fabrizio dividi
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giovedì 18 luglio 2013
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l'angelo della morte
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Riscoprire di tanto in tanto un capolavoro del cinema è rigenerante. “L’angelo azzurro” è uno di quei capolavori di cui ancora oggi si nutre l’immaginario della nostra cultura ma che offre spunti sempre nuovi e di una modernità rara, ben al di là dei numeri immortali di Marlene Dietrich.
La storia è nota. Uno stimato professore si invaghisce di una cantante di varietà, la sposa e ne rimane soggiogato in una sorta di rapporto servile e malsano che lo porterà alla completa degradazione morale. Gli anni sono quelli della repubblica di Weimar, poco prima dell’avvento di Hitler , quando si percepivano i primi segni della crisi che avrebbero trascinato l’Europa alla Seconda Guerra Mondiale, ma che erano vissuti ancora in maniera spensierata e -in qualche modo- culturalmente stimolante.
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Riscoprire di tanto in tanto un capolavoro del cinema è rigenerante. “L’angelo azzurro” è uno di quei capolavori di cui ancora oggi si nutre l’immaginario della nostra cultura ma che offre spunti sempre nuovi e di una modernità rara, ben al di là dei numeri immortali di Marlene Dietrich.
La storia è nota. Uno stimato professore si invaghisce di una cantante di varietà, la sposa e ne rimane soggiogato in una sorta di rapporto servile e malsano che lo porterà alla completa degradazione morale. Gli anni sono quelli della repubblica di Weimar, poco prima dell’avvento di Hitler , quando si percepivano i primi segni della crisi che avrebbero trascinato l’Europa alla Seconda Guerra Mondiale, ma che erano vissuti ancora in maniera spensierata e -in qualche modo- culturalmente stimolante.
L’influenza dell’espressionismo non manca, a partire dal professor Rat , interpretato dall’attore simbolo Emil Jannings, che viene mostrato nel suo progressivo decadimento fisico e morale attraverso una spessa maschera di trucco, come gli stilemi espressionisti esigevano. Anche le ombre fungono da classico contrappunto e, per finire, le strade sono al solito contorte e quasi “escheriane”, e rappresentano il tetro labirinto in cui il protagonista è costretto dagli eventi.
La vicenda di Rat comincia con un dolcissimo “cip”, rivolto al suo canarino che non risponde e che la governante getta senza tante storie nella stufa quando lo scopre morto. Continua con il cinguettio gioioso degli uccellini di Lola Lola dopo la notte trascorsa da Rat con la futura moglie-carnefice, evidente segno di un insperato risveglio dei sensi, e termina con il mostruoso verso del gallo, che certifica definitivamente la follia del professore, poco prima del tragico finale.
Lola Lola, nome doppio per il suo duplice animo, è la splendida Marlene Dietrich, da attrice a diva assoluta proprio grazie a questo film. Sarà proprio lei a ridurre il suo “vecchio” alla sua completa mercé. E se collocassimo il film (1930) anche solo qualche anno dopo, la metafora sarebbe ancor più esplicita: come la bellezza e il magnetismo di “Germania” può prima ammaliare, poi annullare, il più colto dei suoi seguaci, passo dopo passo, dalla speranza alla realizzazione, dal servilismo alla più patetica sottomissione. Il nazismo è solo alle porte ma tutto sembra ben chiaro all’inconscio del regista viennese di famiglia ebraica, quel Von Sternberg che ne “L’angelo azzurro” seppe descrivere con inquietante preveggenza l’orgia del potere con perfida e dolorosa leggerezza. @fabdividi
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yanez
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lunedì 28 febbraio 2005
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magica atmosfera
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Perfetta la ricostruzione dell'ambiente del tabarin tedesco, in un'atmosfera retrò che ci coinvolge in una miriade di sensazioni e di emozioni.Straziante la patetica recitazione di Jannings che ci propone una verità banale quanto scomoda: il vecchio che ritorna bambino. Splendida la Dietrich, mangiatrice di uomini, conscia del suo fascino irresitibile, maliziosa e provocante, dominatrice del film con il suo cappello a cilindro e le sue calze nere. Tutto ciò (e ancora di più...) fa del film un capolavoro.
