samanta
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mercoledì 30 gennaio 2019
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hitch e la cucina francese
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Frenzy è il penultimo film di Hitchcock (seguirà Complotto di famiglia) il film fu a suo tempo un buon successo sia di pubblico che di critica. Hitch è un pò diverso dal solito le scene di violenza sono un più cruente e ci sono alcune scene sia pure leggere di nudo, insomma si è adeguato all'evoluzione del cinema.
Il film venne girato interamente a Londra con attori inglesi, anche se ebbe più successo di incassi in America che in Inghilterra.
La trama: Richard Blaney (Jon Finch attore inglese televisivo, con una modesta carriera al cinema, aveva interpretato in precedenza Macbeth di Polansky) ex ufficiale dell'aviazione, vive facendo lavori saltuari e con problemi con l'alcool, è divorziato ma con la moglie Brenda (Barbara Leigh-Hunt) ha mantenuto un buon rapporto.
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Frenzy è il penultimo film di Hitchcock (seguirà Complotto di famiglia) il film fu a suo tempo un buon successo sia di pubblico che di critica. Hitch è un pò diverso dal solito le scene di violenza sono un più cruente e ci sono alcune scene sia pure leggere di nudo, insomma si è adeguato all'evoluzione del cinema.
Il film venne girato interamente a Londra con attori inglesi, anche se ebbe più successo di incassi in America che in Inghilterra.
La trama: Richard Blaney (Jon Finch attore inglese televisivo, con una modesta carriera al cinema, aveva interpretato in precedenza Macbeth di Polansky) ex ufficiale dell'aviazione, vive facendo lavori saltuari e con problemi con l'alcool, è divorziato ma con la moglie Brenda (Barbara Leigh-Hunt) ha mantenuto un buon rapporto. A Londra opera un serial killer che viene subito svelato nel film, è Rusk "Bob" (Barry Foster) grossista di frutta e vedure ai mercato generali ed amico di Blaney, che uccide delle donne strangolandole con la sua cravatta dopo averle violentate. Ll'uccisione della moglie di Blaney da parte di Bob e poi della sua compagna Barbara (Anna Massey) fanno cadere su Blaney i sospetti avvalorati da una serie di coincidenze fortuite, arrestato dall'ispettore Oxford (Alex McCowen), viene giudicato e condannato all'ergastolo, malgrado proclami la sua innocenza e indichi in "Bob" il vero assassino: Blaney fugge dal carcere per vendicarsi, contemporaneamente l'ispettore sorpreso dal comportamento di Blaney, ha proseguito le indagini ed insieme all'evaso coglieranno di sorpresa "Bob" che ha appena ucciso un'altra ragazza con la sua cravatta.
Nel film ci sono tutte le caratteristiche di Hitch: anche se è svelato quasi subito chi sia l'omicidia, ci sono vari momenti di tensione, in particolare quando l'omicida cerca di recuperare in un camion che trasporta sacchi di patate in cui in uno ha messo il cadavere di Barbara,una spilla che portava e che si ricorda che doveva essergli stata strappata dalla vittima durante lo stupro , c'é la bionda con gli occhi azzurri Barbara Leigh-Hunt (attrice inglese teatrale di notevole livello con poche apparizioni cinematografiche), e sono intercalati come succede spesso nei film del regista momenti comici. Hitch si prende in proposito un pò in giro era amante della cucina francese e qui dipinge in modo ridicolo la moglie dell'ispettore che cerca di cucinare alla francese di cui è diventata maniaca mentre al marito quei piatti ricercati fanno ribrezzo e cerca disperatamente di non mangiarli rimanendo fedele alle salsicce, al bacon e alle patate. Novità nello stile del regista è la violenza, in particolare la scena in cui "Bob" uccide strangolando Brenda, Hitch si sofferma sui particolari mentre in altre scene di violenza famose come l'uccisione nella doccia nel film Psyco faceva lavorare l'immaginazione dello spettatore. Ottimo come al solito l'utilizzo della macchina da ripresa con lunghe carrellate. Singolare la visione di una Londra poco conosciuta nei film come quella dei mercati generali.
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great steven
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martedì 12 gennaio 2016
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l'uomo misterioso che strangola con le cravatte.
