I980, Stati Uniti, Brian G. Hutton dirige, al posto di Polanski, un noir tratto da un romanzo di Sanders, The First Deadly Sin, titolo originale di Delitti inutili, che cerca di coniugare il classico plot del giallo poliziesco, con l’eroe positivo, il detective prossimo alla pensione, interpretato da un Frank Sinatra più inespressivo del solito, a caccia del solito serial killer psicopatico, e dramma familiare, con la moglie del protagonista gravemente ammalata, una Faye Dunaway che recita tutta la parte in orizzontale stesa nel letto di un ospedale. Nonostante la sintesi dei due generi non riesca poiché le due storie, quella privata dell’uomo che sta perdendo l’amore della sua vita e quella pubblica del poliziotto onesto che lavora fino all’ultimo giorno di servizio per il bene della collettività, viaggiano dalla prima all’ultima sequenza su binari paralleli, il film conserva un suo particolare fascino dovuto probabilmente al nostalgico rimpianto per un modo semplice ed ingenuo di trasporre un romanzo in un film, basandosi soltanto sulla performance attoriale dei due protagonisti e su quella dei personaggi di contorno interpretati da grandi professionisti dell’epoca come James Whitmore, nella parte dell’anatomopatologo, famoso in Italia per la serie tv Tony e il professore trasmessa dalla RAI negli anni ’70.