ma convicente l'ambientazione.
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carloalberto
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martedì 26 ottobre 2021
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un''opera giapponese travisata da hollywood
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Il capolavoro di Kurosawa è una storia simbolica in forma realistica, un inno poetico alle tradizioni del suo popolo, ispirata all’epopea mitologica giapponese dei samurai liberi da padrone, i Ronin, che seguono il codice d’onore del Bushido e combattono fino all’estremo sacrificio della vita in nome del valore assoluto della Giustizia e per questo difendono, senza chiedere alcuna ricompensa, se non un pugno di riso ed un alloggio di fortuna, gli inermi abitanti di un piccolo villaggio rurale dai soprusi dei briganti.
Uno schema narrativo semplice ma carico di significati, storicamente tramandati da secoli nella cultura orientale, per noi occidentali incomprensibili nella loro essenza, fraintesi, fin dall’inizio, confusi con il superomismo fordiano di Ombre rosse e travisati, in seguito, in banali remake western.
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Il capolavoro di Kurosawa è una storia simbolica in forma realistica, un inno poetico alle tradizioni del suo popolo, ispirata all’epopea mitologica giapponese dei samurai liberi da padrone, i Ronin, che seguono il codice d’onore del Bushido e combattono fino all’estremo sacrificio della vita in nome del valore assoluto della Giustizia e per questo difendono, senza chiedere alcuna ricompensa, se non un pugno di riso ed un alloggio di fortuna, gli inermi abitanti di un piccolo villaggio rurale dai soprusi dei briganti.
Uno schema narrativo semplice ma carico di significati, storicamente tramandati da secoli nella cultura orientale, per noi occidentali incomprensibili nella loro essenza, fraintesi, fin dall’inizio, confusi con il superomismo fordiano di Ombre rosse e travisati, in seguito, in banali remake western.
Straordinaria è l’interpretazione di Toshiro Mifune del tragicomico personaggio picaresco, simile al Brancaleone di Monicelli, il settimo ed improbabile aspirante samurai, figlio di due contadini uccisi dai briganti, che fa da tramite tra i due mondi opposti, tra il cielo e la terra, intercedendo presso gli eroi dell’etica iperuranica affinché si mostrino compassionevoli verso i poveri contadini costretti al delitto per sopravvivere.
Il protagonista del film tuttavia non è il personaggio di Toshiro Mifune, che rappresenta l’anima volgare del popolo, il villano che aspira a riscattarsi dalle proprie oscure ed umili origini imitando le gesta eroiche dei nobili samurai, di cui però rimane una divertente e tragica parodia, bensì il leader carismatico del manipolo di eroi, interpretato da Takashi Shimura.
L’anziano samurai è l’incarnazione dei dettami dell’etica confuciana e buddista. Non a caso, all’inizio del film, si rade e si veste come un monaco per salvare un bambino ostaggio di un ladro. E’ un esempio di saggezza, temperanza, offre il sakè all’aspirante samurai che lo tracanna, ma non lo beve, ardimento ed umiltà. Si rapporta con ognuno dei suoi compagni d’avventura diversamente e nel modo più appropriato ed adeguato al suo interlocutore, restando sempre sé stesso, senza venire mai meno ai suoi principi.
E’ guida spirituale, paternamente protettivo, per il più giovane, è fraterno amico per il suo vecchio commilitone, è leale compagno d’armi, non invidioso, del più abile e coraggioso tra i guerrieri del suo seguito. Pratica l’arte della guerra secondo gli antichi insegnamenti dell’omonimo libro di Sun Tzu e vince i barbari con la strategia tramandatagli dagli avi.
Kurosawa intona il finale al sentimento del mono no aware. Il vecchio samurai vince ma non esulta, è consapevole del suo destino. La sorte del guerriero è segnata. Anche in caso di vittoria, anche se sopravvive alla battaglia, la sua vita è condannata ad uno sterile vagabondaggio solitario, slegata dal ciclo delle stagioni, che rinnova la bellezza della natura sulla terra perpetuando nelle nuove generazioni la gioia di vivere, rappresentata, nell’ultima sequenza, dai contadini, che cantano ridendo sotto il sole mentre lavorano nei campi ad un nuovo raccolto. Sono essi gli unici vincitori, in armonia con il mistero del mondo e l’eterno ritorno di ciò che è destinato a svanire per nuovamente rifiorire.
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claudus
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lunedì 27 settembre 2010
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lame che non tagliano neppure il vento
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Assieme a "sussurri e grida " di Bergman è stata la più grande delusione cinematografica della mia vita.