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FRENZY (USA, 1972) diretto da ALFRED HITCHCOCK. Interpretato da JON FINCH, ALEC MCCOWEN, BARRY FOSTER, BILLIE WHITELAW, ANNA MASSEY, BARBARA LEIGH-HUNT, BERNARD CRIBBINS, VIVIEN MERCHANT, MICHAEL BATES, CLIVE SWIFT
A Londra fanno molto scalpore le notizie di cronaca che parlano di un misterioso maniaco sessuale psicopatico noto come "l’assassino delle cravatte", per via della sua abitudine di stritolare donne con questo indumento maschile dopo averle stuprate e spogliate. La polizia brancola nel buio finché non riesce a far convergere i sospetti su Richard Blaney, un ex capitano pilota appena licenziato dal bar in cui lavora da un superiore intollerante e impaziente e divorziato dalla moglie, consulente matrimoniale, da due anni.
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FRENZY (USA, 1972) diretto da ALFRED HITCHCOCK. Interpretato da JON FINCH, ALEC MCCOWEN, BARRY FOSTER, BILLIE WHITELAW, ANNA MASSEY, BARBARA LEIGH-HUNT, BERNARD CRIBBINS, VIVIEN MERCHANT, MICHAEL BATES, CLIVE SWIFT
A Londra fanno molto scalpore le notizie di cronaca che parlano di un misterioso maniaco sessuale psicopatico noto come "l’assassino delle cravatte", per via della sua abitudine di stritolare donne con questo indumento maschile dopo averle stuprate e spogliate. La polizia brancola nel buio finché non riesce a far convergere i sospetti su Richard Blaney, un ex capitano pilota appena licenziato dal bar in cui lavora da un superiore intollerante e impaziente e divorziato dalla moglie, consulente matrimoniale, da due anni. Una serie di fatali coincidenze portano le forze dell’ordine, il cui coordinatore è l’ispettore Oxford, a individuare in Blaney l’esecutore dell’omicidio di Brenda Blaney (la sua ex consorte) e di Babs Milligan, la sua ex collega nel locale in cui prestava servizio. Ma Richard è in realtà innocente, e ad un certo punto arriva a scoprire che il vero assassino è il suo amico Bob Rusk, insospettabile fruttivendolo che impacchetta in sacchi di juta tutte le sue vittime per poi nasconderli, sul quale lo stesso Oxford comincia a nutrire dei sospetti grazie alle rivelazioni disperate di Blaney e di sua moglie. Alla fine la polizia giungerà all’effettiva soluzione del mistero. Un thriller ben congegnato, scritto stupendamente e fotografato ancora meglio, nel quale la scelta, hitchcockiana al 100%, di mostrare la scena fondamentale (e anche quella più cruenta) nella prima metà del film, sortisce l’effetto sperato di accumulare un quantitativo esorbitante di suspense che cresce moderatamente, ma inesorabilmente, per tutto il resto della durata fino a mettere lo spettatore in condizione di giudicare i risvolti profondi della vicenda. Un esperimento del genere Hitchcock l’aveva già adottato con successo nelle sequenze clou, tanto per citare due esempi calzanti, di Il delitto perfetto e Psyco, e anche in quei casi il risultato ha ugualmente apportato una carica efficace di tensione per convincere il pubblico a muovere le meningi sulle tracce dell’autore dei rispettivi omicidi. Uno dei meriti principali del regista britannico è sempre stato quello di lasciare buona parte delle sue storie del terrore in pasto a chi le guarda per invogliarli a ricostruire, tassello per tassello, la psicologia spesso fredda e calcolatrice dei personaggi che le popolano. Nel caso di Frenzy, le turbe psicosessuali di Rusk (un bravissimo B. Foster) sono il movente inconfondibile di una carriera deviante che nessuno sospetterebbe mai in un mercante ortofrutticolo che ha tutte le sembianze dell’uomo onesto e indaffarato, mentre dal canto suo Blaney – cui giova moltissimo la recitazione accorata di J. Finch – lotta fino allo stremo per persuadere chiunque della sua effettiva estraneità ai delitti commessi da quell’amico che credeva così caro e che invece finisce per consegnarlo ai poliziotti, ignaro della sorte poco clemente che lo attende. La sceneggiatura di Anthony Shaffer è un punto di riferimento cruciale per tutti i critici che hanno recensito quello che è indiscutibilmente l’ultimo capolavoro di Hitchcock (infatti, dopo il 1972, non raggiunse mai più i livelli artistici altissimi cui era precedentemente abituato): non perde un colpo e sa intessere un gioco narrativo a incastri così abile che non smette, neanche a quarantatré anni di distanza dall’uscita nelle sale, di