Asfalto che scotta |
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Un film di Claude Sautet.
Con Jean-Paul Belmondo, Sandra Milo, Lino Ventura
Titolo originale Classe tous risques.
Giallo,
b/n
durata 110 min.
- Italia, Francia 1960.
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Sautet? Non sembra...diFeedback: 9165 | altri commenti e recensioni di |
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martedì 12 gennaio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Infatti questa è un'opera "atipica" di Claude Sautet, che si sarebbe poi affermato come maestro indiscusso della commedia drammatica-sentimentale francese. Qui si cimenta in un poliziesco, un "noir" girato in parte a Milano. Proprio qua si nota una bella fuga in auto dopo la rapina, filmata con l'ausilio di una camera-car che permette di gustare i virtuosismi del guidatore al volante. Il protagonista Abel Davos (Lino Ventura) è superlativo, una spanna sopra gli altri. Jean-Paul Belmondo (giovanissimo) gli fa da "spalla" nella parte di Eric Stark. C'è poi Sandra Milo nella parte di Liliane. Interessante la trama. Un gangster ricercato dalla polizia si trova nella necessità di chiedere aiuto a dei vecchi amici che ora sono "quasi" a posto con la giustizia. Ciò scatena interrogativi, perplessità, dubbi morali e... imbarazzo totale in questi ultimi. Da una parte si sentono obbligati ad aiutare il vecchio amico, dall'altra non vogliono perdere quello che in tanti anni sono riusciti a ottenere. In più lui è rimasto vedovo e con due bimbi piccoli da allevare. Una situazione dunque molto complessa. La mano di Sautet si nota soprattutto nelle relazioni interpersonali. Mentre fra il gangster "navigato" Abel e la "giovane recluta" Eric si instaura una sincera solidarietà, tra quest'ultimo e la giovane Liliane nasce un'affettuosa amicizia. Il film è venato da un senso di tristezza profonda, accentuato dal bianco e nero, ed il "clou" si raggiunge nel finale, dove Abel Davos, stanco di morti, incomprensioni e scelte obbligate da lui causate, si lascia andare lentamente incontro al proprio destino. Un "noir" diverso, povero di inseguimenti cittadini con vetture o motociclette, imperniato sulla figura "bisognosa" del protagonista che tende a commuovere. Gli amici poi gli fanno pesare anche il fatto di "aver dovuto" aiutarlo... Girato senza dubbio sapientemente, ma da guardare con un'ottica differente dal classico poliziesco. Solo così lo si potrà apprezzare. - di "Joss" -
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