Paragraph 175

Film dalle mille affascinanti e commoventi facce: una raccolta di tragiche storie d'amore perse in un passato tristemente inobliabile; una riflessione sulla patina glamour con la quale la nostra civiltà tenta di nascondere le pagine più dolorose della sua storia; una riflessione sul valore della memoria e sulla necessità di interrogare i "sopravvissuti" prima che se ne vadano per sempre; una ricerca sullo sterminio nazista ai danni degli omosessuali, uno dei tanti "olocausti dimenticati". E qui il film comincia e finisce, gli autori si muovono alla ricerca di uomini ormai molto vecchi che per decenni hanno portato con sé fardelli immensi senza la compassione di nessuno. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale gli omosessuali che sono stati nei campi di sterminio (ma lo stesso destino è toccato ad altri gruppi umani, gli zingari, per esempio), si sono trovati di fronte un doppio muro: la difficoltà di raccontare, comune a tutte le vittime, e il fatto di doversi vergognare di essere stati perseguitati. Questa è la grande differenza rispetto ad altri deportati. Gli omosessuali hanno continuato ad essere perseguitati al punto che, anche quando si è cominciato a parlare di quello che era successo nei campi, la loro tragedia è rimasta inascoltata perché il loro vizio li rendeva in un certo senso colpevoli. Il lavoro degli autori non rende giustizia a questi uomini e donne, è solo una splendida canzone d'amore che ci permette di intravedere tragedie immense, e commuoverci assieme all'uomo che racconta come il suo giovane amante decise di seguire la sua famiglia nei campi piuttosto che scappare con lui.