Una delle tante commedie all’italiana degli anni ’50 scritta da Age e Scarpelli in collaborazione con Steno dove la penna di Eduardo, che pure ha partecipato alla sceneggiatura del film e a parte la regia, si nota poco, se non in qualche dialogo drammatico tra marito e moglie, interpretati da Eduardo stesso e dalla sorella Titina, che sono tuttavia l’ombra sbiadita di quelli che resero immortale Filumena Marturano ed il piccolo capolavoro di Gennareniello per non citare Natale in casa Cupiello. La parte leggera è affidata al fratello Peppino in coppia con Carlo Croccolo, l’eterna spalla dei grandi attori comici dell’epoca, ma le gag risultano poco divertenti e strappano a forza qualche sorriso qua e là.
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Una delle tante commedie all’italiana degli anni ’50 scritta da Age e Scarpelli in collaborazione con Steno dove la penna di Eduardo, che pure ha partecipato alla sceneggiatura del film e a parte la regia, si nota poco, se non in qualche dialogo drammatico tra marito e moglie, interpretati da Eduardo stesso e dalla sorella Titina, che sono tuttavia l’ombra sbiadita di quelli che resero immortale Filumena Marturano ed il piccolo capolavoro di Gennareniello per non citare Natale in casa Cupiello. La parte leggera è affidata al fratello Peppino in coppia con Carlo Croccolo, l’eterna spalla dei grandi attori comici dell’epoca, ma le gag risultano poco divertenti e strappano a forza qualche sorriso qua e là. Da notare come la corruzione nei pubblici uffici fosse trattata nell’Italia del boom economico con un certo paternalismo tollerante, atteggiamento culturale, tipico del filone cinematografico della commedia all’italiana, che ispirandosi al Castigat ridendo mores finì per legittimare involontariamente tutti i vizi del nostro popolo fino alle conseguenze estreme dei nostri giorni.
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