prof.claudio pedrazzini
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lunedì 13 settembre 2004
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un "romanzo" della vita di george gershwin
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Il lavoro di Rapper è ancora oggi godibile e quindi meritevole di attenta visione, se però si hanno ben presenti i limiti di questo tipo di film, al tempo, era piuttosto agiografico che non biografico; lo stesso problema di “The Eddy Duchin Story” di George Sidney, presentato undici anni dopo, e di molte altri lavori coevi. Nel nostro caso, all’uscita del film la famiglia Gershwin – per bocca soprattutto di Ira, fratello maggiore di George – ebbe a lamentarsi per le evidenti esagerazioni della narrazione: valga per tutte il fatto che la famiglia era non certamente ricca ma neppure indigente come il film la rappresenta. In effetti più che un difetto di verosimiglianza del film è l’approccio dello spettatore che va rivisto: infatti va visto e studiato come un possibile “romanzo” della vita di George Gershwin e non la sua biografia portata sullo schermo.
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Il lavoro di Rapper è ancora oggi godibile e quindi meritevole di attenta visione, se però si hanno ben presenti i limiti di questo tipo di film, al tempo, era piuttosto agiografico che non biografico; lo stesso problema di “The Eddy Duchin Story” di George Sidney, presentato undici anni dopo, e di molte altri lavori coevi. Nel nostro caso, all’uscita del film la famiglia Gershwin – per bocca soprattutto di Ira, fratello maggiore di George – ebbe a lamentarsi per le evidenti esagerazioni della narrazione: valga per tutte il fatto che la famiglia era non certamente ricca ma neppure indigente come il film la rappresenta. In effetti più che un difetto di verosimiglianza del film è l’approccio dello spettatore che va rivisto: infatti va visto e studiato come un possibile “romanzo” della vita di George Gershwin e non la sua biografia portata sullo schermo. Se lo si guarda in questa ottica, come ho detto, la pellicola è ancora oggi valido, con un ritmo narrativo serrato, una buona, anzi eccellente fotografia – il glorioso bianco e nero scelto dal regista già nell’epoca del colore si rivela particolarmente indicato in questo genere – e se pur non va certamente annoverato tra i capolavori della settima arte merita senz’altro una buona diffusione, specialmente sul moderno supporto DVD, che lo porterà in molte case di appassionati di questo particolare genere.
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prof.claudio pedrazzini
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Il lavoro di Rapper è ancora oggi godibile e quindi meritevole di attenta visione, se però si hanno ben presenti i limiti di questo tipo di film, al tempo, era piuttosto agiografico che non biografico; lo stesso problema di “The Eddy Duchin Story” di George Sidney, presentato undici anni dopo, e di molte altri lavori coevi. Nel nostro caso, all’uscita del film la famiglia Gershwin – per bocca soprattutto di Ira, fratello maggiore di George – ebbe a lamentarsi per le evidenti esagerazioni della narrazione: valga per tutte il fatto che la famiglia era non certamente ricca ma neppure indigente come il film la rappresenta. In effetti più che un difetto di verosimiglianza del film è l’approccio dello spettatore che va rivisto: infatti va visto e studiato come un possibile “romanzo” della vita di George Gershwin e non la sua biografia portata sullo schermo.
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Il lavoro di Rapper è ancora oggi godibile e quindi meritevole di attenta visione, se però si hanno ben presenti i limiti di questo tipo di film, al tempo, era piuttosto agiografico che non biografico; lo stesso problema di “The Eddy Duchin Story” di George Sidney, presentato undici anni dopo, e di molte altri lavori coevi. Nel nostro caso, all’uscita del film la famiglia Gershwin – per bocca soprattutto di Ira, fratello maggiore di George – ebbe a lamentarsi per le evidenti esagerazioni della narrazione: valga per tutte il fatto che la famiglia era non certamente ricca ma neppure indigente come il film la rappresenta. In effetti più che un difetto di verosimiglianza del film è l’approccio dello spettatore che va rivisto: infatti va visto e studiato come un possibile “romanzo” della vita di George Gershwin e non la sua biografia portata sullo schermo. Se lo si guarda in questa ottica, come ho detto, la pellicola è ancora oggi valido, con un ritmo narrativo serrato, una buona, anzi eccellente fotografia – il glorioso bianco e nero scelto dal regista già nell’epoca del colore si rivela particolarmente indicato in questo genere – e se pur non va certamente annoverato tra i capolavori della settima arte merita senz’altro una buona diffusione, specialmente sul moderno supporto DVD, che lo porterà in molte case di appassionati di questo particolare genere.
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