La polizia ringrazia |
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Un film di Steno.
Con Mario Adorf, Enrico Maria Salerno, Franco Fabrizi, Mariangela Melato, Valentino Macchi.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Italia 1972.
MYMONETRO
La polizia ringrazia
valutazione media:
3,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Di destra? Di sinistra? No, democraticodi Paolo 67Feedback: 9827 | altri commenti e recensioni di Paolo 67 |
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domenica 6 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Con questo staordinario film molto apprezzato anche all'estero Stefano Vanzina (Steno) dà l'inizio al filone del poliziesco italiano, concentrando contenuti, aspetti e stilemi che saranno fondamentali per l'intero genere. L'Italia nel periodo dopo le rivolte sessantottesche e le tentazioni autoritarie nei conservatori. Roma è una città violenta, preda del crimine. I rapporti la tra polizia, in anni in cui si sente incompresa a causa degli scontri di piazza con studenti e operai (che la stampa enfatizza), e la magistratura (che ne limita i poteri in nome della legalità) sono tesi. C'è aria di impotenza. Gran parte dei delitti resta impunita. Una misteriosa organizzazione “anonima anticrimine” uccide pregiudicati e rapinatori (ma poi anche prostitute, omosessuali, estremisti) per dimostrare l'inadeguatezza della democrazia a fronteggiare i delinquenti e preparare un colpo di Stato. Tra i personaggi del film, tutti emblematici, uno straordinario Enrico Maria Salerno nei panni del commissario Bertone che scopre che il capo dell'associazione (nella quale figurano altolocati e insospettabili, fino al Vaticano) è un ex questore suo amico e la sede un circolo di ex poliziotti. Il suo stesso braccio destro è membro dell'organizzazione: Bertone, tradito, verrà assassinato, prima che il procuratore deciderà di andare a fondo sull'intera vicenda. Vanzina ha stile e dirige con buon ritmo disegnando un efficace e preciso ritratto di un'epoca della vita italiana, con le sue contraddizioni e i suoi drammi, in cui traspaiono le tensioni e le paure dell'Italia di quegli anni. In questo amaro, cupo, scuro ritratto (il lieto fine è relativo, l'Italia ha veramente rischiato il golpe in quegli anni) Vanzina anticipa le tematiche di un filone non soltanto italiano (registi americani si ispireranno a film del genere) come la violenza, la giustizia, la vendetta, la lotta tra polizia e criminali che si esporrà a critiche controverse sui suoi contenuti ideologici (reazionario o no?). Il film è stato accusato di “pararsi” da questo punto di vista dando colpi al cerchio e alla botte, ma mi sembra che lasci il giudizio allo spettatore. Il tema non si presta a soluzioni semplicistiche (pensiamo a Kubrick e ad ARANCIA MECCANICA, guarda caso girato in quegli anni).
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