Il grande regista Lewis Milestone, uno dei maggiori esponenti della cinematografia statunitense del periodo d’oro di Hollywood, dirige questo film bellico di chiara propaganda, come molte altre pellicole statunitensi girate in quegli anni; tuttavia quest’opera ha una peculiarità consistente nel fatto che la propaganda americana stavolta è in chiave filosovietica. Tale particolare è facilmente spiegabile, in quanto in quel momento Stati Uniti e Russia combattevano insieme contro la Germania nazista, eppure il film visto oggigiorno lascia un po’ disorientati e quasi increduli se si pensa ai lunghi decenni di guerra fredda che seguirono il secondo conflitto mondiale, con le due superpotenze totalmente contrapposte l’una all’altra, sia sul piano militare che ideologico; senza parlare poi della nuova conflittualità scaturita nel 2022 con la guerra in Ucraina, che beffardamente è proprio la regione sovietica in cui è ambientata la pellicola.
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Il grande regista Lewis Milestone, uno dei maggiori esponenti della cinematografia statunitense del periodo d’oro di Hollywood, dirige questo film bellico di chiara propaganda, come molte altre pellicole statunitensi girate in quegli anni; tuttavia quest’opera ha una peculiarità consistente nel fatto che la propaganda americana stavolta è in chiave filosovietica. Tale particolare è facilmente spiegabile, in quanto in quel momento Stati Uniti e Russia combattevano insieme contro la Germania nazista, eppure il film visto oggigiorno lascia un po’ disorientati e quasi increduli se si pensa ai lunghi decenni di guerra fredda che seguirono il secondo conflitto mondiale, con le due superpotenze totalmente contrapposte l’una all’altra, sia sul piano militare che ideologico; senza parlare poi della nuova conflittualità scaturita nel 2022 con la guerra in Ucraina, che beffardamente è proprio la regione sovietica in cui è ambientata la pellicola.
Sul piano cinematografico la direzione è di altissimo livello. Milestone da grosso esperto di film di guerra (“All'ovest niente di nuovo”, “Okinawa”), dimostra tutta la sua impeccabile e raffinata tecnica registica con riprese di grande effetto: restano impresse nella memoria le sequenze degli attacchi aerei tedeschi al villaggio russo (ucraino per la precisione) e quelle della spettacolare battaglia finale, davvero molto suggestiva.
Sul piano narrativo, come in tutti i film di propaganda bellica di quel periodo, si scelgono toni enfatici con cui viene esaltato il patriottismo sovietico, mettendo in risalto le gesta eroiche e l’animo coraggioso dei partigiani e combattenti russi.
Della nutrita compagnia di attori fanno parte grandi interpreti in età avanzata come Walter Huston, Walter Brennan, entrambi bravissimi, ed Erich von Stroheim che è l’unico attore di livello che interpreta un nazista; ci sono poi i giovani Dana Andrews, Jane Withers con già una lunga carriera da attrice bambina alle spalle, Farley Granger, che invece era al suo esordio, e Anne Baxter che proprio con Granger ha una parte di primissimo piano interpretando una coppia di giovani innamorati. Si ricordano poi Dean Jagger, Ann Harding e Carl Benton Reid tutti molto convincenti.
L’opera è poco attendibile sul piano storico: sono francamente molto discutibili alcuni elementi narrativi inseriti chiaramente per screditare sul piano morale i tedeschi, come gli attacchi aerei contro i civili inermi, bambini inclusi, e la trovata surreale delle trasfusioni di sangue dai bambini prigionieri ai soldati tedeschi, con addirittura la morte dei primi per dissanguamento.
Pure trattandosi di un film di guerra viene veicolato un messaggio di pace e fratellanza tra i popoli, reso esplicito nel breve monologo finale del personaggio interpretato da Anne Baxter, ma rintracciabile anche all’inizio della pellicola nella descrizione idilliaca della bucolica comunità del piccolo villaggio ucraino in cui è ambientata la storia.
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