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L’undicesimo lungometraggio di Stanlio e Ollio dura circa un’oretta e alterna bei momenti caratterizzati da curiose invenzioni a passaggi a vuoto che lo invecchiano terribilmente: la danza dei due girata in modo evidente contro un fondale e le canzoni country allungano il brodo, ma c’entrano come i cavoli a merenda. Fra le note positive, la nota surreale di Stanlio che accende il fuoco con il police e un’attitudine scatenata, da comica finale dell’era del muto, che culmina con la lotta senza esclusione di colpi tra lo stesso Stanlio e Lola. La coppia, che viaggia in compagnia di un mulo, deve consegnare un lascito testamentario a una tal Mary Watson (Rosina Lawrence): dopo qualche avventura - Ollio si fa trascinare dal mulo, ma la conseguenza è un tuffo in acqua; i due fanno il cascamorto con una signora in diligenza per scoprire poi che è la moglie di un vendicativo sceriffo - finiscono per affidare il documento all’avido proprietario del saloon dove lavora la ragazza (Finlayson) e alla sua amante Lola (Sharon Lynn). Accortisi dell’errore, fanno e disfano finchè riescono a metterci una pezza, anche se lo sceriffo ricompare interrompendo momentaneamente il vorticoso rincorrersi tra stanze, corridoi e scale del saloon. Il lieto fine (un po’ meno per Ollio) sigilla un film in cui si ride parecchio, ma che non si può annoverare tra i migliori della coppia Laurel e Hardy.
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