stupire, proprio per la sottigliezza quasi psicoanalitica con cui mette insieme anche i dettagli all’apparenza meno determinanti, unendoli ad un affabile continuum che trae ispirazione e maestria anche dalla migliore scuola cinematografica del poliziesco e del cinema drammatico in senso stretto. Oltre ai due attori già citati, la galleria femminile, da parte sua, è immensamente apprezzabile per le interpretazioni di B. Leigh-Hunt, perfetta nella parte della distaccata agente matrimoniale che sembra ancora nutrire un po’ d’amore per suo marito, e di A. Massey, gentile e indipendente barista innamorata (non poi tanto di nascosto) del protagonista, al punto da dichiararsi disposta a fuggire con lui all’estero. Ha anche qualche aggancio coi fatti (reali) di cronaca che videro protagonista, nel 1888 e sempre a Londra, il famosissimo serial killer Jack Lo Squartatore, ma i punti in comune sono meno di quanti potrebbero sembrare: per quel che concerne questa meravigliosa opera, i fatti si delineano chiaramente e un’identità per lo strangolare psicotico viene facilmente individuata, benché sia poi quella sbagliata fino alla scena finale in cui ogni cosa ritrova la sua collocazione e la verità emerge appieno.
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de ridder
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sabato 1 giugno 2013
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il canto del cigno del maestro
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penultimo film di hitchcock,girato nella sua londra,nei quarieri che ha visto da piccolo,in particolare covent garden ,mercato della frutta ,poi abbattuto nel 1974.frenzy è un film pessimista,e anticipa molle problematiche che proprio in questi anni viviamo.come sempre il maestro è un grande visionario.ma partiamo dal titolo ,appunto, frenzy,frenetico,caotico,pazzo,ma non solo è diretto al serial killer della cravatta,ma contro una società cha va di fretta,indifferente,caotica,che vede la morte come intralcio,due donne,sentono urlare,e tirano dritto,neela scena dell agenzia matrimoniale,babe muore nella casa di rusk,e la vita scorre coi suoi rumori.è stato detto che frenzy,è un film misogino,che vede la cravatta come simbolo fallico,ma secono me è vero in parte,perche le donne nel film hanno una personalita forte,in fondo l ispettore risolveil caso grazie all intiuto della moglie,cucina francese a parte,l ex moglie del pilota della raf,ha un agenzia matrimoniale,e aiuta l ex marito in difficolta.
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penultimo film di hitchcock,girato nella sua londra,nei quarieri che ha visto da piccolo,in particolare covent garden ,mercato della frutta ,poi abbattuto nel 1974.frenzy è un film pessimista,e anticipa molle problematiche che proprio in questi anni viviamo.come sempre il maestro è un grande visionario.ma partiamo dal titolo ,appunto, frenzy,frenetico,caotico,pazzo,ma non solo è diretto al serial killer della cravatta,ma contro una società cha va di fretta,indifferente,caotica,che vede la morte come intralcio,due donne,sentono urlare,e tirano dritto,neela scena dell agenzia matrimoniale,babe muore nella casa di rusk,e la vita scorre coi suoi rumori.è stato detto che frenzy,è un film misogino,che vede la cravatta come simbolo fallico,ma secono me è vero in parte,perche le donne nel film hanno una personalita forte,in fondo l ispettore risolveil caso grazie all intiuto della moglie,cucina francese a parte,l ex moglie del pilota della raf,ha un agenzia matrimoniale,e aiuta l ex marito in difficolta. lalmoglie convince il marito indeciso a non aiutare richard blaney in difficolta,menzione particolare a finch che interppreta un richard blaney che riesce a stare a galla in mille difficoltà, vera figura virile del film, e foster che interpreta bob rusk cattivone col senso dell humor in una parte che va ricordata ,uno dei migliori cattivi del cinema , in sotanza frenzy ,ci mostra una societa senza punti di riferimento,caotica,un po come la frutta calpestata nel mercato della frutta,appunto
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[+] sei fuori strada
(di 400colpi)
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norman
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giovedì 26 aprile 2018
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il primo hitchcock davvero violento.