Film di una povertà disarmante e di rara debolezza.
In questa pellicola tutti sono deboli, poveri, umili, servili, vigliacchi .
Si dirà...E' la condizione umana nel suo complesso ad essere debole e qui viene mostrato con un realismo devastante.
Questo realismo, tuttavia, non interessa minimamente chi al cinema vuole sognare , come il sottoscritto.
E qui non può che trovare delusione continua.
Plebaglia sporca, primitiva, rozzi contadini senza un minimo di quel pudore e quella perfezione tipici del più profondo Giappone.
Il problema infatti è Kurosawa...E' il regista nipponico, più completo, più equilibrato e più saggio.
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Assieme a "sussurri e grida " di Bergman è stata la più grande delusione cinematografica della mia vita.
Film di una povertà disarmante e di rara debolezza.
In questa pellicola tutti sono deboli, poveri, umili, servili, vigliacchi .
Si dirà...E' la condizione umana nel suo complesso ad essere debole e qui viene mostrato con un realismo devastante.
Questo realismo, tuttavia, non interessa minimamente chi al cinema vuole sognare , come il sottoscritto.
E qui non può che trovare delusione continua.
Plebaglia sporca, primitiva, rozzi contadini senza un minimo di quel pudore e quella perfezione tipici del più profondo Giappone.
Il problema infatti è Kurosawa...E' il regista nipponico, più completo, più equilibrato e più saggio.
Ma questa saggezza a me non piace.
E' vero, non posso negare che questo film abbia aperto la via a tutti i generi di gruppi di eroi che combattono per una causa, giusta o meno che sia.
Ma questo non significa che debba essere necessariamente il migliore in quanto primo.
Infatti non lo è.
E' abitudine comune dei critici osannare i primi film , solo perchè quegli stessi critici hanno costruito le fondamente del proprio sapere su certi modelli, quindi certi film o libri che studiavano positivamente questo o quel regista.
E' sempre una lotta di idee e se in passato prevaleva una certa idea circa un film allora i critici, in generale esseri di poca personalità si facevano suggestionare dal potere ideale di qualcuno che la pensava in un certo modo.
La cosa migliore di questi "sette samurai" è il loro non esserlo, o esseree costretti a d esserlo, loro malgrado.
E' un film di struggente decadenza e questo sarebbe la sua bellezza, non fosse che la descrive male...Non so che altro termine usare... Purtroppo dobbiamo ammettere che questi samurai corrotti dal tempo e dalle sconfitte sono di una pena terribile.
Tutto , nel film decade e cade, si ribella, ma non sa per che cosa...O se lo sa , lo sa con una tale consapevolezza da restare imbrigliato nella propria miserabile condizione.
I contadini , qui rappresentano il genere umnano delle più bassa specie.
Pietosi, sporchi,brutti,poveri,deboli,vigliacchi,vendicativi quando il nemico è a terra.
Ma perchè tutto deve essere così miserabile?
ben altra finezza possiedono altri Kurosawa, come " sogni " o " Ran ".
Perfino Mifune, nel suo straordinario talento, con quel suo volto alla Mishima è stato costretto a ridere in maniera deficiente e , peraltro è l'unico che fa un discorso abbastanza intelligente condannando e i samurai e i contadini, morendo però da samurai.
Perfino la pioggia non ha abbastanza poesia in questa pellicola, perfino la pioggia sembra non avere abbastanza forza, e neppure leggerezza lieve .
E' un film corrotto dal degrado intellettuale, forse dal diprezzo per il mondo intero.
Già il fatto che un manipolo di miserabili contadini si rivolgano a una guida samurai sempre perdente non lascia spazio neppure alla cabala,,,Che questa volta possa vincere.
E invece vinceranno i contadini, per sua stessa ammissione...Sì perchè si affidano alla Terra.
Purtroppo quell'eroe, il quale peraltro combatte molto poco ( e già questo la dice lunga sul suo coraggio ) affrontava la vita sperando nella sconfitta, come chi troppo coscienziosamente sa che la sconfitta concede un nuovo inizio
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claudus
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mercoledì 29 settembre 2010
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gli operai della spada
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E' vergognoso trovare recensioni di livello cosi' basso soprattutto se si sta giudicando un film culturalmente importante per la storia di un'arte (o presunto tale).
E' facilissimo e molto comodo ripararsi dietro le cinque stelle e dire : "capolavoro".
