gianleo67
|
venerdì 31 agosto 2012
|
uomini e no...secondo giordana
|
|
|
|
Ultimi mesi della vita di Bruno Spada, commissario politico a Milano durante la Repubblica Sociale. Le indagini alla ricerca di partigiani e oppositori tra le delazioni di traditori collaborazionisti e puttane di regime accompagnano una disperata e attonita presa di coscienza sulla follia di quei giorni. Fiction d'autore datata 1984 e firmata da un giovane e sorprendente Marco Tullio Giordana, è un dramma di accurata ricostruzione scenografica e di atmosfere ovattate, sospese tra il tempo vacuo della memoria e quello impietoso della Storia. Orsini si muove come un reietto tra le nebbie di una città assediata e silente, dove l'aria immobile e uggiosa è squarciata solo dalle urla disumane di 'Cane Nero' che la tiene sotto il giogo severo e crudele del suo scudiscio.
[+]
Ultimi mesi della vita di Bruno Spada, commissario politico a Milano durante la Repubblica Sociale. Le indagini alla ricerca di partigiani e oppositori tra le delazioni di traditori collaborazionisti e puttane di regime accompagnano una disperata e attonita presa di coscienza sulla follia di quei giorni. Fiction d'autore datata 1984 e firmata da un giovane e sorprendente Marco Tullio Giordana, è un dramma di accurata ricostruzione scenografica e di atmosfere ovattate, sospese tra il tempo vacuo della memoria e quello impietoso della Storia. Orsini si muove come un reietto tra le nebbie di una città assediata e silente, dove l'aria immobile e uggiosa è squarciata solo dalle urla disumane di 'Cane Nero' che la tiene sotto il giogo severo e crudele del suo scudiscio. Un commissario dal cinismo umano, dall'etica irreprensibile e scevra da ogni condizionamento ideologico; un uomo dolente e impietoso, incapace di perdonare a se stesso ed al suo paese una deriva autoritaria e fratricida: lo spettacolo indegno della comune debolezza. La 'mise en scene', di raffinata accuratezza, asseconda con sguardo indolente la inesorabile discesa agli inferi dei suoi protagonisti, mai cedendo alla facile retorica del sentimento antifascista o alle stucchevoli concessioni al calligrafismo letterario. Opera di buona tenuta espressiva e narrativa (benchè si tratti di uno sceneggiato originariamente prodotto e trasmesso dalla RAI in due parti) e di qualche grossolanità psicologica (il torbido menage a trois che rivela insospettate e inverosimili ambizioni di maternità) conta più per le atmosfere sospese che per il disegno dei personaggi (eccetto forse per l'ottimo protagonista). Utile una lettura in chiave psicanalitica negli accostamenti spesso insistiti tra le pulsioni erotiche e quelle violente di un uomo solo che si incammina verso il suo tragico ed ineluttabile destino. Apprezzabili le soluzioni tecniche dell'autore che riesce a cogliere le insolite prospettive di una città contesa e dilaniata al suo interno da un insanabile conflitto, come l'uso curioso della voce recitante fuori campo che conferisce un singolare effetto di straniamento e di spersonalizzazione, accentuando quel senso di smarrimento etico che costituisce la cifra principale di questo sceneggiato d'autore in bilico tra il dramma intimista e un curioso poliziesco di ambientazione storica. Piccolo gioiello dimenticato delle teche RAI.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianleo67 »
[ - ] lascia un commento a gianleo67 »
|
|
d'accordo? |
|
rescart
|
sabato 18 luglio 2015
|
tutti vittime e carnefici
|
|
|
|
Bel film tv di Marco Tullio Giordana, uno dei sui primi, tratto dall'ominimo libro di Carlo Castellaneta, Notti e nebbie, ambientato a Milano nei mesi che hanno preceduto la fine della seconda guerra mondiale. Trae il suo titolo da una delle frasi più ricorrenti nei messaggi trasmessi da Radio Londra: “Il falco vola nelle notti e nebbie”. Ai tempi della Repubblica di Salò, Milano era rimasta uno dei baluardi del nazi-fasismo in Italia e l'opera di Castellaneta come la versione televisva da lui stesso curata insieme ad un trentaquattrenne Giordana, seguono passo passo le vicende di un freddo ispettore di polizia che approfitta del momento di caos per ascendere finalmente i gradini della carriera nella polizia politica.
[+]
Bel film tv di Marco Tullio Giordana, uno dei sui primi, tratto dall'ominimo libro di Carlo Castellaneta, Notti e nebbie, ambientato a Milano nei mesi che hanno preceduto la fine della seconda guerra mondiale. Trae il suo titolo da una delle frasi più ricorrenti nei messaggi trasmessi da Radio Londra: “Il falco vola nelle notti e nebbie”. Ai tempi della Repubblica di Salò, Milano era rimasta uno dei baluardi del nazi-fasismo in Italia e l'opera di Castellaneta come la versione televisva da lui stesso curata insieme ad un trentaquattrenne Giordana, seguono passo passo le vicende di un freddo ispettore di polizia che approfitta del momento di caos per ascendere finalmente i gradini della carriera nella polizia politica. Per questo viene a conoscere come agiscono alcuni suoi colleghi che da Roma avevano raggiunto Milano per realizzare quello scempio di umanità che è passato alla storia col nome di “Villa Triste”. In un documentario andato in onda su Rai Storia si sottolinea come gli stessi fascisti milanesi erano rimasti raccapricciati dalla crudeltà, anche psicologica, che i loro colleghi romani perpetravano con cinismo degno di quello che poi si scoprì essere il vero “modus operandi” dei nazisti. Al di là di quello che dichiarò Montanelli su Priebke dopo la sua condanna nel 1998, se questi si fosse rifiutato di dare seguito alla strage, ci sarebbe sicuramente stato qualche altro nazista disposto a eseguirla. “Dura lex sed lex” si potrebbe dire citando la massima latina. Ma allora perché quel massacro “istituzionalizzato” lascia ancora tanto amaro in bocca a tutti noi italiani, che condividiamo gli ideali antifascisti della Costituzione repubblicana? Solo perchè il boia incaricato da Hitler di realizzare la rappresaglia, il capitano delle SS, si prese la libertà di inserire nel novero delle vittime qualcuno in più rispetto al numero ordinato dal Fuhrer? Eppure erano tutti e trecentotrentacinque innocenti rispetto alle leggi, "...prigionieri inermi, in violazione sia del diritto bellico che dei più elementari princìpi umanitari dello ius gentium" (sentenza delle Suprema Corte di Cassazione in data 16.11.1998). Il protagonista di “Notti e nebbie”, che poi finì come le sue vittime per opera di quei partigiani che lo avevano inutilmente contattato prima della fine della guerra per trattare la resa, subì quella che oggi definiremmo vera e propria tortura psicologica, forse meno grave rispetto a quelle perpetrate a Villa Triste ma non per questo meno tortura. Usando munizioni a salve i partigiani, ritenuti dai fascisti sotto sotto quelli “buoni”, vollero fargli intendere che l'avevano graziato. Ma così non fu perché alla prima seguì subito una seconda fucilazione, questa volta vera. Ma al di là della condanna morale (il famigerato "waterboarding" è legale negli USA) rimane ancora oggi il monito per noi che abbiamo appena fatto una legge contro la tortura: evitiamo di ripetere per una seconda volta l'esperienza nefasta del totalitarismo mussoliniano e del partito unico quale fu quello fascista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rescart »
[ - ] lascia un commento a rescart »
|
|
d'accordo? |
|
|