tomdoniphon
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sabato 17 maggio 2014
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uno dei migliori film inglesi
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In passato, soprattutto negli anni sessanta, la considerazione generale sul cinema britannico era assai bassa; basti citare, a questo proposito, il freddo giudizio di Truffaut: "l'espressione cinema inglese è una contraddizione in termini". Bisognava aspettare gli anni settanta per assistere ad un mutamento di prospettiva: la generazione della New Hollywood, ed in particolare Martin Scorsese, esaltarono il cinema inglese ed in particolare le opere di Michael Powell e Emeric Pressburger, i quali, a partire da "Duello a Berlino", firmarono assieme regia, sceneggiatura e produzione di una serie di pellicole capitali nella Storia del Cinema (tra cui occorre quantomeno citare "Scala al paradiso", "Scarpette rosse", "Narciso nero" e "I Racconti di Hoffman").
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In passato, soprattutto negli anni sessanta, la considerazione generale sul cinema britannico era assai bassa; basti citare, a questo proposito, il freddo giudizio di Truffaut: "l'espressione cinema inglese è una contraddizione in termini". Bisognava aspettare gli anni settanta per assistere ad un mutamento di prospettiva: la generazione della New Hollywood, ed in particolare Martin Scorsese, esaltarono il cinema inglese ed in particolare le opere di Michael Powell e Emeric Pressburger, i quali, a partire da "Duello a Berlino", firmarono assieme regia, sceneggiatura e produzione di una serie di pellicole capitali nella Storia del Cinema (tra cui occorre quantomeno citare "Scala al paradiso", "Scarpette rosse", "Narciso nero" e "I Racconti di Hoffman"). Duelllo a Berlino ("The life and death of Colonel Blimp") narra la storia (anche con toni da commedia) tra un ufficiale inglese e un ufficiale tedesco, vista attraverso tre momenti di guerra, tra il 1902 e il 1943. Al centro del film vi sono quei valori (come il rispetto dell'avversario, non visto come nemico) che il nazismo ha spazzato via. Per questo il film va confrontato con "La grande illusione" di Renoir. Tra le scene memorabili, va ricordata almeno la bellissima panoramica con cui è raccontato il duello a Berlino: una vera lezione di cinema.
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demonlater
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martedì 7 settembre 2010
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affresco per la vita, medicina per l'anima
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Il film di Powell&Pressburger và visto nella sua durata integrale di 163 minuti e non nella versione ridotta che ogni tanto trasmettono in TV. Questo lo sottolineo subito perchè, purtroppo come per la maggior parte, la mia prima visione del film è stata quella nella versione tagliata e modificata nel finale. Per fortuna Rai3, tempo fà, ne trasmise una versione sottotitolata della durata integrale: chi la possiede la custodisca gelosamente finchè non uscirà un'edizione DVD che renda giustizia a questo capolavoro. Affresco della vita che và vissuta nel pieno delle proprie facoltà e virtù, con quel pizzico di ironia e sdrammatizzazione che rendono leggere e superabili anche le situazioni più intricate e le disgrazie che il nostro Colonnello Candy(Blimp) sembra passare ogni volta indenne.
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Il film di Powell&Pressburger và visto nella sua durata integrale di 163 minuti e non nella versione ridotta che ogni tanto trasmettono in TV. Questo lo sottolineo subito perchè, purtroppo come per la maggior parte, la mia prima visione del film è stata quella nella versione tagliata e modificata nel finale. Per fortuna Rai3, tempo fà, ne trasmise una versione sottotitolata della durata integrale: chi la possiede la custodisca gelosamente finchè non uscirà un'edizione DVD che renda giustizia a questo capolavoro. Affresco della vita che và vissuta nel pieno delle proprie facoltà e virtù, con quel pizzico di ironia e sdrammatizzazione che rendono leggere e superabili anche le situazioni più intricate e le disgrazie che il nostro Colonnello Candy(Blimp) sembra passare ogni volta indenne. Powell&Pressburger, con il loro tocco leggero e senza moralismi di sorta (significativa la scena del prete che elogia il colonnello per gli aiuti alle infermiere, subito smontato dal colonnello stesso nel suo discorso, dove sottintende volutamente che ciò era dovuto esclusivamente per ritrovare l'infermiera di cui si è innamorato, la donna ideale della sua vita), ci allietano coi loro consigli per un'anima lieta:l'uomo ha bisogno di una grande amicizia leale e sincera e di un ideale dell'amore, in questo caso rappresentato dalla stessa donna, fisicamente e caratterialmente. Una delle sue ultime battute,infatti,il Colonnello la dice mentre è in compagnia del suo grande amico di una vita e dell'ideale di donna da amare( una giovane e ruspante soldatessa col volto della stessa attrice che ricopre gli altri due ruoli della donna ideale:Deborah Kerr),osservando una foglia d'autunno sull'acqua del lago dove un tempo sorgeva la sua casa, distrutta dai bombardamenti: "io non sono cambiato" e la dice con un grande sorriso, guardando il suo futuro, perchè dopo l'autunno sopraggiungerà l'inverno e lui è sereno, perchè serena è stata la sua vita paradossalmente vissuta tra due guerre. Per questo il film è un medicinale per l'anima dello spettatore, da vedere e rivedere, con i suoi dialoghi di un'argutezza invidiabile e le scene che si susseguono capitoli di vita incommensurabile. Powell&Pressburger sono ultraterreni.
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