marcodell''utri
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venerdì 7 aprile 2017
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tragico e passionale
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Tragico e passionale. Sul terreno accidentato di ‘Carne tremula’ (tratto dal libro di Ruth Rendell), Almodovar proietta il conflitto e le contraddizioni della colpa e della responsabilità; dell’innocenza (quella virginea di Victor) e del peccato; della fragilità e della violenza; del coraggio e della paura. Nel film del regista spagnolo, ciascuno dei personaggi è chiamato ad assumere e ad incarnare i tratti del simbolo morale, subito presentato sulla scena, secondo la sua indole, e quindi negato dallo sviluppo ‘tragico’ delle contraddizioni di cui il film si intesse - metafora possibile dell’esistenza. Ed allora all’innocente ingenuità di Victor (e ai richiami ‘semplici’ del suo amore ‘sessuato’, secondo il consueto stile almodovariano) è imposto il carico di una colpa non propria, di un delitto di cui l’autore è solo strumento nelle mani altrui, affinché ne paghi personalmente ed integralmente le conseguenze e la responsabilità.
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Tragico e passionale. Sul terreno accidentato di ‘Carne tremula’ (tratto dal libro di Ruth Rendell), Almodovar proietta il conflitto e le contraddizioni della colpa e della responsabilità; dell’innocenza (quella virginea di Victor) e del peccato; della fragilità e della violenza; del coraggio e della paura. Nel film del regista spagnolo, ciascuno dei personaggi è chiamato ad assumere e ad incarnare i tratti del simbolo morale, subito presentato sulla scena, secondo la sua indole, e quindi negato dallo sviluppo ‘tragico’ delle contraddizioni di cui il film si intesse - metafora possibile dell’esistenza. Ed allora all’innocente ingenuità di Victor (e ai richiami ‘semplici’ del suo amore ‘sessuato’, secondo il consueto stile almodovariano) è imposto il carico di una colpa non propria, di un delitto di cui l’autore è solo strumento nelle mani altrui, affinché ne paghi personalmente ed integralmente le conseguenze e la responsabilità. E allora la trasgressività fragile dei vizi di Elena (e la sensazione di una colpa da espiare e quindi ‘riparata’ da un matrimonio ‘dovuto’) diviene la premessa della conversione che fa della stessa Elena la donna votata alla cura filantropica dei bambini che abitano l’orfanotrofio da lei stessa finanziato. Ma attorno a lei (al nome/condanna di Elena) ancora la guerra e lo scontro…di uomini e di valori. La correttezza e la responsabilità del poliziotto David si sveleranno, in seguito, lo schermo della menzogna e del tradimento dell’amico; l’amico stesso, ubriacone e violento, si scopre l’uomo innamorato, accecato dal sentimento autentico per la donna che lo tradisce. E quest’ultima – la più tragica di tutte le figure del film (la più ‘tremula’ delle ‘carni’ del laboratorio morale almodovariano) -, che diviene (anima nera nel controluce della pellicola) il corpo su cui si abbattono il peccato dell’infedeltà, la passione tenera di un amore non ricambiato (“non ti chiedo di innamorarti di me, lo sarò io per tutti e due”) e, infine, – inevitabilmente - la morte.
Ma c’è un filo che Almodovar tiene da parte, coltiva e conserva per tutto il film, e che ne consente l’apertura ad un finale di speranza: l’idea che con l’amore dannato e suicida (quello dell’amico di David e della sua donna, ‘mai sua’), possa ancora misurarsi - e vincere - la passionale innocenza di Victor, e l’amore tenace per Elena, sufficiente ad affrontare la colpa non commessa, la pena ingiusta, il conflitto e, quindi, l’epilogo del dramma; in breve, ad accettare il coraggio (che da individuale si fa collettivo nel finale anti-franchista: “sono anni che in Spagna non abbiamo paura”) di vivere la vita che, attraverso il corpo contratto di Elena, riprende - avida - la sua folle e tragica corsa.
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shingo tamai
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domenica 4 dicembre 2016
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le cattiverie si pagano
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Non mi è dispiaciuto affatto,nonostante la molteplicità degli eventi narrati sfiori costantemente il grottesco e surreale.
Accadono infatti eventi tragici in continuazione e gli amori descritti si avvicinano spesso a quelli delle soap opera pomeridiane.
Tuttavia non sono riuscito a staccarmi dallo schermo neanche un minuto,sia per il ritmo frenetico, sia per la curiosità di sapere che fine avrebbero fatto i protagonisti e le loro storie.
Il finale non è certo da Oscar però ha un suo perché e una sua logica,di fatto premia i personaggi più sinceri.
