figliounico
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venerdì 29 novembre 2024
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dramma e critica sociale
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E’ uno dei primi prison movie americani diretto nel 1947 da uno dei maestri del noir, Jules Dassin, con uno stile originale che sintetizza la descrizione realistica degli ambienti, il tono drammatico nella narrazione del vissuto dei protagonisti ed i contenuti critici tipici del cinema di denuncia sociale. Lo script si caratterizza non soltanto per l’evidente intento moralistico che animò lo sceneggiatore Richard Brooks ma anche per il verismo e la crudezza con cui è rappresentata la durezza della vita carceraria. Alcune scene di estrema violenza sono inusuali per i film dello stesso genere dell’epoca. La lodevole finalità di umanizzare la figura del reo, promuovendo al contempo presso l’opinione pubblica la necessità di migliorare le condizioni di vita dei penitenziari, penalizza tuttavia il film zavorrandolo spesso con pesanti dialoghi didascalici così da ostacolare il naturale flusso emotivo dell’azione drammatica.
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E’ uno dei primi prison movie americani diretto nel 1947 da uno dei maestri del noir, Jules Dassin, con uno stile originale che sintetizza la descrizione realistica degli ambienti, il tono drammatico nella narrazione del vissuto dei protagonisti ed i contenuti critici tipici del cinema di denuncia sociale. Lo script si caratterizza non soltanto per l’evidente intento moralistico che animò lo sceneggiatore Richard Brooks ma anche per il verismo e la crudezza con cui è rappresentata la durezza della vita carceraria. Alcune scene di estrema violenza sono inusuali per i film dello stesso genere dell’epoca. La lodevole finalità di umanizzare la figura del reo, promuovendo al contempo presso l’opinione pubblica la necessità di migliorare le condizioni di vita dei penitenziari, penalizza tuttavia il film zavorrandolo spesso con pesanti dialoghi didascalici così da ostacolare il naturale flusso emotivo dell’azione drammatica. Nel plot i caratteri dei personaggi sono paradossalmente capovolti rispetto alla vita reale. L’ergastolano Burt Lancaster, che non esita a far massacrare dai suoi degni compari un altro detenuto sospettato di aver fatto la spia, impersona l’eroe positivo e come nel più classico degli schemi di Propp ha come avversario un perfido antagonista ossia il capo delle guardie penitenziarie, il capitano Munsey, Hume Cronyn, mentre il ruolo del mago aiutante è affidato al dottore della prigione interpretato da Arthur Smith. Spoiler. Nonostante il plot si rifaccia al citato schema favolistico, adottato spesso come canovaccio nelle sceneggiature hollywoodiane, il film non è a lieto fine ed amaramente il premio riservato all’eroe non sarà la salvezza della sua amata, destinata invece a morire consumata da un male incurabile, bensì la morte del crudele aguzzino dei suoi compagni di sventura ottenuta tragicamente a prezzo della propria vita.
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ralphscott
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venerdì 4 maggio 2012
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sottogenere carcerario,ma ben di più
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Trama avvincente ed immagini di forte impatto. La claustrofobica ambientazione carceraria beneficia di aperture sulle vicende umane dei protagonisti,che ci raccontano in prima persona come hanno perso la libertà. Non esiste alcuna pietà nel codice etico del penitenziario. I delatori periscono nelle maniere più atroci:schiacciati in una pressa o legati ed usati come scudi umani. Non mancano i suicidi e le torture,entrambi causati dal folle,sadico capitano Munsey (Hume Cronyn,che attore!). La critica sociale è dura. Viene messa in scena grazie alla contrapposizione tra l'umanità dei carcerati,del medico,ed il furore punitivo degli amministratori di Westgate,la fortezza-prigione.
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Trama avvincente ed immagini di forte impatto. La claustrofobica ambientazione carceraria beneficia di aperture sulle vicende umane dei protagonisti,che ci raccontano in prima persona come hanno perso la libertà. Non esiste alcuna pietà nel codice etico del penitenziario. I delatori periscono nelle maniere più atroci:schiacciati in una pressa o legati ed usati come scudi umani. Non mancano i suicidi e le torture,entrambi causati dal folle,sadico capitano Munsey (Hume Cronyn,che attore!). La critica sociale è dura. Viene messa in scena grazie alla contrapposizione tra l'umanità dei carcerati,del medico,ed il furore punitivo degli amministratori di Westgate,la fortezza-prigione. Le sanzioni più temute ed umilianti sono la revoca dei permessi di libera uscita ed i lavori forzati nelle fogne,terribile metafora della condizione dei detenuti. Non manca la poesia,laddove basta un'immagine femminile stilizzata su di un calendario per far sognare la propia donna,il passato sereno che,per molti galeotti,non tornerà più.
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