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Siamo negli anni '70 e la violenza, complice anche il celeberrimo Psycho che nel decennio precedente fece da spartiacque, è ormai accettata al cinema. Così ne approfitta anche Hitchcock, che per la prima volta la esplicita in maniera sfacciata. Se finora l'aveva soltanto fatta intuire allo spettatore, a causa della censura molto stretta degli anni precedenti, in Frenzy, al suo ritorno in grande stile a Londra, la mostra attraverso una serie di donne implacabilmente strangolate e gettate nel Tamigi o in un cassonetto della spazzatura come fossero scarpe vecchie.
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Siamo negli anni '70 e la violenza, complice anche il celeberrimo Psycho che nel decennio precedente fece da spartiacque, è ormai accettata al cinema. Così ne approfitta anche Hitchcock, che per la prima volta la esplicita in maniera sfacciata. Se finora l'aveva soltanto fatta intuire allo spettatore, a causa della censura molto stretta degli anni precedenti, in Frenzy, al suo ritorno in grande stile a Londra, la mostra attraverso una serie di donne implacabilmente strangolate e gettate nel Tamigi o in un cassonetto della spazzatura come fossero scarpe vecchie.
È nello scenario di una coloratissima capitale britannica, ricostruita con i suoi ricordi giovanili, che l'anziano fuoriclasse Alfred disegna questo giallo dalle tinte torbide, in cui, cadavere dopo cadavere, mette in scena un corollario di omicidi con primi piani impressionanti, lingue di fuori e volti tumefatti. Come detto, una violenza sbattuta in faccia allo spettatore come mai fatto prima, ma senza rinunciare ai classici marchi di fabbrica: l'innocente in fuga che tenta di scagionarsi, le bionde, sebbene qui non siano le indimenticabili e meravigliose Kim Novak o Grace Kelly ma signore più comuni, e un grande utilizzo di quell'umorismo tipicamente inglese, tipicamente hitchockiano. Un umorismo macabro, strettamente correlato al tema della morte che permea tutta la pellicola.
Frenzy, che in italiano significa frenesia ma può anche significare follia, ci fa capire quanta voglia avesse Hitchcock di sfilarsi dalle strette maglie della censura e di quel moralismo che più volte in passato l'ha costretto a rinunciare a certe scene in quanto troppo forti per l'epoca. Ma per fortuna i tempi sono cambiati, e, sebbene al suo penultimo lavoro e ormai stanco e malato, anche lui può finalmente osare di più.
Quattro anni prima di girare a Hollywood Complotto di famiglia, che segnerà il suo passo d'addio, il Maestro saluta la sua amatissima Londra in cui costruì la prima parte della carriera, e se ne congeda regalandoci l'ennesimo saggio della sua bravura.
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elgatoloco
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mercoledì 26 luglio 2017
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the great hitch-touch
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Spiazzante per gli spettatori/le spettatrici, all'epoca, questo grande"Frenzy", grande in quanto Hitchcock, qui, è diverso da sé, si rinnova profondamente, come in realtà aveva sempre fatto, ad ogni nuovo fillm: è già nuova la storia, che parla di un"Landru"che è al tempo stesso un"Jack the Ripper"(bastava già di per sé Landru, si dirà, ma tant'è...), è nuova la concentrazione sulla detection di Scotland Yard, generalmente poco freuqnetata da Alfie the great... anzi da"The great Alfie", per essere fedele all'ordine lemmatico che la lingua inglese vuole; c'è poi l'ambientazione inglese, anzi meglio londinese, che Sir Alfred, che volle sempre e solo il passaporto britannico pur stando negli States, teneva a ribadire simbolciamente.