Insomma in un modo tutto suo il buon Almodovar ci fa intendere che le cattiverie alla fine si pagano.
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Non mi è dispiaciuto affatto,nonostante la molteplicità degli eventi narrati sfiori costantemente il grottesco e surreale.
Accadono infatti eventi tragici in continuazione e gli amori descritti si avvicinano spesso a quelli delle soap opera pomeridiane.
Tuttavia non sono riuscito a staccarmi dallo schermo neanche un minuto,sia per il ritmo frenetico, sia per la curiosità di sapere che fine avrebbero fatto i protagonisti e le loro storie.
Il finale non è certo da Oscar però ha un suo perché e una sua logica,di fatto premia i personaggi più sinceri.
Insomma in un modo tutto suo il buon Almodovar ci fa intendere che le cattiverie alla fine si pagano.
Di sicuro il livello del film viene alzato dalle interpretazioni, tutte di ottima fattura.
Davvero un prodotto originale.
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nicola1
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sabato 9 novembre 2013
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peccato non averlo visto al cinema
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Non l'ho visto quando e' uscito al cinema sapendo che, essendo un film di Almodovar prima o poi l'avrei visto. Mi sono ritrovato con un film che rappresenta il passaggio ideale (iniziato con Tacchi a spillo) tra Matador e Tutto su mia madre. Molto bello il prologo negli anni 70, ottimo lo svillupo del protagonista attraverso gli anni. La commistione "almodovariana" tra commedia e tragedia tende ancora verso la prima. Le parafrasi della Genesi raccontate da Victor mentre scarica il pesce sono divertenti e toccanti allo stesso tempo. Ho sempre creduto che l'apice della produzione di Almodovar stesse nella triade Tutto su mia madre - Parla con lei - Volver ma questo film non e' da meno.
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Non l'ho visto quando e' uscito al cinema sapendo che, essendo un film di Almodovar prima o poi l'avrei visto. Mi sono ritrovato con un film che rappresenta il passaggio ideale (iniziato con Tacchi a spillo) tra Matador e Tutto su mia madre. Molto bello il prologo negli anni 70, ottimo lo svillupo del protagonista attraverso gli anni. La commistione "almodovariana" tra commedia e tragedia tende ancora verso la prima. Le parafrasi della Genesi raccontate da Victor mentre scarica il pesce sono divertenti e toccanti allo stesso tempo. Ho sempre creduto che l'apice della produzione di Almodovar stesse nella triade Tutto su mia madre - Parla con lei - Volver ma questo film non e' da meno. Ottima interpretazione di Bardem, la Neri e Rabal. Superlativa la Molina.
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toty bottalla
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mercoledì 17 luglio 2013
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storia affannata su uno squallido sfondo!
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La sceneggiatura infierisce su una storia che dipinge il maschio come un idiota, cagnolino e schiavo del desiderio più antico affrontato senza dignità, e come per gli animali il più forte feconda, mentre la donna sta lì a guardare divertita di tanta pietà. Il quadro del film è più o meno questo, la storia che in principio promette bene, annaspa nello squallore dei personaggi, concedendo una fase erotica poco brillante. Saluti.
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general william mitchell
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mercoledì 17 febbraio 2010
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spazzatura in salsa spagnola
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Una trama scombinata e difficile da seguire .
Una masnada di personaggi di infimo profilo morale .
Recitazione nel complesso mediocre.
Nessun segno di genialità,Tarantino avrebbe realizzato molto di più sulla medesima sceneggiatura.
Sinceramente non comprendo il successo di siffatta pellicola !
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claudiorec
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mercoledì 16 settembre 2009
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grande francesca neri
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La migliore interpretazione di Francesca Neri che abbia mai visto. Imperdibile per i fan di Almodovar.
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teo '93
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lunedì 13 luglio 2009
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le tribolazioni della carne
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Un Almodovar geniale e provocante. Un maestro che tesse la sua tela di personaggi con uno sguardo psichedelico e sinuoso sulla loro realtà. “Carne tremula” costituisce probabilmente l’apoteosi della sua filmografia. Una sublime opera che spalanca agli occhi dello spettatore un universo la cui natura conturbante e morbosa è inevitabilmente intrecciata con la storia di un paese piegato per anni da un ingiustificabile totalitarismo. L’intreccio grottesco e onirico di questa vicenda sembra, perciò, lo specchio più diretto di una rivendicazione dalla soppressione e dall’imposizione. Come in tutti i film del regista anche in “Carne tremula” il passato ha un ruolo dominante; esso costituisce quasi un personaggio a sé stante nel film, pronto a riemergere in qualunque momento per sconvolgere e infrangere certezze, far riemergere i lati dell’animo più reconditi e oscuri.