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g. romagna
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mercoledì 10 febbraio 2010
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angelo azzurro
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Immanuel Rath (Emil Jannings), rispettabile professore di ginnasio, si innamora di Lola Lola (Marlene Dietrich), bellissima ballerina dell'Angelo Azzurro, locale da cabaret di terz'ordine. Il matrimonio tra i due suscita scalpore, tantochè il docente, vittima del perbenismo imperante al tempo, perde la sua cattedra. Negli anni successivi, per amore e per il sostentamento della coppia, egli accetta di sottostare a tutte le bassezze possibili, fino a quando viene costretto, di ritorno nella sua città dopo un lungo periodo di esilio "professionale", ad esibirsi, nel ruolo di pagliaccio, proprio all'Angelo Azzurro... Celeberrimo e bellissimo dramma sentimentale sulla misteriosa forza trascinante -e potenzialmente distruttiva- dell'amore, il film si rivela una piccola perla di lirismo sobrio e malinconico.
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Immanuel Rath (Emil Jannings), rispettabile professore di ginnasio, si innamora di Lola Lola (Marlene Dietrich), bellissima ballerina dell'Angelo Azzurro, locale da cabaret di terz'ordine. Il matrimonio tra i due suscita scalpore, tantochè il docente, vittima del perbenismo imperante al tempo, perde la sua cattedra. Negli anni successivi, per amore e per il sostentamento della coppia, egli accetta di sottostare a tutte le bassezze possibili, fino a quando viene costretto, di ritorno nella sua città dopo un lungo periodo di esilio "professionale", ad esibirsi, nel ruolo di pagliaccio, proprio all'Angelo Azzurro... Celeberrimo e bellissimo dramma sentimentale sulla misteriosa forza trascinante -e potenzialmente distruttiva- dell'amore, il film si rivela una piccola perla di lirismo sobrio e malinconico. Le scene finali, con l'ultimo spettacolo sul palco del locale -e tutto ciò che poi ne consegue- sono un indiscusso e commovente capolavoro di espressività che colpisce e lacera nel profondo, come pochi altri, tanto ieri quanto oggi, ottant'anni suonati dopo. Un grande classico del cinema, a buon diritto.
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il cinefilo
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mercoledì 13 ottobre 2010
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il primo trionfo di marlene dietrich
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TRAMA:Una anziano professore(l'attore è Emil Jannings)si innamora perdutamente di una stella del tabarin ma tutto si concluderà in tragedia...COMMENTO:Si tratta del film che è servito da"trampolino di lancio"per il successo dell'attrice Marlene Dietrich a livello internazionale rendendola una delle maggiori star del cinema tedesco.
La sensuale protagonista incarna perfettamente alcune delle principali caratteristiche(ma non tutte)della"femme fatale"ed è magnifica nella sequenza in cui canta la canzone di Friedrich Hollaender chiamata(tradotta in italiano)"da capo a piedi sono orientata all'amore".
Il regista Josef Von Sterberg(che realizzerà successivamente altri film con la stessa attrice)riesce a rendere palpabile e sincera l'atmosfera di ossessione,amore e desiderio che circonda l'ingenuo protagonista(che deciderà di mettere fine ai suoi giorni)e la tragica sequenza in cui egli si riduce a vestirsi da clown e a umiliarsi davanti all'intera platea del locale vale da sola tutto il film.
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TRAMA:Una anziano professore(l'attore è Emil Jannings)si innamora perdutamente di una stella del tabarin ma tutto si concluderà in tragedia...COMMENTO:Si tratta del film che è servito da"trampolino di lancio"per il successo dell'attrice Marlene Dietrich a livello internazionale rendendola una delle maggiori star del cinema tedesco.
La sensuale protagonista incarna perfettamente alcune delle principali caratteristiche(ma non tutte)della"femme fatale"ed è magnifica nella sequenza in cui canta la canzone di Friedrich Hollaender chiamata(tradotta in italiano)"da capo a piedi sono orientata all'amore".
Il regista Josef Von Sterberg(che realizzerà successivamente altri film con la stessa attrice)riesce a rendere palpabile e sincera l'atmosfera di ossessione,amore e desiderio che circonda l'ingenuo protagonista(che deciderà di mettere fine ai suoi giorni)e la tragica sequenza in cui egli si riduce a vestirsi da clown e a umiliarsi davanti all'intera platea del locale vale da sola tutto il film.
