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La critica... Non m'importa di come i signori del successo, considerano un'opera. Il mio è un giudizio personale. Un pubblico credo incapace di giudicare un affresco, fosse anche di Leonardo. Perchè di questo parlano le immagini e la poesia di questo film. Niente sangue, qui 'l'animale' è rispettato come mai, se non quello copioso del torero in fin di vita. Nessuna spettacolarizzazione gratuita, di qualcosa, la corrida, che avrebbe suscitato in me un senso di profonda amarezza e screditato il film. Ottime la fotografia, il montaggio e la colonna sonora. Leggermente sottotono Adrien Brody, accanto ad una Penelope Cruz da oscar. Franco è giustamente ignorato, appena nominato per dovere di cronaca. Ridicolizzato poi dalla lettera, stracciata come fosse un augurio di Natale, non lo scritto di un dittatore. Stupendo lo sviluppo del tormentato amore tra Manolo e 'mama'. La Cruz, mi ripeto, seducente e brava come mai prima. Capace di calarsi con incredibile veridicità, nei panni sì di una prostituta, sì, ma soprattutto di rendere schiavo l'uomo più ambito. L'eroe di Spagna. Amato però come nessuno, forse per l'incapacità di considerarla per ciò che è. Una prostituta per gli altri, più vera di mille donne per Manolo. Un destino maledetto, come quello di tutti coloro che sfidano la morte per 'mestiere'. Uno splendido miura mette fine ai suoi giorni, vissuti appieno fino al tramonto. "Sei l'uomo più brutto e bello che abbia mai incontrato"; una frase che da sola vale un film. Questo è amore. [Auspico che la corrida, venga seppellita con i fasti ed il sangue versato, ma ne dubito]. Da vedere.
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