Terzo canale - Avventura a Montecarlo |
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Un film di Giulio Paradisi.
Con Franco Giacobini, Gabriella Giorgelli, Mal, The Four Kents, I Ricchi e Poveri, I New Trolls, John Bartha.
continua»
Musicale,
durata 90 min.
- Italia 1970.
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Ingenuo, surreale, nostalgico 'trip' negli anni 70di Fabian T.Feedback: 16114 | altri commenti e recensioni di Fabian T. |
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martedì 30 giugno 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Al contrario di quanto espresso dal Morandini (di cui dissento per la quasi totalità delle recensioni per me superficiali e prevenute), "Terzo canale - Avventura a Montecarlo" è un esempio di come il cinema, seppur di livello non eccelso, inseguiva e serviva la creatività e l'idea semplice ed essenziale tutto riassunto in un viaggio, quello di un gruppo musicale anglo-italiano che tutti (a partire dai critici) dovrebbero conoscere: The Trip. Tale viaggio dunque si allaccia parallelamente al 'trip' musicale e mentale che la band, precursore del progressive italiano (capeggiato dallo storico tastierista e compositore savonese Joe Vescovi), avrebbe saputo comunicare negli anni successivi con i loro importanti album ("Caronte", anzitutto, del 1971 e "Atlantide" del 1972) i quali oggi permangono le radici del progressive sperimentale nostrano. Nonostante il film pecchi di una sceneggiatura elementare e di una regia alquanto ingenua e immediata, il film in realtà trasmette comunque i suoi messaggi in modo semplice e divertito, segnalandosi in uno stile tipicamente post-beat che avrebbe gettato le basi per la cultura 'hyippie' anni settanta. Tra questi messaggi, si deride coloro che criticano a priori tutto ciò che è 'hyippie', oppure già si paventa il cinico mondo discografico in cui si chiede di 'suonare per i propri polli', riferendosi al pubblico e ai fans, ossia di piegarsi alle logiche meramente commerciali piuttosto che artistiche. Effettivamente siamo di fronte a un esempio di archeologia del cinema italiano, uno spaccato prezioso e nostalgico (sembra di vedere l'atmosfera dei video dei primi Pink Floyd o dei Cream) di quel mondo fatto di colori, sogni e sperimentazioni che adesso forse fa un po' sorridere, pur riuscendo però a farci assaporare la libertà, la spinta ideologica e soprattutto l'insuperata creatività musicale.
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