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Spiazzante per gli spettatori/le spettatrici, all'epoca, questo grande"Frenzy", grande in quanto Hitchcock, qui, è diverso da sé, si rinnova profondamente, come in realtà aveva sempre fatto, ad ogni nuovo fillm: è già nuova la storia, che parla di un"Landru"che è al tempo stesso un"Jack the Ripper"(bastava già di per sé Landru, si dirà, ma tant'è...), è nuova la concentrazione sulla detection di Scotland Yard, generalmente poco freuqnetata da Alfie the great... anzi da"The great Alfie", per essere fedele all'ordine lemmatico che la lingua inglese vuole; c'è poi l'ambientazione inglese, anzi meglio londinese, che Sir Alfred, che volle sempre e solo il passaporto britannico pur stando negli States, teneva a ribadire simbolciamente... Molte altre cose, meglio simboli ed elementi tòpici, come le cravatte(qui naturalmente i Freudiani, anche quelli non prprio"di nobile accolita"possono sbizzarrirsi,)e gli altri elementi con cui si legano), la congerie del traffico, la verdura stessa... anche qui ma: "Censura!"avrebbe detto il mio indimenticato e amatissimo prof(o profe, florentino more)di greco e latino... Hitchock anche qui si diverte a fare l'anti-"Pollicino", a dare agli spettatori le false tracce(i sassolini, se vogliamo...)disseminati qua e là, ma lasciando aperta a chi guarda.vede ogni possibile opzione, senza far sbagliare per poi stupire con altro-con altre possibilità, come invece nellla specialità di altri(pensiamo a Lady Agatha Christie che, sia con Poiirot sia con Miss Marple, su questo marcia, decisamente...), invece creando la suspense senza mai ingannare chi guarda... Forse il flm non è stato apprezzato neanche, in modo adeguato, intendo, neppure da quel grandissimo "hitchkologo"e a sua volta grande regista di nome François Trufaut che, in"Le cinéma selon Hitchock"(italiano: "Il cinema secondo Hitchcock"),tnon dà il giusto peso(ritengo)a questìopera... dove naturalmente bisogna considerare l'enrome importanza dell'opera e anche il grande lavoro che le sta dietro. Rivisto oggi, forse, il film verrebbe maggiormente rivalutato; certo è che rispetto al ciarpame-soprattutto certi serial Tv made in USA, ma non solo...- "Frenzy"splenderebbe di luce propria, formidabilmente luminosa(qui la tauotologia è rafforzativa, evidenziante) e abbagliante. Forse, qui, Hitch sintetizza tutte le sue fantasie"more geometrico partitae"e le contamina, ma"nella differenza"con l'altro grande fantasma che fecontamina fecondamente London, quello di Baker Street: Sherlock Holmes della penna di un altro sir, Arthur Conan Doyle, ma nel senso che qui Sherlock è lo stesso Hitchock, regista-autore sommo... El Gato
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dandy
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mercoledì 29 novembre 2023
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una cravatta parecchio stretta...
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Al penultimo film.Hirckcock(che appare nel prologo tra la gente che ascolta il comizio,ed è uno di quelli che non applaudono)torna a Londra dopo 20 anni e,come in "Psycho",racconta la storia di un assassini psicopatico(da un romanzo di Arthur LaBern e ispirandosi probabilmente ad Albert DeSalvo,dalla cui vicenda era già stato tratto "Lo strangolatore di Boston").Con più libertà rispetto al passato non esita a rendere esplicito l'orrore mediante una sequenza di omicidio degna di un "nasty movie",ma senza rinunciare a certi tocchi di ironia macabra(il prologo,la sequenza sul camion delle patate,la battuta finale dell'ispettore)e alle sue ossessioni(le donne[in questo caso di bellezza convenzionale e sovente nude],il cibo,il gico tra quotidianità e follia,l'apparenza che inganna,il sarcasmo nel ritratto della moglie dell'ispettore).
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Al penultimo film.Hirckcock(che appare nel prologo tra la gente che ascolta il comizio,ed è uno di quelli che non applaudono)torna a Londra dopo 20 anni e,come in "Psycho",racconta la storia di un assassini psicopatico(da un romanzo di Arthur LaBern e ispirandosi probabilmente ad Albert DeSalvo,dalla cui vicenda era già stato tratto "Lo strangolatore di Boston").Con più libertà rispetto al passato non esita a rendere esplicito l'orrore mediante una sequenza di omicidio degna di un "nasty movie",ma senza rinunciare a certi tocchi di ironia macabra(il prologo,la sequenza sul camion delle patate,la battuta finale dell'ispettore)e alle sue ossessioni(le donne[in questo caso di bellezza convenzionale e sovente nude],il cibo,il gico tra quotidianità e follia,l'apparenza che inganna,il sarcasmo nel ritratto della moglie dell'ispettore).Non al livello dei suoi film passati(forse proprio perchè qui si esbisce ciò che prima era solo abilmente evocato o suggerito)ma nondimeno godibile ed efficace.L'inquadratura iniziale è un omaggio a "Il pensionante".
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