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luca scial�
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giovedì 18 luglio 2013
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la fine indegna di uno stimato professore
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Il Professor Immanuel Rath scopre che i suoi alunni frequentano un night, benchè minorenni. Decide così di andarli a stanare nel locale ma viene sedotto dalla bella Lola. Finisce così per innamorarsene ma viene cacciato dalla scuola, avendo perso autorità sui suoi alunni e la stima dei suoi colleghi. Viene così assunto nel locale, come pagliaccio. Ma non sopporta l'umiliazione di esibirsi e il mestiere della sua compagna.
Tratto da un romanzo di Heinrich Mann, il Professor Rath, L'Angelo azzurro è considerato il film che lancia definitivamente Marlene Dietrich, dal fascino implacabile. Un film amaro, drammatico, su una storia d'amore impossibile che sfocia in tragedia.
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Il Professor Immanuel Rath scopre che i suoi alunni frequentano un night, benchè minorenni. Decide così di andarli a stanare nel locale ma viene sedotto dalla bella Lola. Finisce così per innamorarsene ma viene cacciato dalla scuola, avendo perso autorità sui suoi alunni e la stima dei suoi colleghi. Viene così assunto nel locale, come pagliaccio. Ma non sopporta l'umiliazione di esibirsi e il mestiere della sua compagna.
Tratto da un romanzo di Heinrich Mann, il Professor Rath, L'Angelo azzurro è considerato il film che lancia definitivamente Marlene Dietrich, dal fascino implacabile. Un film amaro, drammatico, su una storia d'amore impossibile che sfocia in tragedia. Von Sterneberg passa sapientemente dalla leggerenza ai confini con la comicità a un epilogo struggente.
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paolp78
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domenica 27 settembre 2020
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sbalorditivo
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Film drammatico che si caratterizza in quanto realizza un'apprezzabilissima operazione di indagine psicologica dei personaggi, ed in particolar modo del protagonista.
La sceneggiatura, tratta da un'opera letteraria, è molto ben adattata al grande schermo; la storia funziona decisamente bene riuscendo ad appassionare lo spettatore e lasciandosi ben seguire sino alla fine, senza presentare mai punti morti o battute d'arresto.
La messa in scena sbalordisce per l'efficacia, la cura tecnica e l'ottimo livello complessivo, soprattutto se si considera che la pellicola risale al 1930.
Molto buona la regia di Von Sternberg.
I due protagonisti rappresentano il meglio della cinematografia tedesca dell'epoca, in quanto ad interpreti.
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Film drammatico che si caratterizza in quanto realizza un'apprezzabilissima operazione di indagine psicologica dei personaggi, ed in particolar modo del protagonista.
La sceneggiatura, tratta da un'opera letteraria, è molto ben adattata al grande schermo; la storia funziona decisamente bene riuscendo ad appassionare lo spettatore e lasciandosi ben seguire sino alla fine, senza presentare mai punti morti o battute d'arresto.
La messa in scena sbalordisce per l'efficacia, la cura tecnica e l'ottimo livello complessivo, soprattutto se si considera che la pellicola risale al 1930.
Molto buona la regia di Von Sternberg.
I due protagonisti rappresentano il meglio della cinematografia tedesca dell'epoca, in quanto ad interpreti. Emil Jannings era già molto noto a livello internazionale, essendo stato premiato in America con l'assegnazione del premio Oscar al miglior attore protagonista nella prima edizione della celebre manifestazione; in questa pellicola ben si comprende il motivo di tale onorificenza, in quanto il grande interprete tedesco dà sfoggio del suo straordinario talento calandosi completamente nella parte e fornendo un'interpretazione impeccabile e molto generosa, in un ruolo particolarmente difficile ed impegnativo.
Nonostante la grande prova di Jannings, la pellicola viene ricordata maggiormente per l'altra star, la leggendaria Marlene Dietrich, che deve proprio a questo film il raggiungimento della consacrazione internazionale; difatti dopo l'enorme successo riscosso con “L'Angelo Azzurro” la bella Marlene si trasferirà in America, insieme al regista Von Sternberg (con cui costituirà un sodalizio che durerà fino a metà degli anni '30), dove diventerà una delle star più famose ed acclamate del cinema mondiale. L'interpretazione della Dietrich è di quelle che non si dimenticano: la parte è perfetta per la diva, in quanto le permette di mettere in mostra la sua bellezza e soprattutto le sue non comuni doti artistiche, recitative e canore, lanciandola definitivamente.
Come accennato, nella pellicola sono presenti anche delle parti cantate, interpretate superbamente dalla Dietrich, che costituiscono anch'esse uno dei punti di forza dell'opera.
Emblematico e toccante il finale.
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