Quì , l'unico ad aver criticato il film,(letteralmente parlando) anche se di opinione opposta alla mia è stato Miyamoto Musashi, peccato che questo nome, appartenente al più grande samurai della storia giapponese, non avesse nulla da spartire con questi operai della spada trattati da Kurosawa.
E certamente convengo con lui che il doppiaggio sia scandaloso...Come molti dei film orientali purtroppo !
Non oso pensare come potrebbero tradurre Wakamatsu ,con il suo ineguagliabile estremismo, il quale fortunatamente rimane cautamente nell'ombra e ben distante dalla massa cinefila o presunta tale il cui apogeo critico è.
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E' vergognoso trovare recensioni di livello cosi' basso soprattutto se si sta giudicando un film culturalmente importante per la storia di un'arte (o presunto tale).
E' facilissimo e molto comodo ripararsi dietro le cinque stelle e dire : "capolavoro".
Quì , l'unico ad aver criticato il film,(letteralmente parlando) anche se di opinione opposta alla mia è stato Miyamoto Musashi, peccato che questo nome, appartenente al più grande samurai della storia giapponese, non avesse nulla da spartire con questi operai della spada trattati da Kurosawa.
E certamente convengo con lui che il doppiaggio sia scandaloso...Come molti dei film orientali purtroppo !
Non oso pensare come potrebbero tradurre Wakamatsu ,con il suo ineguagliabile estremismo, il quale fortunatamente rimane cautamente nell'ombra e ben distante dalla massa cinefila o presunta tale il cui apogeo critico è..." capolavoro"! Sbirciando con un occhio rammollito le rinsecchite critiche del vetusto Morandini.
Perchè...Perché a questo film viene consegnata la palma stellare a cinque punte e i duelli meravigliosi di un "kill Bill" arrivano a fatica a quattro?
Ho sentito circolare la voce meschina o idiota che i duelli in questa pellicola sarebbero avvincenti ! ! Ma ci vedete?
Non ho mai visto niente di più sgraziato di questo manipolo di ciccioni bagnati che agitava la spada come uno stuzzicadenti "samurai" ( ed è già un complimento di agilità! )
Per me il paragone è presto fatto...Eccolo: prendete tutti i films di arti marziali cinesi o giapponesi di serie b ( dato che c'erano solo quelli ! La serie B era A) , in cui c'è sempre stato un marzialista sgraziato...E poi viene il giorno in cui si vede Bruce Lee e allora nasce il sole...E poi tramonta e rinasce con Jet Li...
O qualche innamorato di pattinaggio su ghiaccio può dire di aver visto pattinare davvero prima di aver visto Evgeny Plushenko?
Siamo seri e giudichiamo severamente il film dal punto di vista tecnico !
L'unico merito di Kurosawa sta nell'averci mostrato che tutti a questo mondo sono deboli, vili e continuamente sconfitti e che ogni lotta ,sebbene venga portata avanti è pura vanità !
Grazie, ma ogni giorno viviamo la strada, grazie ma avevamo già letto il genio Leopardi !
Non ci serviva che oltre cent'anni dopo si scomodasse un giapponese ad insegnarcelo !
Siamo al cinema per dimenticare, siamo al cinema per sognare , per piangere di qualcosa che si credeva perduto e che invece ancora vive ! ! !
E non per deprimerci davanti al disappunto incerto e sconfitto di un Kampei.
Peccato, come ho già detto " Sogni " e " Ran " avevano ben altra visività, altra pulizia...E' chiaro che il vecchio Akira aveva ancora molto da imparare tecnicamente, in fondo era appena il '54... i suoi film migliori sono postumi.
Saggio e moderato, riposante...Un sorriso ! Ma senza esagerare per carità...Sì è morto un uomo...Ma la battaglia continua...Non piangete, o fatelo poco...
Si dice che George Lucas si sia ispirato a Kampei per Yoda.
Può darsi, ma Yoda era molto più bello e inoltre Lucas si è ben guardato dal consegnare una spada laser a Yoda prima di sorprendere tutti mostrando una meravigliosa e fluttuante lucciola verde !
E se proprio devo dire la mia a questo punto...Se le lacrime erano di Anakin , se l'amore era suo...Se la bellezza era sua...Anch'io passerò al lato oscuro della forza.
Meglio un Sith straordinario che un operaio della spada !
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(di meri073)
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[+] il film più sopravvalutato della storia.
(di -will-)
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(di dkrose )
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(di l''uomodellasala)
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