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Un Almodovar geniale e provocante. Un maestro che tesse la sua tela di personaggi con uno sguardo psichedelico e sinuoso sulla loro realtà. “Carne tremula” costituisce probabilmente l’apoteosi della sua filmografia. Una sublime opera che spalanca agli occhi dello spettatore un universo la cui natura conturbante e morbosa è inevitabilmente intrecciata con la storia di un paese piegato per anni da un ingiustificabile totalitarismo. L’intreccio grottesco e onirico di questa vicenda sembra, perciò, lo specchio più diretto di una rivendicazione dalla soppressione e dall’imposizione. Come in tutti i film del regista anche in “Carne tremula” il passato ha un ruolo dominante; esso costituisce quasi un personaggio a sé stante nel film, pronto a riemergere in qualunque momento per sconvolgere e infrangere certezze, far riemergere i lati dell’animo più reconditi e oscuri. Ogni tentativo di fuggire da esso risulterà vano per ognuno dei personaggi. Un approccio, quindi, tremendamente pessimista sulla natura umana. Almodovar non condanna i suoi personaggi, né li giustifica, bensì li comprende, li osserva con umanità, mettendo in luce i loro lati più sconvolgenti con un cromatismo trascinante e impressionista (il rosso pervade genialmente ogni singola inquadratura) e con una pungente e frenetica colonna sonora.
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[+] grande maestro!
(di adriano lotito)
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adriano lotito
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lunedì 22 giugno 2009
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il poetico dominio delle passioni
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"Carne tremula", il titolo non è altro che il nome del vero protagonista del film: la carne fremente, le passioni e le ossessioni che fanno impazzire i cinque personaggi intorno a cui ruota la vicenda. Stilisticamente il film è un capolavoro: le riprese sono magistrali, le inquadrature rappresentano poeticamente e mai volgarmente le pulsioni che stravolgono i personaggi, la fotografia con un rosso vibrante è essa stessa parte della narrazione. Gli attori sono tutti perfetti nei loro ruoli ma una lode particalore merita la sublime Francesca Neri, davvero brava. Ragguardevole anche la tematica politica: il film si apre con la promulgazione delle leggi che limitava la libertà e i diritti civili sul finire del regime franchista e si chiude in un Paese in cui le tragedie non mancano ma la paura non c'è più.
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"Carne tremula", il titolo non è altro che il nome del vero protagonista del film: la carne fremente, le passioni e le ossessioni che fanno impazzire i cinque personaggi intorno a cui ruota la vicenda. Stilisticamente il film è un capolavoro: le riprese sono magistrali, le inquadrature rappresentano poeticamente e mai volgarmente le pulsioni che stravolgono i personaggi, la fotografia con un rosso vibrante è essa stessa parte della narrazione. Gli attori sono tutti perfetti nei loro ruoli ma una lode particalore merita la sublime Francesca Neri, davvero brava. Ragguardevole anche la tematica politica: il film si apre con la promulgazione delle leggi che limitava la libertà e i diritti civili sul finire del regime franchista e si chiude in un Paese in cui le tragedie non mancano ma la paura non c'è più. Due nascite, due epoche, nel mezzo l'eros e le passioni umane che sfuggono a ogni controllo della società.
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eli
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lunedì 19 gennaio 2009
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almodovar intenso
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Nessuno come Almodovar conosce così bene il cuore e la mente femminile. Ogni volta che vedo un suo film lui è al contempo ognuno delle donne che descrive, al punto che una donna nel guardare la proiezione scopre sempre qualcosa di se che non capiva o che ignorava prima.
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box
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giovedì 30 ottobre 2008
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i love pedro
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un film maturo e complesso, scevro di ogni vezzo acido e manierista, ma sempre attraversato da una corrente di humour nero alla Buñuel. Girato in Cinemascope, molto fisico e palpitante (che è la corretta traduzione del “trémula” originale) nella messinscena del piacere sessuale condiviso, è un melodramma geometrico che svaria dalla commedia alla tragedia, dal grottesco al noir, cromaticamente dominato dal rosso, ricco d'invenzioni e recitato benissimo, con una dimensione politica inedita nel regista.
Comuque ho atteso tutta la notte pensando che fosse un gran pornazzo, e alla fine mi sono sorbito questo melodramma geometrico alquanto fisico e palpitante!!!!
un consiglio? se volete masturbarvi guardate la grande abbuffata!!!!!
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